Covid: un anno fa senza vaccini meno ricoveri e meno decessi. Ecco cosa dicono i numeri in Italia

L’obiettivo della campagna di vaccinazione di massa, da raggiungere entro il 30 settembre 2021, data per la quale è stata fissata la chiusura ufficiale come confermato dal numero uno dell’Aifa, era quello di completare il ciclo vaccinale per almeno il 70% della popolazione.

Una percentuale di completamente vaccinati che è stata poi vista al rialzo alla luce del fatto che i vaccini si sono dimostrati molto meno efficaci, non solo nel prevenire il contagio ma anche la malattia, di quel che una parte del mondo scientifico credeva.

Decisamente più realistiche si sono rivelate invece le previsioni di un’altra parte del mondo scientifico, quella che fin dal principio aveva sottolineato come raggiungere l’immunità di gregge attraverso gli attuali vaccini per questo specifico virus non fosse possibile. Se non altro sembra che ora la comunità scientifica sia concorde nell’affermare che raggiungere l’immunità di gregge non è possibile.

Poco e nulla cambia invece per le autorità, infatti il piano del governo Draghi resta quello di spingere il più possibile sulla campagna di vaccinazione, da cui la decisione di estendere l’obbligo vaccinale anche a docenti e personale ATA dopo l’obbligo per chi lavora in ambito sanitario, e la progressiva estensione dell’obbligo di Green Pass per un sempre maggior numero di attività e luoghi pubblici.

Insomma per uscirne si dovrà vaccinare almeno il 70% della popolazione al di sopra dei 12 anni, forse si imporrà l’obbligo per gli over 40 e per altre categorie di lavoratori, ma alle fine dal punto di vista sanitario la situazione Covid-19 sarà sotto controllo? A guardare i numeri di oggi, con oltre il 60% di popolazione vaccinata e oltre il 70% che ha ricevuto almeno una dose, sembrerebbe di no.

I numeri del Covid in Italia dopo un anno

Con il progredire della campagna vaccinale il numero dei positivi è diventato un dato di importanza quasi secondaria, ci si concentra maggiormente infatti sul numero di ricoveri e naturalmente su quello dei decessi.

Il problema è che per tutto il periodo estivo nonostante il 50/60% di popolazione completamente vaccinata, e nonostante misure restrittive più stringenti di quelle imposte un anno fa (si pensi ad esempio alle discoteche che l’anno scorso sono state chiuse solo alla fine dell’estate) non solo abbiamo più nuovi casi giornalieri, ma abbiamo anche più ricoveri e più decessi.

Arrivare così a ridosso della riapertura delle scuole non è molto incoraggiante, eppure il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, si mostra fiducioso. In questi giorni ha infatti spiegato che “possiamo nutrire un po’ di ottimismo perché abbiamo i vaccini“, ma nonostante siano state somministrate 77 milioni di dosi la situazione negli ospedali è peggiorata rispetto a quando non c’erano i vaccini. 

Questo quanto meno è ciò che dicono i numeri, e dal momento che non si tratta di opinioni personali ma di dati oggettivi, approfittiamone per dare un’occhiata più da vicino.

Il 29 agosto 2020 i ricoverati nei reparti ordinari per Covid-19 erano in tutto 1.168, mentre alla stessa data di quest’anno il numero è di 4.133 ricoverati, cioè 2.965 ricoverati per Covid-19 in più. In altre parole rispetto a un anno fa, nonostante i vaccini, abbiamo un incremento del 253% nei reparti ordinari.

Nelle terapie intensive la situazione è persino peggiore. Infatti al 29 agosto 2020 i posti letto nei reparti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid erano in tutto 79, mentre oggi se ne contano 525, cioè 446 in più dell’anno scorso, per un incremento del 564%.

