Green pass e obbligo vaccinale al lavoro, in Italia le norme più stringenti. Ecco cosa succede negli altri Paesi europei

Nei giorni scorsi è emerso che il governo guidato da Mario Draghi sta valutando la possibilità di operare un’ulteriore stretta nel tentativo di spingere altri cittadini a sottoporsi alla somministrazione del vaccino, e questa volta si parla di introdurre l’obbligo di Super Green pass per tutti i luoghi di lavoro.

L’Italia pronta a rafforzare l’obbligo di Green pass contro il parere del Consiglio d’Europa

Se si andrà effettivamente in questa direzione, in Italia il lavoro sarà prerogativa dei cittadini guariti dal Covid o vaccinati, per tutti gli altri il diritto al lavoro sarà ufficialmente sospeso. Mentre fino ad ora esisteva se non altro la possibilità di pagare per lavorare, sottoponendosi due o tre volte a settimana al tampone a proprie spese, presto anche questa opzione verrà meno.

E mentre il Consiglio d’Europa si è espresso in modo molto chiaro, parlando di misure discriminatorie che ledono i diritti umani, in Italia il governo prosegue dritto sulla sua strada. L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, organizzazione con sede a Strasburgo nata nel 1949 dalla Convenzione europea dei diritti umani ha infatti bocciato l’uso delle certificazioni verdi finalizzato a punire i non vaccinati.

La risoluzione del Consiglio d’Europa infatti esorta infatti gli Stati a “informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole” e a “garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato”.

Nel testo intitolato “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche” viene altresì precisato che il concetto stesso di passaporto vaccinale è “contrario alla scienza” in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita.

Francia: obbligo di Super Green Pass ma solo per lavori a contatto col pubblico

Se l’Italia con il governo di Mario Draghi sta facendo da apripista nell’utilizzo del Green Pass per imporre in modo surrettizio la somministrazione del vaccino, nella quasi totalità degli altri Paesi europei non sta accadendo nulla di tutto questo, con due o tre eccezioni soltanto.

In Francia ad esempio, a partire dal 24 gennaio, è stata introdotta l’obbligatorietà di esibire un Green pass ottenuto con guarigione o vaccinazione per tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico. In pratica come il nostro Super Green pass. Inoltre per tutti coloro che lavorano in ambito sanitario e in ambito medico-sociale esiste l’obbligo di vaccino già dal 16 ottobre.

Austria: obbligo di Green pass (base) su tutti i luoghi di lavoro

In Austria le regole sono molto simili a quelle imposte in Italia, infatti è previsto l’obbligo di Green pass (base) per tutti i luoghi di lavoro, il che significa che per lavorare chi non è vaccinato (e non è guarito dal Covid) deve sottoporsi a tampone che dimostri la negatività al virus.

La differenza sostanzialmente è che mentre in Italia i non vaccinati che si trovano costretti, per lavorare, ad effettuare due o tre tamponi a settimana, devono pagarli di tasca propria, in Austria sono gratis.

In ogni caso sui luoghi di lavoro è fatto sempre obbligo di indossare le mascherine Ffp2, mentre per chi lavora in ambito sanitario, a contatto con anziani o con il pubblico deve sottoporsi al vaccino.

In tutte le aziende potranno essere effettuati controlli sia a tappeto che a campione, e in caso di violazione sono previste multe fino a 500 euro per i dipendenti che non risulteranno in regola, e per i datori di lavoro sanzioni fino a 3.600 euro.

Germania: green pass per lavorare come in Italia

Anche in Germania le regole sono come quelle imposte in Italia, stando a quanto riferisce l’Adnkronos in un approfondimento sulla situazione nei vari Paesi europei.

Pare infatti che anche in Germania il governo abbia deciso di applicare la regola dell’obbligo del Green pass (base) per poter lavorare. Sono inoltre previste sanzioni sia per i dipendenti che per i datori di lavori che non rispettano le regole, con multe fino a 25.000 euro.

Viene anche precisato che i datori di lavoro sono tenuti ad offrire l’alternativa del telelavoro ove possibile. Poi sono previste regole più severe per gli ospedali e in generale per chi lavora a contatto con anziani e disabili, infatti a partire dal 15 marzo in questi contesti sarà obbligatorio essere vaccinati o guariti dal Covid per continuare a svolgere il proprio lavoro.

Negli altri Paesi d’Europa nessun obbligo di green pass per lavorare

Negli altri Paesi europei non vi è alcun obbligo di Green pass per lavorare, si arriva al massimo a consigliare il lavoro da remoto ove possibile. Non vi sono obblighi di sorta in Svezia, inutile dirlo, così pure non ve ne sono in Spagna. In Danimarca tutte le restrizioni sono già decadute a partire dal 1° febbraio, e non vi sono nemmeno più raccomandazioni per lavorare da casa in luoghi di lavoro pubblici o privati.

L’approccio razionale della Danimarca prevede che siano i datori di lavoro a valutare la situazione ed organizzare la gestione del personale in base all’andamento locale dei contagi. Sono inoltre previste raccomandazioni speciali per testare il personale che si occupa dell’assistenza agli anziani, e così pure per il personale degli asili nido e della scuola primaria.

Nessun obbligo di Green pass in Belgio, dove ci si limita a imporre il lavoro a distanza laddove possibile. Il governo infatti ha introdotto un sistema a rotazione che permette di recarsi sul luogo di lavoro solo una volta a settimana. Laddove non sia possibile adottare la soluzione dello smart working il datore di lavoro è tenuto a rilasciare un certificato che lo attesti.

Anche in Bulgaria non è previsto nessun obbligo di green pass o di vaccino per lavorare, così pure in Olanda dove si chiede di lavorare da casa e di rispettare la distanza di sicurezza ove lo smart working non sia possibile. Stesso discorso anche in Finlandia, che ha suggerito di optare per il lavoro da remoto quando possibile.

In Norvegia il lavoro a distanza è stato perlopiù messo da parte, ma si consiglia comunque di utilizzare quando possibile lo smart working in tutti i casi in cui ciò sia possibile per le caratteristiche del lavoro svolto. Altri Paesi europei senza Green Pass sono il Portogallo, la Romania, ed ovviamente il Regno Unito.

In pratica a parte Italia, Francia, Germania e Austria in tutta Europa non esiste obbligo vaccinale né obbligo di green pass per lavorare. E nonostante questo la situazione sia dal punto di vista dei contagi che di ricoveri e decessi è tutt’altro che preoccupante.

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