Aumento prezzi gas ed elettricità, alcuni Paesi europei rischiano di restare a corto di carburante

A subire l’impatto del caro prezzi saranno prima di tutto le famiglie che vedranno lievitare il costo delle bollette di gas e luce di circa il 40% entro l’autunno, un aumento che peraltro non si fermerà con la fine dell’anno secondo le previsioni ma che tanto in Italia quanto in altri Paesi europei riguarderà anche il 2022.

L’aumento delle bollette dipende dall’aumento globale dei prezzi all’ingrosso di elettricità e gas, un aumento che comunque abbiamo già visto ripercuotersi sulla spesa per la fornitura di gas e luce di famiglie e imprese fin dai mesi scorsi. Sarà nelle prossime settimane però che vedremo gli aumenti più preoccupanti.

Tutto questo è legato in primis alle forniture di gas metano. Se guardiamo i prezzi nell’hub del gas olandese TTF, indice di riferimento europeo, notiamo che vi è stato un aumento del 280% circa da gennaio 2021. Questo picco sarebbe dovuto ai bassi livelli di stoccaggio ma non solo, è legato alla forte domanda di gas dall’Asia, agli alti prezzi sul carbonio e a disagi nelle centrali.

In Europa i vari governi nazionali stanno provando, ciascuno a modo proprio, di correre ai ripari cercando di ridurre l’impatto che questi aumenti avranno sulle famiglie e sulle imprese, con particolare attenzione per i nuclei con reddito basso, e le micro e piccole imprese.

Si cerca quindi di ridurre attraverso risorse stanziate ad hoc il costo delle bollette. In questo modo si abbassa la pressione sulle famiglie evitando di incorrere in un calo dei consumi, oltre che nell’ulteriore peggioramento di situazioni socio-economiche già ora allarmanti. Il rischio è che l’aumento dei prezzi di gas e luce finisca con impattare pesantemente anche sulle piccole imprese compromettendone la ripresa.

I Paesi europei tentano di alleviare l’impatto dell’aumento dei prezzi

Ad essere interessati da questo picco dei rincari delle forniture di gas ed energia elettrica sono tutti i Paesi europei, e ciascuno di essi ha deciso di mettere in campo degli interventi mirati spesso anche alquanto diversi.

Italia: in Italia il governo di Mario Draghi ha già deciso di stanziare circa 3,5 miliardi di euro per ridurre il costo delle bollette di gas e luce per le famiglie e per le micro imprese. Allo stesso tempo si cerca di intervenire con una modifica a lungo termine del metodo di calcolo come ha spiegato nei giorni scorsi lo stesso ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani.

Francia: in Francia l’unica contromisura cui il governo ha ritenuto opportuno ricorrere è quella approvata il 15 settembre scorso che prevede un sussidio una tantum dell’importo di 100 euro per 5,8 milioni di famiglie che hanno diritto a voucher energetici.

Germania: in Germania il quadro che vediamo è molto diverso da quello di Italia e Francia. In primo luogo l’entità degli aumenti è decisamente inferiore se si pensa che mentre in Italia le famiglie sono alle prese con un incremento dei prezzi del 40% circa, in Germania si stima un incremento dell’11,5% sulle bollette del gas.

Questo se non altro quanto emerso dall’analisi dei dati forniti il 20 settembre, con gli analisti energetici che hanno segnalato come alcuni fornitori potrebbero diventare insolventi a causa dei tassi record del mercato all’ingrosso. Un intervento del governo per mitigare gli aumento per il momento è del tutto escluso da Berlino, come ha confermato nella giornata di ieri un portavoce del ministero dell’Economia.

In Germania non è mai stato fissato un tetto sui prezzi delle utenze, il che significa che per 41,5 milioni di famiglie tedesche la fornitura di energia elettrica e gas arriva da un settore retail liberalizzato e ben poco controllato, in grado di offrire una maggiore scelta e di scalzare i monopoli.