Se prendiamo in esame il numero dei decessi Covid la situazione è altrettanto scoraggiante, infatti nei primi 29 giorni di agosto nel 2020 si sono registrati 169 morti per Covid, mentre nello stesso periodo di quest’anno i decessi Covid in tutto sono stati 1.029, cioè 860 in più pari al +508,87%.

Persino il numero dei nuovi casi è aumentato, ma naturalmente sono stati fatti più tamponi. Il punto è che è aumentata anche la percentuale di positivi sul totale dei tamponi, il che significa che a parità di tamponi effettuati abbiamo più contagi oggi rispetto a un anno fa. Nella gioranta del 28 agosto 2020 la percentuale di positivi si attestava intorno all’1,51% contro il 2,34% del 28 agosto 2021

Il dato, come è facile notare osservando il grafico aggiornato giornalmente, è in linea con quello del resto del periodo, ad indicare che giornalmente si registra una percentuale di positivi sul totale dei tamponi effettuati, abbondantemente superiore a quella che si registrava un anno fa.

La situazione peggiora ma la strategia resta la stessa

Il quadro è chiaro, un anno dopo, con più restrizioni e con il 60% di popolazione vaccinata, abbiamo un incremento dei contagi, dei ricoveri e dei decessi. La soluzione che l’esecutivo ritiene opportuno mettere in campo è spingere ancora di più sulla campagna vaccinale, motivo per cui si pensa tra le altre cose all’obbligo vaccinale per gli over 40.

Il Comitato Tecnico Scientifico conferma quindi la necessità di andare avanti con le vaccinazioni introducendo una qualche forma di obbligo. Lo stesso Consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, propone addirittura di ridurre a due le strade per ottenere il pass verde. Attualmente si può avere il pass con il vaccino, con la guarigione e col tampone negativo, opzione quest’ultima che verrebbe eventualmente soppressa.

“Bisogna ridurre la circolazione virale e interrompere la catena di contagio comunitaria” ha detto Ricciardi “non si devono registrare casi almeno per un certo periodo di tempo”. Non è dato sapere per quanto tempo di preciso si dovrebbero registrare zero nuovi casi, ma soprattutto, di fronte all’evidenza scientifica che il vaccino non impedisce di contagiare e contagiarsi, appare una prospettiva irrealistica.

D’altra parte i dati sui contagi parlano chiaro, basta dare una rapida occhiata a quelli di quest’estate e fare un confronto con quelli dell’estate scorsa.

Ma non è su questo confronto che si concentrano gli esperti del’ISS che invece preferisono sottolineare che “è necessario evidenziare che i risultati riportati non considerano diversi fattori che potrebbero avere un’influenza sull’effetto della copertura vaccinale sull’incidenza dei contagi, in quanto non sono distribuiti omogeneamente sul territorio italiano, come ad esempio la mobilità dovuta alle vacanze estive”.

“Regioni come la Sicilia e la Sardegna sono caratterizzate da una maggiore affluenza turistica rispetto a Lazio e Lombardia, dove, al contrario, nelle aree metropolitane la popolazione si riduce nei mesi estivi per spostarsi verso luoghi di villeggiatura” dicono ancora dall’ISS senza nemmeno tentare di spiegare come mai con meno restrizioni e senza vaccini un anno fa i dati erano nettamente migliori.

E il bello, o meglio il brutto, deve ancora arrivare, perché a settembre riaprono le scuole, le grandi città tornano a popolarsi e i mezzi di trasporto tornano a riempirsi, dimostrando ancora una volta il livello di inadeguatezza delle nostre infrastrutture.

Cosa dobbiamo aspettarci dunque in autunno? Se con il 60% di popolazione vaccinata abbiamo d’estate 4 o 5 volte i ricoveri e i decessi che avevamo un anno fa, con il 70-80% di popolazione vaccinata davvero la situazione si ribalterà e riusciremo ad evitare il sovraccarico degli ospedali con conseguenti nuovi lockdown a macchia di leopardo o anche peggio?

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