PNRR: l’Italia rischia davvero di perdere i fondi?

L’Italia sta rischiando di perdere i fondi europei del PNRR. E’ questo il tema al centro del dibattito politico delle ultime settimane. L’opposizione non perde tempo e lancia pesanti accuse all’esecutivo Meloni che risponde per le rime. All’interno della stessa maggioranza, poi, sono nervi sempre più tesi tra i rappresentanti della Lega e quelli di Fratelli d’Italia con i primi che esortano il governo a fare un passo indietro e a rinunciare a parte dei fondi per evitare che l’Europa accenda un faro e i secondi che invece tirano dritto.

Ma al di là dell’aspro confronto tra maggioranza e opposizione e all’interno della stessa maggioranza, quale è la reale situazione? Stiamo davvero rischiando di perdere i fondi del PNRR a causa dei ritardi cronici della macchina burocratica?

Cerchiamo di ricostruire questa vicenda che sicuramente infiammerà il dibattito per tutta la settimana di Pasqua.

Facciamo quindi un passo indietro andando al momento in cui la bomba PNRR è esplosa.

Italia in ritardo sul PNRR? Scontro tra le forze di maggioranza

I fondi destinati dal PNRR all’Italia sono qualcosa di immenso. Ammontano infatti a ben 209 miliardi di euro. Nonostante i tanto sforzi, la macchina amministrativa del Bel Paese non è riuscita a superare gli atavici vizi che la caratterizzano: inefficienza e lentezza. Risultato di tutto questo è che adesso l’Italia rischia seriamente di perdere almeno una parte di questi fondi. Il problema è nelle scadenze che sono oramai sempre più vicine. Ovviamente avvicinandosi le date calde, la tensione cresce sempre di più. E’ per questo che con tutta probabilità lo scontro è destinato ad intensificarsi nei prossimi giorni.

Il problema non è “economico” ma è politico perchè a lanciare la polemica non stata una forza di opposizione ma la Lega partito di governo.

Il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari ha affermato che è assolutamente fondamentale iniziare a “riflettere ed evitare sprechi facendosi prendere dalla fretta. Spenderli per spenderli senza identificare i progetti realmente necessari non ha senso. Per questo si potrebbe arrivare a valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito, che sono sempre soldi che vanno a pesare sulle finanze degli italiani“.

Il senso di queste parole è molto chiaro: se non c’è la capacità della burocrazia allora è meglio non spendere una parte dei fondi PNRR piuttosto che spendere a casaccio senza alcuna progettualità.

A rispondere al rappresentante della Lega è stata la stessa Meloni che, nel corso di un intervento al Vinitaly, ha affermato come il tema della “rinuncia a parte dei fondi” sollevato dalla Lega non sia all’ordine del giorno. La premier ha inoltre aggiunto di non essere preoccupata per l’approssimarsi delle scadenze affermando poi che l’Italia sarà capace di recuperare i ritardi.

Al di là delle parole che lasciano sempre il tempo che trovano, il dossier PNRR è sul tavolo del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. L’impostazione dell’esecutivo è così sintetizzabile: ci sono criticità ereditate dal precedente governo che deveno essere corrette in modo tale da poter poi arrivare a duna sorta di “rimodulazione” dei fondi del PNRR e a una differente gestione. Cambiamenti quindi si ma rinuncia assolutamente no.

Che questa sia l’impostazione dell’esecutivo lo si comprende anche da una successiva dichiarazione che Meloni ha rilasciato al presidente della Repubblica. La premier ha detto al capo dello stato che “l’ipotesi di perdere le risorse” non è assolutamente all’ordine del giorno. Quello che si sta prendendo in considerazione, ha aggiunto Meloni è invece “’ipotesi di farle arrivare a terra in maniera efficace e tutto il lavoro che questo richiede è un lavoro che noi faremo“. E per rimarcare il concetto Meloni ha aggiunto che “si sta negoziando su tanti aspetti ma la linea che sta portando avanti l’esecutivo è quella di non rinunciare e non perdere a nessuna risorsa”.

E intanto fonti del governo tirano dritto affermando che ciò che è in atto è solo una rimodulazione “dei fondi di spesa visto che in realtà c’è chi finge di non saperlo ma tutti sono ben consapevoli che ci sono progetti non realizzabili al 2026“.

Insomma i progetti ereditati dal precedente esecutivo sono spesse irrealizzabili nelle tempistiche indicate e da qui tutto il problema sul PNRR. Ma siamo sicuri che sia solo questo?

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