Clessidra e soldi

In un’epoca in cui i pagamenti avvengono sempre più tramite smartphone e le visite in filiale si riducono drasticamente, i conti correnti vivono un paradosso apparentemente inspiegabile: diventano più costosi proprio mentre le banche spingono massicciamente verso il digitale. L’indagine di Altroconsumo per L’Economia del Corriere della Sera, condotta dall’economista Donato Todisco, ha analizzato l’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC) dal luglio 2024 al giugno 2025, rivelando un’Italia bancaria in profonda trasformazione.

Online non sempre significa risparmio

Contrariamente alle aspettative, i conti correnti online mostrano aumenti significativi che colpiscono trasversalmente tutte le categorie di clientela. I pensionati con 189 operazioni annue si ritrovano a pagare il 23% in più, con una spesa media salita a 47,15 euro. Le famiglie con 228 operazioni registrano un aumento del 21% raggiungendo i 41,31 euro, mentre i giovani subiscono rincari del 17% per un totale di 29,98 euro. I principali responsabili di questa escalation sono Hallo Bank!-BNL, Widiba del gruppo MPS e Mediolanum, che hanno ritoccato verso l’alto tariffe e canoni.

Tuttavia, il panorama digitale offre ancora eccezioni virtuose: Isybank del gruppo Intesa Sanpaolo propone un conto gratuito per gli under 35, mentre N26 e Revolut mantengono costi contenuti rispettivamente a 4 e 5,34 euro annui. ING risulta la soluzione più economica per famiglie e pensionati con conti a costo zero.

La rivoluzione di Intesa Sanpaolo

Nel settore tradizionale, Intesa Sanpaolo ha operato una vera rivoluzione lanciando il 23 giugno tre nuove formule: XMe Gold per famiglie e pensionati, XMe Silver per i giovani. I risultati sono stati immediati: le famiglie sono passate da una spesa annua di 215,80 euro a 127,30, i pensionati da 211,80 a 128,10 euro e i giovani da 169,50 a 115 euro. Oltre 750mila clienti hanno già aderito al piano IsyPrime Under 35, che consente anche l’apertura autonoma di conti cointestati con numerose agevolazioni.

Poste Italiane conquista il podio

Poste Italiane ha adottato una strategia vincente puntando su sconti legati a specifiche condizioni, conquistando la prima posizione nelle classifiche di convenienza per tutte le tipologie di clientela. Le famiglie pagano in media 98,15 euro l’anno, i pensionati 89 euro e i giovani appena 29 euro. Al contrario, Monte dei Paschi ha aumentato i canoni per tutte le categorie con incrementi dell’ICC superiori al 50%, perdendo così posizioni nella graduatoria.

L’obsolescenza dell’indicatore ICC

Un tema cruciale emerge riguardo l’obsolescenza dell’ICC, nato vent’anni fa ma oggi ritenuto inadeguato perché non rispecchia più il comportamento reale dei clienti. Le operazioni tradizionali su cui si basa – assegni e prelievi di contante – sono sempre meno frequenti. I prelievi agli sportelli automatici sono scesi a 806 milioni nel 2024 dai 860 milioni del 2022, mentre l’uso degli assegni è crollato da 450 a soli 60 milioni annui. La Banca d’Italia, in accordo con ABI, sta lavorando a una revisione dell’ICC basata su metodi innovativi.

L’impatto della normativa sui bonifici istantanei

Il Regolamento UE 2024/886 sui bonifici istantanei ha prodotto effetti inaspettati: contrariamente alle previsioni, ha portato a una riduzione generalizzata delle commissioni. I bonifici istantanei online sono scesi da 2,35 euro a 73 centesimi, mentre quelli ordinari sono calati da 1,01 a 76 centesimi. Tuttavia, le operazioni allo sportello vedono aumenti: i bonifici salgono a 5,43 euro e le operazioni PagoPA si attestano su 1,80 euro.

I campioni del risparmio

Nella classifica finale dei conti più convenienti, considerando un profilo tipo con stipendio accreditato e giacenza media di 4.000 euro, IBL Banca conquista il primo posto tra i conti classici con “Controcorrente – Pacchetto semplice”, che non solo azzera i costi ma garantisce un guadagno di 2,96 euro grazie al tasso attivo dello 0,1%. Tra i conti online, “SI conto! Corrente” di Banca Sistema offre un tasso dell’1,5% garantendo un guadagno annuo di 44,40 euro.

Il panorama bancario italiano del 2025 dimostra che la digitalizzazione non è sinonimo automatico di convenienza, ma richiede scelte strategiche mirate da parte sia delle banche che dei consumatori per ottenere il massimo vantaggio economico.

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