CBDC: l’euro digitale sfida i giganti del Tech. Il futuro dei pagamenti in UE

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Arriva l'euro digitale: una sfida ai big dei pagamenti digitali - BorsaInside.com

Nell’ottobre del 2025, la zecca della Banca Centrale Europea darà vita virtualmente a un progetto ambizioso: l’Euro Digitale. Questa iniziativa, ideata dall’Eurotower guidato da Christine Lagarde, rappresenta una sfida diretta ai colossi della tecnologia americani.

La strada da percorrere è chiara ed è stata già tracciata dalla Federal Reserve di Jerome Powell con il dollaro digitale. Si sta pianificando la creazione di una forma di denaro virtuale, conosciuto come “contante 4.0,” che sarà proposta come alternativa alle banconote e alle monete tradizionali.

Questo nuovo sistema di pagamento, almeno nei dichiarati intenti, sarà sempre a disposizione dei cittadini e delle imprese, sia per transazioni online che per acquisti fisici, facilitando gli scambi tra privati e con la Pubblica Amministrazione.

Le CBDC sono la risposta delle banche centrali alle criptovalute?

L’Euro Digitale rappresenta la risposta ponderata della Banca Centrale Europea alle oscillazioni del mercato delle criptovalute, come il Bitcoin, che, pur essendo degli strumenti finanziari, hanno acquisito notevole risonanza, e alla crescente presenza dei giganti della tecnologia americani nel settore dello shopping online.

Basti pensare ai servizi di pagamento “puri” come PayPal, o a quelli integrati con il mondo dell’e-commerce come Amazon, così come numerose altre società che offrono accesso a vendite promozionali periodiche come Wepee, Privalia, Westwing o Saldi Privati.

La gran parte di queste aziende si basa attualmente su transazioni con carta di credito, sebbene sia comune anche l’addebito diretto sul conto corrente.

Attualmente manca ancora un quadro normativo definitivo, il quale sarà delineato dalla Commissione Europea. Tuttavia, l’idea chiave è che l’Euro Digitale verrà distribuito attraverso le banche e altri intermediari finanziari regolamentati. Sarà accessibile tramite un’applicazione mobile dedicata o un portafoglio digitale, noto come wallet.

Un aspetto cruciale è che i commercianti non potranno rifiutare pagamenti in Euro Digitale, così come non possono oggi rifiutare contanti fisici. Inizialmente, si prevede che ci sarà un limite massimo di possesso di 3.000 euro per utente.

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Euro digitale: concorrenza e privacy

L’Euro Digitale si caratterizzerà per essere gratuito nell’uso, sicuro, affidabile ma, soprattutto, controllato. L’industria dei pagamenti digitali 4.0 è in continuo fermento, come dimostrato dal recente aumento del 13% delle azioni di Nexi su Piazza Affari, in risposta all’interesse mostrato da un fondo di private equity britannico, CVC.

In questo settore, i nostri dati sensibili sono in gioco, e il Ministero del Tesoro, che detiene una partecipazione in Nexi tramite Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane, è molto attento a preservare un asset considerato strategico.

Per quanto riguarda la privacy dell’Euro Digitale, la BCE garantirà che non avrà accesso ai dati degli utenti, che rimarranno sotto il controllo delle banche e degli altri intermediari finanziari che operano in un contesto di competizione.

Mentre Amazon e PayPal offrono servizi aggiuntivi come pagamenti rateali, in alcuni casi a tassi d’interesse zero e con resi gratuiti, la missione principale della BCE è la creazione e la regolamentazione della moneta comune.

È importante sottolineare che le banche dell’Europa continentale, soggette alla supervisione sia della BCE che della Banca d’Italia, potrebbero risentire dell’introduzione dell’Euro Digitale, con un potenziale impatto stimato fino al 20% sui loro profitti a causa di minori commissioni e crescenti costi operativi.

Come ci insegnano i successi di Steve Jobs, Jeff Bezos ed Elon Musk, non possiamo ignorare il futuro, ma dobbiamo anticiparlo. La BCE mira proprio ad anticipare e trarre vantaggio dai cambiamenti in corso, in un contesto di continui rialzi dei tassi di interesse, che stanno mettendo in difficoltà le imprese italiane e rendendo sempre più difficile l’accesso a una casa per chi ha un reddito medio-basso.

L’ossessione tedesca di mantenere l’inflazione entro il 2% potrebbe essere realizzata, a condizione che eventi globali come i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina non ne ostacolino il raggiungimento.

Tuttavia, quando i fautori della rigida disciplina di bilancio si paleseranno, l’Europa potrebbe trovarsi a fronteggiare le conseguenze negative sui PIL e sulla crescita economica, soprattutto alla luce delle sfide post-pandemiche.

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