Elezioni politiche 2022 e conseguenze sui mercati, cosa dobbiamo aspettarci secondo Carmignac

Stando agli ultimi sondaggi dovrebbe essere Giorgia Meloni a vincere le prossime elezioni politiche, e per la prima volta in Italia potremmo avere un presidente del Consiglio donna. Al di là di questo però, il dato interessante riguarda il fatto che nell’attuale complesso contesto politico, economico e finanziario dell’Italia, il governo sarebbe formato dalla coalizione in cui il principale partito è l’unico che sulla carta è rimasto all’opposizione durante il governo di Mario Draghi.

Ma se vogliamo analizzare a fondo la situazione, ci sono molti aspetti da considerare, come fa notare Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac, che ci illustra quale potrebbe essere l’impatto sui mercati finanziari della preannunciata vittoria dei partiti di centro destra.

La linea del nuovo governo di centro destra

Il partito di Giorgia Meloni si è presentato all’elettorato con toni meno duri del solito, proponendo una linea politica per certi versi più accomodante, ma al di là dei toni e dei programmi con cui il partito si è proposto in campagna elettorale, molto dipenderà dai ministri che verranno eletti e dalla loro provenienza.

Sarà soprattutto questo a determinare infatti quanto euroscettica sarà di fatto la linea dell’esecutivo che nascerà dalle consultazioni elettorali di domenica. A preoccupare gli investitori in parte però è anche il fatto che Fratelli d’Italia fino ad oggi è sempre stato un partito di opposizione, e non è detto che sappia districarsi una volta alla guida del governo, e destreggiarsi tra le istituzioni italiane ed europee.

200 miliardi di euro per la ripresa dell’Italia

L’esperto di Carmignac parla nella sua analisi di una situazione economica che “ha favorito un tono più tenue” e ricorda che quest’estate la crescita economica del nostro Paese è stata resiliente.

Siamo anche in attesa di quasi 200 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dalla Commissione Ue nell’ambito del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), risorse che però sono strettamente condizionate al rispetto di diversi requisiti da parte dell’Italia.

Se tutto andrà come da attese, al’Italia spetteranno circa 20 miliardi di euro ogni sei mesi, ma per quel che riguarda la richiesta della prossima tranche, anche se è già stata inviata per il momento è in attesa di essere accolta.

L’Italia tra inflazione e recessione economica

L’esperto di Carmignac spiega che “il governo presieduto da Mario Draghi ha predisposto il bilancio 2023 già all’inizio dell’anno, con un deficit che dovrebbe attestarsi intorno al 3.9% del PIL e una crescita pari al 2% per il prossimo anno. Inoltre l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse non è stato pienamente avvertito, dal momento che il rialzo è stato rapido e la maggior parte del debito è stata ampliata con rendimenti relativamente bassi”.

Questo però non esclude, secondo l’esperto, che nel prossimo futuro la situazione economica peggiori ulteriormente.

Inizialmente abbiamo assistito ad una lieve spinta che però era legata all’aumento delle entrate fiscali, ed ora “i livelli di inflazione attesi dovranno essere modificati parallelamente alla spesa e all’indicizzazione delle pensioni“.

Si prevede poi un rallentamento della crescita economica, fino a raggiungere un periodo di recessione che durerà presumibilmente diversi trimestri. Un motivo questo che da solo basta per portare il deficit oltre il 5%, contro il 3,9% inizialmente previsto.

Molto dipenderà poi, nei prossimi mesi, dal modo in cui il futuro governo tenterà di mantenere le promesse elettorali, specie quelle in ambito fiscale, con la riforma delle pensioni e la flat tax, senza contare che bisognerà riuscire ad evitare il fiscal cliff che l’Italia rischia per via delle spese sostenute nel corso di un 2022 particolarmente travagliato.

Quali sono le implicazioni per i mercati finanziari

Al quadro generale bisogna poi aggiungere il fatto che “secondo le previsioni degli operatori di mercato e dei funzionari della BCE, la politica monetaria della Banca Centrale rimarrà per qualche tempo in territorio restrittivo. Dato le aspettative di un atteggiamento da falco da parte della BCE, la dinamica del debito pubblico del Paese tornerà ad essere di nuovo sotto esame”.

Per gli investitori fonte di preoccupazione sono soprattutto l’inflazione e la corsa dei banchieri centrali verso politiche monetarie più restrittive a fronte del rapido aumentare delle probabilità di ritrovarsi in recessione economica.

Il contesto politico ed il contesto economico non dovrebbero causare un incremento del livello di volatilità dei mercati quanto meno nel breve periodo, e lo spread italiano dovrebbe restare nell’intervallo 200-250 punti base.

Secondo l’esperto di Carmignac inoltre “le opinioni negative sui mercati italiani del reddito fisso sembrano essere abbastanza condivise e si sono rivelate anche piuttosto impegnative da attuare, con le obbligazioni italiane a 10 anni che rendono più del 4%”.

Pertanto in uno scenario come quello in cui ci trovaimo “le posizioni negative sui tassi di interesse core (piuttosto che su quelli periferici) costituiscono un’alternativa migliore, per riflettere l’impatto negativo dell’inflazione persistente, della normalizzazione della Bce e del front-loading dei rialzi dei tassi di interesse”.

Dobbiamo aspettarci però, sulla base dell’analisi di Carmignac, che nei prossimi sei mesi la tendenza attuale degli spread italiani cambi con l’evolversi della retorica politica, in vista di un eventuale razionamento del gas e dell’energia atteso per l’inverno, di una crescita economica al di sotto delle aspettative, e in considerazione delle maggiori attenzioni da parte della Commissione Ue.

In questo scenario potrebbero essere messi a dura prova sia la credibilità della BCE che il Transmission Protection Instrument (TPI), cioè lo strumento anti-frammentazione su cui punta molto Bruxelles.

Quali sono gli altri possibili esiti delle elezioni politiche 2022

Se da una parte appare evidente che l’esito più probabile delle elezioni politiche che si terranno domenica è quello della vittoria dell’alleanza di centrodestra, dall’altra ci sono almeno altri due scenari alternativi che vale la pena considerare.

Probabilmente quello che emergerà dalle consultazioni elettorali del 25 settembre sarà la vittoria dei tre partiti di centrodestra, con Fratelli d’Italia alla conquista della maggior parte dei consensi e primo partito in Italia, seguito da Lega e Forza Italia.

Non possiamo escludere tuttavia che il Movimento 5 Stelle arrivi a sorprendere con un risultato migliore delle aspettative, raccogliendo più voti del previsto soprattutto nelle Regioni del Sud. Oppure a sorprendere con un esito migliore delle attese potrebbe essere il duo Renzi-Calenda, e questo indebolirebbe la maggioranza complessiva. Con un risultato del genere dovremmo aspettarci un aumento della volatilità, data l’incertezza legata al necessario processo di rinegoziazione.

L’altro scenario che non possiamo escludere è quello in cui Fratelli d’Italia e Lega riescono a raggiungere da soli una percentuale di consensi tale da non aver bisogno di Forza Italia per formare una coalizione e andare al governo del Paese.

Si tratta dei due partiti italiani che, quanto meno sulla carta, sono quelli meno ‘ortodossi’, e un eventuale governo di queste due forze politiche senza un partito più consolidato come Forza Italia potrebbe essere valutato negativamente dai mercati finanziari.

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