Dati Istat, in agosto cala l’occupazione. I lavoratori dipendenti diminuiscono per la prima volta da gennaio

Non succedeva dal mese di gennaio, ma alla fine un calo del numero degli occupati nel corso del 2021 si è già registrato ed è accaduto in piena estate. I dati sono quelli pubblicati dall’Istat, ed evidenziano come dopo i primi sette mesi del 2021 che hanno visto una costante, seppur contenuta, crescita dell’occupazione si sia registrato un arresto della serie positiva.

Il calo registrato nel mese di agosto 2021 tra l’altro è tutt’altro che di piccole dimensioni, infatti si parla di circa 80 mila occupati in meno rispetto al mese precedente. Si contano secondo l’Istat circa 13 mila dipendenti stabili in meno e si sono conclusi oltre 62 mila contratti a tempo determinato.

Non dimentichiamo a proposito del calo dell’occupazione registrato nel mese di agosto che proprio nel mese di luglio c’è stata la cancellazione del blocco dei licenziamenti.

A diminuire però non sono solo i lavoratori dipendenti, con contratto a termine o a tempo indeterminato, ma anche i lavoratori autonomi che tra luglio e agosto si riducono di 4 mila unità.

A perdere il lavoro sono in particolare le donne, con -68 mila lavoratrici in meno tra luglio e agosto 2021, mentre per gli uomini il calo del numero degli occupati tra i due mesi estivi è stato di sole 11 mila unità.

Dall’Istat però sottolineano che “la forte crescita registrata nei precedenti cinque mesi ha determinato, rispetto a gennaio 2021 un saldo positivo di oltre 430 mila occupati”. Al tempo stesso non possiamo trascurare il fatto che rispetto ai tempi pre-lockdown continuano ad esserci circa 390 mila occupati in meno.

Un dato quest’ultimo che si riferisce naturalmente solo a coloro che hanno perso il lavoro ma che risultavano regolarmente assunti. Nel mese di agosto 2021 si contano quindi, stando ai dati dell’Istat, 22.783.000 occupati in tutto, mentre nel mese di luglio erano 22,8 milioni circa.

L’Istat indica un calo sia per il tasso di occupazione che per il tasso di disoccupazione rispetto al periodo prima del Covid. Il primo è sceso di 0,6 punti percentuale fino al 58,1%, mentre il secondo ha subito un calo di 0,4 punti fino al 9,3%. Per quanto riguarda la distinzione in base al sesso, si evince che il tasso di occupazione delle donne resta al di sotto del 50% (48,9%).

Abbiamo poi il dato relativo al tasso di inattività che cresce di un punto raggiungendo il 35,8%, con gli inattivi che aumentano di numero fino a 64 mila unità. Il calo del numero dei disoccupati indicherebbe un passaggio da questa categoria a quella degli inattivi, vale a dire coloro che hanno rinunciato a cercare un posto attraverso il sistema degli uffici di collocamento e centri per l’impiego.

Se si fa un confronto tra il trimestre giugno-agosto 2021 con il trimestre marzo-maggio dello stesso anno, si rileva un aumento del tasso di occupazione dell’1,1% per un totale di 241 mila unità.

Questo dato però che evidenzia un aumento del livello di occupazione su base trimestrale risente però anche della diminuzione del numero di persone che ancora cercano un lavoro che si riduce del -6,5% che corrisponde a -163 mila unità.

Grazie alla crescita del livello di occupazione registrata per i primi mesi di quest’anno e in particolare nei mesi che vanno da febbraio a giugno, il dato di agosto 2021, confrontato con il dato di agosto 2020 mostra un aumento del numero di occupati dello 0,7% pari a +162 mila unità.

Tuttavia si registrano comunque variazioni negative per quanto riguarda i lavoratori indipendenti e per i lavoratori di età compresa tra 35 e 49 anni.

L’Istat evidenzia che il tasso di occupazione, in crescita di 0,8 punti percentuale, interessa tutte le fasce di età. Si riduce però, rispetto al mese di agosto 2020, il numero di persone che continuano a cercare un impiego, che si riduce del -7,2% per un totale di circa 180 mila unità in meno.

Diminuisce infine il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni del -1,7% (-230 mila unità) che dall’inizio dell’emergenza Coronavirus era rapidamente cresciuto segnando un picco.

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