Dopo le migliaia di persone scese in piazza a Torino, contro il Green Pass oggi altre 30 città italiane

In piazza a Torino un paio di giorni fa c’erano migliaia di liberi cittadini che esprimevano il proprio dissenso rispetto alla decisione dell’esecutivo di imporre un lasciapassare per accedere a determinati luoghi e servizi pubblici. Secondo quanto riferito dagli organizzatori in piazza Castello per il “No Paura Day” c’erano 5.000 persone, secondo altre fonti erano la metà, ma quel che è certo è che la piazza era piena.

Chi c’è dietro la protesta di Torino?

L’evento del 22 luglio a Torino si ripeterà oggi in altre città italiane, una trentina secondo quanto riportato da alcuni media nazionali tra cui Il Giornale, dove peraltro si fornisce un quadro piuttosto confuso circa la natura dell’evento tenutosi giovedì sera e di quelli organizzati per la giornata di oggi.

Tra gli organizzatori di questi eventi con cui liberi cittadini intendono manifestare il proprio dissenso rispetto all’estensione del Green Pass prevista dall’ultimo decreto Covid, vengono annoverati anche Casa Pound (gruppo di estrema destra vicino a Forza Nuova) e i Gilet Arancioni (gruppo che fa capo all’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo).

Peccato che i No Paura Day che si svolgono da mesi in tutta Italia sulla scia dell’iniziativa nata a Cesena da semplici cittadini non abbia nulla a che vedere né con gruppi di estrema destra, né con il generale Pappalardo e i gilet arancioni.

D’altra parte non sarebbe difficile notare i tratti distintivi di queste formazioni dalla connotazione alquanto folkloristica. Da qualche parte in mezzo alla folla ci sarebbero stati striscioni con simboli di estrema destra che tutti abbiamo imparato a riconoscere immediatamente, oppure interi gruppi di persone con addosso dei gilet arancioni, e invece niente, basta guardare i video dell’evento.

Ma soprattutto se tali gruppi avessero contribuito all’organizzazione dell’evento vi sarebbe la loro sigla sulla locandina, ma così non è. Sulla locandina dei No Paura Day, compreso quello del 22 luglio a Torino, non vi è alcun simbolo politico, né il nome di associazioni riconducibili a questo o quest’altro personaggio variopinto.

Checché ne dicano i professionisti dell’informazione, il No Paura Day di Torino era una “Manifestazione apartitica” come si può facilmente evincere dalla stessa locandina.

Sui No Paura Day troppa disinformazione

È piuttosto evidente che i tempi in cui si doveva garantire la pluralità dell’informazione sono finiti. A quel 50 per cento circa dei cittadini italiani che vorrebbero poter scegliere secondo scienza e coscienza se assumere un farmaco sperimentale oppure no viene dato ben poco spazio sui mass media per argomentare le proprie ragioni.

Non vi è alcun partito politico di riferimento, infatti tutti coloro che siedono in Parlamento o sostengono o fanno finta di non sostenere il governo di Mario Draghi. Da una parte ci sono le autorità e dall’altra ci sono i cittadini che scendono in piazza, cittadini che non hanno nessun esponente politico che porti nelle sedi della democrazia le loro ragioni.

Anche l’informazione mainstream, per quanto la cosa sia ovvia, è quanto mai distante dalla voce dei cittadini che vogliono “essere liberi di scegliere”. E invece di riportare fedelmente i fatti spesso e volentieri i professionisti dell’informazione preferiscono provare a gettar fango su chi non si allinea a pensiero dominante e non accetta supinamente le imposizioni del regime terapeutico.

Così chi chiede libertà di scelta diventa un No Vax, oppure viene presentato come uno che sta partecipando ad una manifestazione organizzata da gruppi di estrema destra, ma soprattutto viene additato come colui che “rischia di far naufragare l’intero piano anti Covid italiano” peraltro già naufragato sul nascere e non per colpa dei cittadini come invece si continua a dire fin dall’inizio.

L’Italia contro il Green Pass: “comportatevi come se non esistesse”

Nelle piazze dei No Paura Day ci sono liberi cittadini che affermano la propria libertà di scelta. “Comportatevi come se il green pass non esistesse” è l’invito che arriva dal palco, mentre sui volantini che vengono distribuiti in piazza si legge anche “qui non chiediamo il green pass per entrare”, slogan pensato per gli esercizi commerciali che non accetteranno la nuova formula discriminatoria.

“C’è una grande disinformazione e una censura da parte dei giornalisti” spiega l’avvocato Maurizio Giordano parlando dal palco “in questo momento occorre unirsi e far sentire la resistenza. Questo serve più dell’opera degli avvocati. Il green pass è inconcepibile non solo dal punto di vista costituzionale e secondo la normativa europea, ma anche umano”.

“Se vincoliamo i diritti al green pass siamo in uno stato di polizia o dittatura e ci stiamo arrivando a passi molto veloci” dice ancora Giordano “siamo in una situazione tragica. L’unica soluzione è comportarsi come prima di marzo 2020” e poi conclude: “comportatevi come se l’obbligo non esistesse. Le norme sono efficaci solo se voi le rispettate”.

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