
Milioni di automobilisti britannici coinvolti nello scandalo del mis-selling dei finanziamenti auto riceveranno risarcimenti inferiori al previsto, secondo il nuovo piano della Financial Conduct Authority (FCA). Il regolatore ha dichiarato che fino a 14 milioni di contratti di finanziamento stipulati tra aprile 2007 e novembre 2024 potrebbero dare diritto a un rimborso, ma la cifra media per ogni accordo scenderà da 950 sterline a circa 700 sterline. In totale, gli istituti di credito dovranno pagare fino a 8,2 miliardi di sterline in compensazioni.
Cosa è successo: commissioni e contratti ingannevoli
L’indagine della FCA riguarda accordi di commissione illeciti tra concessionari e finanziarie, contratti non equi e informazioni fuorvianti fornite ai clienti. In molti casi, i concessionari ricevevano commissioni basate sul tasso d’interesse applicato ai clienti, creando un conflitto di interesse che spingeva a proporre finanziamenti più costosi del necessario.
Nel 2021, la FCA ha vietato le “Discretionary Commission Arrangements” (DCA), che consentivano ai venditori di ottenere bonus maggiori facendo pagare interessi più alti agli acquirenti, senza che questi ultimi ne fossero a conoscenza.
Oltre alle DCA, il regolatore ha riscontrato casi in cui:
- le commissioni superavano il 35% del costo totale del credito, rendendo il contratto ingiusto;
- alcuni acquirenti non ricevevano informazioni corrette sulle alternative di finanziamento;
- altri erano vincolati a determinati istituti tramite accordi di esclusiva.
Come funzionerà il nuovo schema di risarcimento
La FCA propone un sistema centralizzato e gratuito per i consumatori, che consentirà di ricevere automaticamente il rimborso senza dover ricorrere a studi legali o società di gestione reclami.
Il direttore della FCA, Nikhil Rathi, ha dichiarato:
“È tempo che i clienti ricevano un risarcimento equo. Sappiamo che non tutti saranno pienamente soddisfatti, ma abbiamo trovato un modo giusto per andare avanti”.
Il regolatore ha inoltre fatto rimuovere oltre 700 annunci pubblicitari ingannevoli di società che cercavano di lucrare sui rimborsi.
Il nuovo schema prevede che:
- i lender contatteranno chi ha già presentato reclamo; se non ricevono risposta entro un mese, valuteranno automaticamente il caso;
- chi ha già fatto reclamo verrà risarcito per primo;
- chi non ha ancora agito riceverà una comunicazione entro sei mesi dall’avvio del programma, con la possibilità di aderire entro altri sei mesi;
- chi non sarà rintracciabile avrà un anno di tempo per presentare richiesta.
La FCA stima che il 44% dei contratti di finanziamento stipulati dal 2007 rientrerà nel piano. Tuttavia, una sentenza della Corte Suprema di agosto 2024 ha ristretto il campo dei casi risarcibili, riducendo la platea potenziale.
Critiche e reazioni
Non mancano le polemiche. Adrian Dally, direttore della Finance and Leasing Association, sostiene che la FCA stia “sovracompensando” i consumatori:
“Non riconosciamo perdite di questa entità. Il numero di persone indicate dal regolatore ci sembra eccessivo”.
Al contrario, avvocati e associazioni dei consumatori denunciano che il piano è “annacquato” rispetto alle aspettative.
Kevin Durkin, legale che ha difeso il caso Marcus Johnson presso la Corte Suprema, ha definito le nuove proposte “una seconda ingiustizia per i consumatori”.
Anche David Bott dello studio Bott and Co ha espresso dubbi:
“La vera misura del successo sarà se il piano offrirà un risarcimento realmente proporzionato al danno subito”.
Quando arriveranno i rimborsi
La FCA punta ad avviare ufficialmente il programma all’inizio del 2026, con i primi pagamenti nei mesi successivi. Tuttavia, chi ha cambiato indirizzo o non è più in contatto con il proprio prestatore potrebbe dover aspettare più a lungo.
Il giornalista finanziario Martin Lewis ha invitato gli istituti di credito a non ostacolare il processo:
“Se vogliono chiarezza, non combattano questo piano. È il momento di andare avanti”.
Per milioni di automobilisti britannici, questo schema rappresenta una possibile chiusura di uno dei più grandi scandali finanziari legati al credito al consumo, ma anche un monito: la trasparenza nei finanziamenti è una conquista ancora da difendere.
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