Tra aprile e giugno 2021 numero di aperture di partita Iva in forte aumento rispetto al 2020

Gli ultimi dati pubblicati dal Ministero dell’Economia e della Finanza parlano chiaro: nei tre mesi che vanno da aprile a giugno 2021 si è registrato un aumento vertiginoso delle aperture di partita Iva in Italia.

Un aumento che, tuttavia, risulta così accentuato se il raffronto viene fatto con lo stesso periodo dell’anno scorso. Stiamo quindi confrontando il dato delle aperture di partita Iva del secondo trimestre 2021 con quello del secondo trimestre 2020 durante il quale, difficile dimenticarlo, l’intero Paese stava sperimentando il primo lockdown della sua storia.

Non solo quindi erano state costrette a restare chiuse tutte quelle attività che in qualche modo erano state classificate come “non essenziali” ma anche quelle che restavano aperte, nella maggior parte dei casi, registravano un netto calo del fatturato dovuto anche al fatto che per molto tempo era vietato uscire di casa se non per ragioni ritenute valide dalle autorità opportunamente riportate sull’autocertificazione.

In Italia boom di nuove partite Iva

Il Ministero del Tesoro ha pubblicato in questi giorni i dati relativi al numero di nuove partite Iva che sono state aperte in Italia nel periodo che va da aprile a giugno 2021. In tutto si registra un aumento del 54,1% rispetto allo stesso periodo del 2020, pari a 147.153 nuove partite Iva in più.

Il Mef ha pubblicato questi dati all’interno del comunicato stampa del 10 settembre scorso, specificando anche la tipologia di partite Iva nelle quali si è registrato un aumento più consistente.

Nel secondo trimestre 2021 quindi le nuove partite Iva erano: 

  • per il 65,6% persone fisiche
  • per il 21,1% società di capitali
  • per il 3% società di persone
  • per il restante 10% circa parliamo di quota non residenti, cioè società di commercio online, e di “altre forme giuridiche”.

Per i non residenti nel secondo trimestre 2021 si registra un aumento delle aperture di partita Iva del 400% rispetto al 2020, mentre per le persone fisiche siamo intorno al 35%.

Quanto al dato della ripartizione territoriale vediamo che il 47,7% delle nuove aperture interessa le Regioni del Nord, il 20,3% le Regioni del Centro, e per il 31,6% riguarda infine il Sud e le Isole.

Il picco di nuove aperture di partita Iva si registra nel confronto tra il secondo trimestre 2021 e lo stesso periodo del 2020 in Friuli Venezia Giulia e in Veneto. In entrambi i casi vediamo un aumento del 110%, mentre è il Molise a registrare l’incremento meno marcato con un +18,9%.

Per quanto riguarda poi la classificazione sulla base del settore produttivo, il maggior numero di nuove partite Iva lo troviamo nel commercio che rappresenta il 24,8% del totale. Ci sono poi le attività professionali con il 16,2%, seguite dall’agricoltura all’11%.

Notiamo che nel confronto tra il secondo trimestre 2021 e 2020 i maggiori aumenti di nuove aperture di partita Iva sono nelle attività di intrattenimento dove si registra un +103%, segue il commercio con un +98,8% e infine le attività immobiliari con il suo +90,4%.

Qual è l’identikit di chi apre la partita Iva nel secondo trimestre 2021

Nel Comunicato stampa del Ministero dell’Economia viene anche riportato il dato che riguarda più dettagliatamente il profilo di chi apre la partita Iva nel secondo trimestre 2021. Stiamo parlando di informazioni che riguardano le persone fisiche che aprono una nuova partita Iva, che ci permettono di tracciare in qualche modo un identikit.

Ad aprire una nuova partita Iva nel secondo trimestre 2021 sono soprattutto uomini, infatti abbiamo un 62,3% di persone di sesso maschile mentre per quanto riguarda l’età media scopriamo che si tratta soprattutto di persone al di sotto dei 35 anni.

Il 47,5% delle persone che hanno aperto una nuova partita Iva tra aprile e giugno 2021 aveva infatti meno di 35 anni, mentre il 31% aveva un’età compresa tra i 36 e i 50 anni.

Ad aprire una nuova partita Iva sono per il 17.7% persone nate fuori dall’Italia, ed il 41,6% di tutte le nuove partite Iva, per un totale di 61.153 soggetti hanno scelto il regime forfettario.

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