Israele, oltre 1 milione di vaccinati con terza dose Pfizer ma continuano ad aumentare i nuovi casi

È stato necessario effettuare un giro di vite sulle restrizioni in chiave anti-contagio in Israele, o quanto meno questo è quanto il governo ha ritenuto opportuno fare per arginare il preoccupante aumento di nuovi casi positivi ma anche di malati e decessi Covid registrato nelle ultime settimane.

Non solo sono state reintrodotte diverse restrizioni, con il ritorno della quarantena per i viaggiatori che arrivano nel Paese vaccinati e non, e con il divieto per i cittadini israeliani di recarsi in circa una dozzina di Paesi ritenuti a rischio tra cui Spagna, Cipro, Turchia e Regno Unito, ma si è anche deciso di somministrare la terza dose del vaccino Pfizer a tutti coloro che avevano ricevuto la seconda dose oltre 5 mesi prima.

La somministrazione della terza dose è stata effettuata ora su oltre 1 milione di cittadini, ma la situazione continua a restare preoccupante per le autorità del Paese. Nella giornata di ieri è stato raggiunto un nuovo record di nuovi casi positivi, con 8.646 nuovi casi nelle ultime 24 ore, un numero che non si toccava da febbraio dello scorso anno.

Il ministero della Salute ha mostrato dei dati molto eloquenti circa l’andamento della curva epidemiologica, evidenziando come su circa 143mila tamponi effettuati sia stato registrato un tasso di positività del 6,2% che rappresenta un record tutt’altro che positivo.

Ed è sempre il ministero a fornire dei dati poco rassicuranti per quel che riguarda il numero dei ricoveri per casi gravi di Covid-19 che pur mostrando una lieve flessione continuano ad essere su cifre piuttosto elevate. Inoltre in questi giorni è stata superata la soglia dei 50 mila casi attivi.

Come mai così tanti casi nonostante le vaccinazioni?

È questa la domanda delle domande, visto che proprio grazie ai vaccini avrebbe dovuto essere possibile uscire finalmente da questa emergenza e persino tornare alla normalità, cose che naturalmente non stanno succedendo.

Quel che appare evidente è che i vaccini si stanno dimostrando molto meno efficaci di quanto ci si aspettava. I vaccinati con il prodotto Pfizer hanno mostrato un drastico calo della protezione offerta dal siero dopo il quinto mese successivo alla somministrazione della seconda dose, e questo ha costretto coloro che per primi avevano ricevuto il farmaco a sottoporsi alla terza iniezione.

Poi c’è il problema delle varianti, perché il virus muta con una rapidità sorprendente imparando ad eludere le difese del vaccino molto più velocemente di quanto le campagne di vaccinazione riescano ad essere portate avanti.

Lo stesso premier israeliano, Naftali Bennet, ha sottolineato che “è in atto una corsa tra il diffondersi della variante Delta e la campagna di vaccinazione” e ha aggiunto: “dobbiamo tenerci pronti ad affrontare una situazione in cui si verifichi un aumento simultaneo dei ricoveri in tutti gli ospedali. Dobbiamo guadagnare tempo affinché la campagna di vaccinazione entri in azione”.

Eppure lo Stato di Israele si è distinto per l’efficienza dimostrata nella campagna di vaccinazione. Anche la somministrazione della terza dose Pfizer è stata portata avanti con una rapidità encomiabile. Dal 30 luglio la terza dose è stata infatti somministrata a 713 mila persone con più di 60 anni, per un totale di oltre 1 milione di cittadini in tutto.

Non procedono altrettanto rapidamente le somministrazioni delle prime dosi in particolare nelle fasce più giovani della popolazione, infatti circa 1 milione di persone che potrebbero ricevere il vaccino continuano a rifiutare il siero. Non dimentichiamo però che in Israele circa il 90% della popolazione vaccinabile ha ricevuto la somministrazione e nonostante ciò la situazione non tende a migliorare.

In Israele nuove restrizioni e quarantena anche per i vaccinati

Le nuove restrizioni messe in campo dal governo israeliano entrano in vigore nella giornata di oggi. Tra i provvedimenti l’obbligo del Green Pass a partire dai 3 anni di età, ma anche il cosiddetto “codice viola” in base al quale nei centri commerciali e nelle aree commerciali non è consentita la presenza di più di una persona ogni sette metri quadrati.

Al contempo il governo ha approvato uno stanziamento straordinario per potenziare il sistema sanitario in vista di un ulteriore aumento dei casi gravi che appare ormai inevitabile.

Per chi arriva in Israele da circa una trentina di diversi Paesi stranieri è prevista la quarantena anche se si è completamente vaccinati o guariti dal Covid-19. Mentre per i cittadini israeliani è vietato spostarsi verso una dozzina di destinazioni tra cui il Regno Unito, la Spagna, Cipro e la Turchia.

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