Col Green Pass in cinema, ristoranti e bar anche se positivi. Per risolvere il bug serve la revoca del pass

Non basta il Green Pass, nemmeno nella sua versione ‘super’ a scongiurare il rischio che nei luoghi pubblici, all’aperto o al chiuso, siano presenti persone positive al virus e quindi in grado di contagiare altre persone.

D’altra parte che il Green Pass non fosse una misura di sanità pubblica era stato già ampiamente chiarito da tutti i fronti, ed è stato anche più volte sottolineato che essere vaccinato non significa di per sé essere fuori pericolo, si può ancora contagiare ed essere contagiati, e si può persino contrarre la malattia in forma grave ed eventualmente morire.

Insomma di certezze i vaccinati ne hanno ben poche in più rispetto ai non vaccinati, salvo per il fatto che con un Super Green Pass hanno accesso libero ovunque, ristoranti, bar, cinema, teatri, palestre, piscine, dove possono recarsi anche a distanza di sette, otto mesi dal vaccino, quindi sostanzialmente nelle stesse condizioni di un qualsiasi non vaccinato, ma senza che nessuno richieda loro una prova di negatività al virus.

Un bel buco nel sistema del Green pass che è sotto gli occhi di tutti da mesi, ma del quale si è sempre preferito parlare molto poco, lasciando invece ampio spazio alla campagna di demonizzazione continua di cui sono oggetto i non vaccinati, additati come unici responsabili della diffusione del virus.

Un sistema, quello della tessera verde, che non solo non prevede controlli periodici finalizzati ad accertare che il soggetto non abbia nel frattempo contratto il virus da asintomatico, ma non prevede nemmeno alcuna forma di sospensione della validità del pass nel caso in cui il soggetto abbia, per altre ragioni, fatto un tampone risultando positivo.

In parole povere una volta ottenuto, il Green Pass non può essere sospeso o revocato fino alla sua naturale scadenza. Ma cosa significa questo? Significa che se questa ‘rete’ dovesse servire a contenere la diffusione del virus, avrebbe sicuramente le maglie fin troppo larghe.

In viaggio da positivo ma con il Green Pass

Un esempio, e non è nemmeno il più eclatante, è quello di quel ragazzo (vaccinato) che era stato messo in quarantena per essere risultato positivo al tampone, che ha però violato la disposizione per andare a trovare la sua fidanzata a Torino.

I controlli del Green Pass erano andati tutti a buon fine naturalmente, è stata invece una sua leggerezza ad incastrarlo in quanto avendo effettuato la registrazione all’hotel con i propri dati personali è stato ‘localizzato’ dalla rete di tracciamento.

In questo caso sarebbe stato sicuramente più funzionale, se lo scopo è davvero quello di contenere il contagio, un Green Pass la cui validità potesse essere sospesa fino a nuovo riscontro di negatività al virus attraverso apposito test.

Col Super Green Pass positivi ovunque senza controlli

In realtà però il ‘bug’ va ben oltre i casi di persone che sono risultate positive al virus e che nonostante questo sfruttano il Green Pass per spostarsi liberamente in barba al rischio di trasmissione del virus. Il buco nel sistema della tessera verde è molto più grande, perché i cittadini con Super Green Pass hanno troppo spesso l’errata convinzione di non poter essere contagiosi, mentre così non è affatto.

Ciò comporta che queste persone nella maggior parte dei casi faranno i tamponi solo se strettamente necessario, e mentre un non vaccinato si trova costretto a fare anche due o tre tamponi a settimana, un vaccinato può essere positivo e contagioso senza saperlo per mesi e mesi, ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Il virus non solo continua a circolare, ma mentre si dà la caccia ai cosiddetti ‘no vax’, eventi aperti ai soli vaccinati rischiano di diventare dei veri e propri focolai.

Insomma se il Green Pass dovesse essere uno strumento a tutela della salute pubblica sarebbe un totale fallimento, ma visto che non lo è possiamo limitarci a dire che presenta alcuni “bug” piuttosto importanti che il governo di Mario Draghi dovrebbe, almeno in teoria, provare a risolvere.

Circa 100 mila persone positive in giro con Green pass valido

Attualmente, stando a quanto leggiamo su Il Giorno, “si stima che siano circa 100 mila le persone contagiate che attualmente in Italia stanno circolando con un Green Pass valido per entrare in ristoranti, palestre, cinema e altri luoghi” dai quali i non vaccinati sono esclusi.

Pare che il governo si stia quindi attivando per metterci una pezza, e sulla base di quanto leggiamo sull’Adnkronos l’introduzione della possibilità di revoca del green pass in caso di positività al tampone dovrebbe arrivare nel giro di qualche giorno.

Leggiamo che il presidente del Consiglio e il ministro della Salute stanno tentando di spingere sulle istituzioni europee per ottenere una qualche omogeneità tra le regole imposte in tutti i Paesi membri circa la possibile revoca del certificato verde.

In realtà vi è già una enorme disomogeneità costituita dal fatto che il green pass europeo nasce solo per agevolare gli spostamenti tra i vari Paesi, e solo il governo italiano ha reso il Green Pass una misura talmente discriminatoria da negare a chi non lo possiede persino il diritto al lavoro.

Come dovrà cambiare la app VerificaC19 per sospendere il Green Pass

Non è da escludere in ogni caso che un domani non troppo lontano il Green Pass possa anche essere revocato ad esempio in caso di positività al virus. Perché ciò sia possibile deve essere stabilito un collegamento più efficiente tra le banche dati delle aziende sanitarie locali alle quali arrivano le segnalazioni dei positivi fatte dai medici di base sull a base dei test molecolari effettuati e quelle del ministero della Salute.

Poi bisognerebbe aggiornare la app di controllo Verifica C19, predisponendola a ricevere continui aggiornamenti della lista delle persone risultate positive, in modo tale che nel momento in cui avviene la scansione di un Green Pass valido, ma rilasciato ad una persona presente in quell’elenco, l’esito della verifica sarebbe negativo e quindi l’accesso negato.

Perché tutto ciò sia possibile sarà necessario ottenere ancora una volta il via libera da parte del Garante della Privacy, e a quel punto la ‘toppa’ sarà pronta, e la tessera verde potrà continuare a dare a milioni di cittadini ignari la sensazione che i luoghi frequentati da persone con Super Green Pass siano fuori pericolo per quanto riguarda il rischio trasmissione del contagio.

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