
La First Brands, produttore statunitense di componenti per auto noto per marchi come Raybestos, Trico e FRAM, ha presentato istanza di fallimento con passività superiori ai 10 miliardi di dollari. Il crollo ha sorpreso investitori e autorità, spingendo il Dipartimento di Giustizia USA ad aprire un’inchiesta.
Secondo James Gellert, presidente esecutivo di RapidRatings International, il lungo periodo di tassi d’interesse bassi aveva permesso a molte aziende di sopravvivere indebitandosi facilmente. “Per anni le imprese non fallivano perché il denaro costava poco”, ha spiegato Gellert. “Ora che i tassi sono tornati alti, stiamo vedendo fallimenti come non se ne vedevano dal 2010”.
Le imprese private sono le più esposte alla crisi
Negli ultimi mesi, le aziende private hanno registrato un’impennata dei fallimenti, raggiungendo livelli record. Secondo Gellert, il rapporto tra fallimenti di aziende private e pubbliche è oggi di 10 a 1, mentre quello tra ristrutturazioni e fallimenti è di 2 a 1.
Le imprese di fascia media finanziate da credito privato sono le più vulnerabili: la mancanza di trasparenza nei loro bilanci rende difficile per i responsabili della supply chain individuare per tempo i segnali di stress finanziario. “Non puoi gestire un rischio che non conosci”, ha ricordato Gellert.
Circa il 75% delle catene di approvvigionamento è composto da aziende private, spesso appartenenti ai livelli Tier 2 e Tier 3. Proprio in queste fasce si sta concentrando il peggioramento della salute finanziaria.
“Come vanno le aziende private, così va la resilienza della supply chain”, ha commentato Gellert. Il CEO dell’Institute for Supply Management, Thomas W. Derry, ha aggiunto che le imprese dovrebbero “guardare oltre il primo livello di fornitori” per evitare sorprese.
Margini sotto pressione tra tassi d’interesse e inflazione
La fine dell’era dei tassi bassi, unita all’aumento dei costi di manodopera e materie prime, ha eroso i margini di molte aziende medie. Tra il 20% e il 25% delle imprese non riesce più a coprire gli interessi annuali con i ricavi operativi. “Un quarto delle catene di fornitura private non può pagare i propri interessi per un anno intero”, ha dichiarato Gellert.
Molte aziende si affidano al factoring (la vendita dei crediti a terzi) o alla supply chain finance per ottenere liquidità immediata. Tuttavia, l’uso eccessivo di questi strumenti può aggravare i problemi di cassa o generare dipendenza finanziaria. Nel caso di First Brands, il ricorso massiccio al factoring e l’estensione dei tempi di pagamento avrebbero compromesso i flussi di cassa, portando l’azienda al collasso.
Gestione del rischio: equilibrio tra AI e giudizio umano
Secondo Gellert e Derry, una gestione efficace del rischio richiede analisi basate su intelligenza artificiale integrate con valutazioni umane. L’obiettivo non è solo evitare il fallimento, ma individuare in anticipo segnali di fragilità come ritardi nelle consegne o calo della qualità.
“Se non conosci la salute finanziaria dei tuoi fornitori e il 75% di loro è nel settore privato verrai colto di sorpresa”, ha concluso Derry.
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