L’autorità energetica tedesca (BNetzA) ritiene infatti di non aver alcun obbligo per quel che riguarda il monitoraggio delle strategie attraverso le quali i vari fornitori del mercato libero procacciano i propri clienti o sui prezzi che decidono di fissare per la fornitura.

Regno Unito: In Regno Unito il governo sta valutando invece soluzioni diverse da quelle di Italia e Francia, andando direttamente a dialogare con le utility. Londra sta considerando la possibilità di offrire prestiti statali a quei fornitori che si faranno carico dei clienti di quelli che falliranno a causa dell’impennata dei prezzi all’ingrosso del gas naturale.

Di questa soluzione ha parlato appena un paio di giorni fa il segretario per gli Affari Economici, Kwasi Kwarteng. Oltre la Manica ci si aspetta infatti che questo ulteriore aumenti dei prezzi all’ingrosso porterà ad un crollo dei fornitori energetici britannici, il che significa che le conseguenze non saranno solo nell’immediato ma anche nel lungo periodo.

La Ofgem, autorità energetica britannica, dopo gli aumenti di gas e luce visti ad aprile per via dell’aumento dei prezzi all’ingrosso, ha alzato del 12-13% il limite sulle tariffe più comuni a partire dal mese di ottobre.

Spagna: A chiedere a Bruxelles di armonizzare gli interventi volti a mitigare l’aumento dei prezzi di gas e luce è stato il governo di Madrid il 20 settembre. La proposta spagnola è quella di limitare le speculazioni sul mercato del carbonio e di rafforzare le scorte di gas.

“Abbiamo urgentemente bisogno di un menu di politica monetaria europea predefinito per reagire immediatamente ai drastici aumenti dei prezzi” è stata la richiesta contenuta in una lettere alla Commissione Ue firmata del ministro dell’Economia Nadia Calvino, e del ministro dell’Energia e dell’Ambiente Teresa Ribera.

Da Madrid chiedono anche di creare una piattaforma europea centralizzata per l’acquisto del gas. Inoltre proprio la scorsa settimana la Spagna ha approvato alcune misure volte a ridurre i costi ormai elevatissimi delle bollette di gas e luce, stornando diversi miliardi di euro di profitti straordinari dei fornitori di energia a favore dei consumatori e limitando il rincaro del prezzo del gas.

Grecia: Il governo di Atene ha deciso di offrire sussidi alla maggior parte delle famiglie per aiutarle a far fronte al caro bollette. Il piano prevede un sussidio di 9 euro per i primi 300 kw/h consumati ogni mese, ma non solo, si è pensato a pagamenti una tantum più alti per i lavoratori con reddito basso, e sconti applicati nella fornitura di gas e luce da parte della principale utility nazionale.

Portogallo: in Portogallo il ministro per l’Ambiente Joao Matos Fernandes ha dichiarato il 21 settembre scorso che per il 2022 i prezzi finali di energia elettrica per i consumatori locali nel mercato regolamentato non subiranno variazioni.

Unione Europea: nella giornata di ieri 22 settembre i ministri dell’Energia dell’Ue si sono riuniti per valutare le strategie da adottare per far fronte all’aumento dei prezzi di gas ed energia elettrica.

Nel frattempo un gruppo di europarlamentari ha chiesto alla Commissione Ue di indagare sulla possibilità che ci sia stata una manipolazione del mercato che vedrebbe coinvolta la major russa Gazprom le cui azioni avrebbero mostrato un andamento anomalo. La Gazprom tuttavia ha dichiarato di aver continuato a rispettare i contratti in vigore nella fornitura di gas ai propri clienti.

Il ministro dell’Energia e dell’Ambienta spagnolo, Teresa Ribeira, ha informato la Commissione Ue del lavoro che il governo spagnolo ha avviato per la messa a punto di piani in grado di aiutare i Paesi membri nella gestione dell’impennata del costo dell’energia.

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