Finanziamenti contro la crisi energetica, Italia seconda in Europa dopo la Germania

Ad oggi l’Italia risulta essere il secondo Paese in Europa per investimenti nel campo dell’energia volti a contrastare l’attuale crisi aggravata dalla gestione della crisi ucraina.

L’Italia infatti ha complessivamente stanziato nel corso del 2022 intorno ai 45 miliardi di euro per contrastare la crisi energetica, e le aziende italiane hanno modificato il proprio approccio rispetto alle agevolazioni per l’efficientamento energetico.

Un report stilato dal Centro Studi di Gruppo Finservice ha evidenziato che nel corso del 2022 l’Italia ha registrato una percentuale di richiesta di bandi e contributi che risulta del 100% più alta rispetto all’anno scorso.

Sono diversi mesi ormai che l’Europa, succube delle decisioni di Washington per quel che riguarda la gestione della crisi ucraina e quindi dei rapporti con la Russia, si ritrova in una situazione di grande difficoltà e incertezza.

La crisi energetica innescata da una serie di scelte politiche poco accorte compiute nel corso degli ultimi anni, ma determinata soprattutto dalla decisione di imporre sanzioni contro la Russia e di rinunciare quindi quasi dall’oggi al domani alle sue preziose risorse energetiche, ha causato enormi disagi a imprese e famiglie d’Italia e del resto d’Europa.

Questa situazione, come evidenziato dal portale economico Visual Capitalist, ha spinto i Paesi europei a investire poco meno di 250 miliardi di euro per sostenere le famiglie, le associazioni e le imprese. Ma ci sono Paesi che hanno investito più di altri, e pare che l’Italia si trovi tra i primi.

Quali sono i Paesi Ue che hanno investito di più contro la crisi energetica

Ci sono Paesi d’Europa che hanno investito molto più di altri per contrastare la crisi energetica, e tra questi troviamo proprio l’Italia, al secondo posto di questa classifica.

Al primo posto tra i Paesi che hanno stanziato maggiori risorse in campo energetico troviamo la Germania, con più di 55 miliardi di euro, seguita dall’Italia coi suoi 45 miliardi e dalla Francia con 41.

In particolare sono state destinate risorse per crediti d’imposta per le industrie e bonus a supporto delle famiglie, ma con le recenti decisioni del governo di Giorgia Meloni, che si muove verso la stretta sul superbonus e vaglia ipotesi alternative la classifica potrebbe presto subire dei cambiamenti.

Secondo una recente indagine di Confartigianato in Italia il caro energia sta mettendo a rischio quasi 900 mila imprese e oltre 3,5 milioni di posti di lavoro.

Esistono però alcune agevolazioni che sono state introdotte dal precedente governo e che sono state confermate dalla Legge di Bilancio 2023, e in particolare parliamo del credito d’imposta per aziende ad alto consumo energetico e degli incentivi alle organizzazioni per investire in fonti di energia rinnovabile.

Come le aziende italiane sfruttano le risorse per l’efficienza energetica

Ed è sempre grazie alla recente indagine di Confartigianato che abbiamo la possibilità di vedere in che modo si stanno muovendo le imprese italiane per affrontare la crisi energetica.

Si registra anzitutto un aumento dell’attenzione delle aziende per agevolazioni e strumenti per il risparmio, l’efficientamento e la sostenibilità energetica.

Risulta che nel corso del 2022 circa il 31% delle aziende italiane ha sviluppato pratiche di efficientamento energetico. In particolare hanno dimostrato attenzione a questi incentivi le aziende del Nord Ovest, del Sud e delle Isole.

Si registra tuttavia un aumento dell’attenzione specie nel Centro Italia, dove nel 2022 abbiamo registrato un aumento del 100% circa del numero di clienti con pratiche energia.

L’incentivo che sembra aver avuto maggior successo, nell’attirare le aziende verso misure volte a contrastare la crisi energetica e i conseguenti rincari, sono le agevolazioni fiscali come il credito d’imposta energia elettrica e gas, che rappresentano il 40% circa di tutte le pratiche presentate.

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