In arrivo nuovi rincari sulla benzina, quanto pesa il taglio della produzione di petrolio deciso dall’Opec+

La decisione dei Paesi dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno non è piaciuta al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma soprattutto non piacerà ai consumatori, specie a quelli europei, che oltre a dover sostenere i forti rincari sulle bollette per via degli aumenti del prezzo del gas, dovranno affrontare anche nuovi aumenti del prezzo di diesel e benzina.

In occasione del vertice dei produttori di petrolio che si è tenuto nella giornata di ieri, 5 ottobre 2022, a Vienna, è stato infatti sancito un accordo sulla base del quale la produzione di greggio verrà ridotta notevolmente, con la diretta conseguenza di un aumento del costo del barile.

Il presidente Usa, Joe Biden, aveva fatto pressing sui rappresentanti del Cartello affinché non venisse ridotta la produzione di petrolio, proprio per evitare il conseguente aumento dei prezzi del carburante.

Per conto della Russia ha preso parte al vertice il vice premier Aleksander Novak, con delega al settore energetico, il quale ha accolto le richieste del Cartello guidato dall’Arabia Saudita.

Un simile taglio della produzione di greggio non si vedeva dall’emergenza Covid

Non sarà facile, per le famiglie e per le imprese europee, far fronte all’aumento del prezzo dei carburanti in arrivo nelle prossime settimane per via del taglio della produzione di greggio deciso dai Paesi dell’Opec+.

Si tratta tra l’altro di un taglio significativo, come non se ne vedevano dall’emergenza Coronavirus, e ora quello che dobbiamo aspettarci è che gli aumenti sul costo dei carburanti si andranno a sommare agli aumenti sulle bollette dell’energia elettrica e del gas.

“Un rialzo dei prezzi energetici contribuirà a far galoppare i prezzi, a far contrarre la domanda, con pesanti effetti sulla crescita mondiale, aumentando il rischio di fare entrare tutti in recessione” ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, nel commentare la notizia della decisione presa dai Paesi dell’Opec+.

“Probabilmente non sarebbe cambiato nulla, ma dobbiamo registrare l’assenza di una qualunque pressione politica da parte dell’Ue nei confronti dei Paesi Opec+. Se tutti avessero fatto come Biden, magari il taglio sarebbe stato meno consistente” ha aggiunto ancora Dona.

Quali sono gli attuali prezzi di benzina e diesel

Nelle prossime settimane dobbiamo aspettarci quindi un significativo aumento dei prezzi di benzina e diesel conseguente alla decisione di ridurre la produzione di 2 milioni di barili al giorno.

Ma quali sono gli attuali prezzi? L’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo Economico ha raccolto i prezzi praticati comunicati dai gestori, poi elaborati dalla Staffetta, come rilevati alle ore 8 del 4 ottobre 2022 su circa 15 mila impianti di rifornimento.

  • benzina: self service 1,6411 euro/litro, servito 1,788 euro/litro
  • diesel: self service 1,744 euro/litro, servito 1,890 euro/litro
  • Gpl: 0,789 euro/litro
  • metano: 3,146 euro/kg
  • Gnl: 3,173 euro/kg

I prezzi che vediamo ora sono destinati ad aumentare in modo significativo prossimamente. Non dimentichiamo che la decisione dell’Opec+ di ridurre la produzione è proprio una risposta al calo del prezzo del petrolio, avvenuto nelle ultime settimane, che è passato da 126 a 79 dollari al barile.

Secondo il Wall Street Journal la decisione presa dall’Opec+ sarebbe in realtà una mossa dalla Russia per mettere in difficoltà gli Stati Uniti, dove tra poco più di un mese si terranno le elezioni di metà mandato, e per far pagare all’Occidente le maggiori spese per il completamento della missione militare speciale in Ucraina.

Dobbiamo quindi aspettarci nelle prossime settimane conseguenze rialziste sull’inflazione globale e sui prezzi dei carburanti, con tutto ciò che ne deriva.

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