Covid: risalgono i contagi e per quattro Regioni si avvicina il rischio zona gialla. Ecco quali sono

Nonostante l’altissima percentuale di cittadini che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino, la situazione viene definita preoccupante per quel che riguarda l’andamento del numero dei nuovi positivi.

Il numero delle persone risultate positive ai tamponi infatti sta crescendo più velocemente rispetto alle settimane precedenti, e questo porta ad un inevitabile incremento anche del numero dei ricoveri sia nei reparti ordinari che di terapia intensiva.

A rischiare di finire in zona gialla già a partire da lunedì 22 novembre è anzitutto il Friuli Venezia Giulia, ma per il lunedì seguente a correre lo stesso rischio sono anche il Veneto e la provincia autonoma di Bolzano.

Stando ai dati relativi alla diffusione del contagio che sono stati diffusi con gli ultimi report, anche la Liguria e la Valle d’Aosta stanno vivendo una ripresa del contagio, e secondo l’Associazione italiana di epidemiologia ci troviamo in “una situazione epidemica in grave peggioramento” che entro due settimane potrebbe portare tutte e quattro le suddette Regioni più la provincia autonoma di Bolzano a superare i 250 nuovi casi per 100 mila abitanti.

Con gli stessi numeri un anno fa zona rossa

Fino a meno di un anno fa con numeri simili il governo prevedeva l’inserimento in zona rossa, ma adesso il numero dei ricoveri a parità di nuovi casi è decisamente più basso, per cui il sistema sanitario nazionale riesce ancora a rispondere adeguatamente senza finire in affanno.

E d’altra parte sarebbe decisamente difficile da giustificare il contrario visto che sono trascorsi ormai quasi due anni dalla comparsa in Europa del Sars-CoV-2 e questo vuol dire che c’è anche stato tutto il tempo, ed eventualmente le risorse, per potenziare la sanità quanto necessario per sopperire ad eventuali improvvisi aumenti dei ricoveri per via di questo o di altri futuri virus.

In realtà però sotto questo aspetto è stato fatto ben poco, e ben poco si è investito anche sulle terapie domiciliari la cui applicazione permetterebbe di impegnare molto meno le strutture ospedaliere sull’intero territorio nazionale.

Quattro Regioni verso la zona gialla

L’incidenza settimanale dei nuovi casi potrebbe raggiungere nel giro di due settimane quota 250 per 100 mila abitanti in almeno quattro Regioni del Nord più la provincia autonoma di Bolzano.

In altre otto Regioni invece si potrebbe arrivare fino a 150 nuovi casi positivi a settimana per 100 mila abitanti, mentre la meda nazionale attualmente è intorno a 78.

Ma quali sono le Regioni che rischiano di più? Troviamo prima di tutto il Friuli Venezia Giulia, dove l’incidenza settimanale dei nuovi casi ha raggiunto già oggi quota 233, con i posti letti nei reparti di terapia intensiva che hanno superato la soglia per il passaggio in zona gialla raggiungendo l’11%, e nei reparti di degenza ordinaria la soglia è molto vicina visto che siamo al 13%.

Anche in Alto Adige le cose vanno più o meno alla stessa maniera, con un’incidenza settimanale di nuovi casi positivi che ha superato i 300. I ricoveri sono cresciuti fino a raggiungere l’8% di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva, ed il 13% negli altri reparti.

Poi abbiamo il Veneto, dove l’incidenza settimanale di nuovi casi è arrivata a 115, quindi nettamente al di sotto delle altre due Regioni del Nord-est, senza contare che nei reparti di terapia intensiva siamo intorno al 6%, e si scende al 4% nell’area medica.

Non dimentichiamo che il Veneto è una delle due Regioni italiane che hanno aumentato il numero di posti letto disponibili superando (abbondantemente) gli obiettivi fissati dal governo Conte bis nel decreto Rilancio.

Ma non si può certo dire che il governatore Luca Zaia si stia cullando sugli allori. “Passeremo anche in zona rossa se non si fermano i contagi” avverte infatti “siamo preoccupati per questo incremento lento e inesorabile. Per fortuna gli ospedali non sono pieni grazie ai vaccini. Ma nel giro di due settimane, stando alle proiezioni, rischiamo di avere cento persone in intensiva”.

A novembre rischio zona gialla o persino arancione per alcune Regioni

Sono queste quattro Regioni del Nord a rischiare di finire in zona gialla già entro la fine del mese di novembre, ma non è da escludere che dalla gialla si passi ancora all’arancione, il che causerebbe danni enormi all’economia.

Con la zona gialla cambia qualcosa rispetto alla zona bianca in cui si trova attualmente l’intero territorio italiano con alcune eccezioni circoscritte a piccole realtà comunali. In zona gialla infatti si passa dall’obbligo di mascherina in caso di assembramenti, all’obbligo di mascherina laddove non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza in maniera continuativa.

Poi vengono reintrodotti i limiti riguardanti il numero di persone che possono sedere insieme allo stesso tavolo al chiuso. Un limite quanto meno bislacco visto che al chiuso possono sedere solo persone in possesso del Green Pass e quindi (teoricamente) ‘immuni’ al Covid, o con tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

In caso di zona arancione invece scatterebbero di nuovo le chiusure che abbiamo visto da ottobre 2020 a maggio/giugno 2021.

Uno scenario che non deve ripetersi, e che preoccupa tutti, compreso il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga che ha dichiarato: “siamo a un passo dalla zona gialla. Il passaggio alla zona arancione sarebbe drammatico: è una cosa che non possiamo far pagare a quanti si sono disciplinatamente vaccinati”.

La situazione contagi nelle altre Regioni

Il numero dei casi positivi al Sars-CoV-2 è cresciuto negli ultimi giorni anche in altre Regioni d’Italia, come le Marche ad esempio, dove l’incidenza dei nuovi casi settimanali ha raggiunto i 99 su 100 mila abitanti. Quanto ai posti letto, nei reparti di terapia intensiva siamo interno all’8%, mentre negli altri reparti siamo a quota 6%.

L’andamento del contagio e il problema della pressione sulle strutture ospedaliere è stato affrontato dall’assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, che ha voluto ricordare che si può contare su “una riserva di altri 25 posti in terapia intensiva” che possono essere attivati “nel caso i ricoveri aumentassero”.

“Siamo pronti anche con gli anticorpi monoclonali per evitare le ospedalizzazioni” ha aggiunto ancora Saltamartini “intanto è indispensabile curare anche le altre acuzie”.

Anche nel Lazio il numero dei ricoveri sta crescendo, in questo caso fino a raggiungere il 7% nelle terapie intensive e il 9% in area medica.

Intanto in Lombardia il coordinatore della campagna vaccinale Guido Bertolaso ha tenuto ad evidenziare: “il dato sull’incidenza è a mio avviso il più importante di tutti. E la Lombardia è stotto la media nazionale”.

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