Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo studio realizzato da Oxfam, ed è emerso che nel corso dei due anni di pandemia da Covid-19 nel mondo si sono concretizzati due contrapposti scenari: da una parte le persone più ricche del mondo, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno visto crescere ulteriormente le proprie ricchezze, e dall’altra i comuni cittadini con un’impennata della povertà e delle disuguaglianze.
Con lockdown e restrizioni 163 milioni di persone finiscono in povertà
Il rapporto dell’Oxfam ha messo in evidenza come le fortune dei 10 individui più ricchi del mondo siano cresciute complessivamente da 700 miliardi di dollari a 1.500 miliardi nel giro di due anni appena. Il ritmo di crescita delle loro ricchezze è stato di 15.000 dollari al secondo, e nello stesso periodo, sempre secondo lo studio di Oxfam, la povertà si è estesa a macchia d’olio.
“163 milioni di persone sono cadute in povertà a causa della pandemia” si legge nello studio dell’Oxfam “dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021″.
Recapitolando quindi abbiamo con l’inizio della pandemia la maggior parte dei Paesi ricchi che impongono lockdown e pesanti limitazioni delle libertà individuali nel dichiarato intento di contenere la diffusione del virus.
Il risultato è che sia sotto l’aspetto dei ricoveri che dei decessi non vi sono sostanziali differenze tra Paesi che scelgono la strada delle restrizioni e Paesi che decidono di non stravolgere la vita dei cittadini imponendo misure di dubbia efficacia, e spesso prive di qualsivoglia base scientifica.
Le differenze però si manifestano in modo eclatante sotto l’aspetto economico, con un aumento vertiginoso del numero di persone in condizioni di povertà assoluta, un’impennata preoccupante della disoccupazione, per non parlare della crisi della supply chain con cui ancora oggi siamo costretti a fare i conti.
Per una ristretta cerchia di persone, tra cui i cosiddetti “milionari patriottici”, il contesto sopra sommariamente descritto non comporta un danno economico, anzi offre l’opportunità di realizzare utili da capogiro.
Nel frattempo i vari governi nazionali (vedasi il caso del governo italiano) mettono in campo misure di vario tipo con il dichiarato intento di offrire un aiuto economico concreto alle imprese in crisi. I risultati però sono quanto mai insoddisfacenti visto che disoccupazione e povertà continuano a dilagare.
Le risorse a disposizione però sono limitate, dicono dal governo, bisogna dosare gli aiuti. E quello che la politica si dimostra incapace di fare, viene proposto al World Economic Forum dagli stessi miliardari.
La proposta dei “milionari patriottici”
Sono infatti i 102 uomini più ricchi del mondo a rivolgere un appello ai governi nazionali chiedendo di pagare più tasse. La lettera viene indirizzata ai decisori politici invitandoli a rivedere l’attuale sistema di tassazione che si presenta ingiusto e nettamente sbilanciato a favore dei più facoltosi.
Insomma se un domani la proposta dei “milionari patriottici” dovesse essere accolta, una tassazione più equa non sarà una conquista che arriva dal basso, non sarà stata la base dei cittadini, attraverso i propri rappresentanti nelle istituzioni e quindi la politica, ad aver conseguito questo risultato, si tratterà invece della generosa concessione delle élite finanziarie.
“Fateci pagare più tasse” si legge nella lettera “mentre il mondo ha sofferto in questi due anni, molti di noi possono dire di aver visto aumentare la loro ricchezza durante la pandemia. Pochi di noi, forse nessuno, può invece dire onestamente di aver pagato il giusto di tasse”.
Secondo i più ricchi del mondo il sistema attuale ha creato una mancanza di fiducia da parte dei comuni cittadini nei confronti delle élite, da cui l’appello: “il mondo, e ogni Paese, deve chiedere ai ricchi di pagare il giusto. Tassateci, e tassateci ora”.
Non sappiamo ancora se la lettera presentata in concomitanza con le riunioni virtuali del WEF svoltosi dal 17 al 22 gennaio scorso verrà presa in considerazione oppure no. Il messaggio in essa contenuto però è piuttosto chiaro: i più ricchi del mondo sono tenuti a pagare la loro parte per spingere la ripresa economica globale.
Ma cosa cambierebbe se davvero si andasse in questa direzione? Stando a quanto si afferma in uno studio che gli stessi “milionari patriottici” hanno realizzato insieme ad Oxfam e ad altre organizzazioni no-profit, se venisse introdotta una imposta sul patrimonio progressiva che parte dal 2% per chi ha più di 5 milioni di dollari e arriva al 5% per i miliardari, si potrebbero raccogliere più di 2.500 miliardi di dollari.
Stiamo parlando di una patrimoniale dal 2 al 5 per cento soltanto, e sarebbe sufficiente a tirar fuori da una condizione di povertà circa 2,3 miliardi di persone, garantendo assistenza sanitaria e protezione sociale per tutte le popolazioni dei Paesi a basso reddito.
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