
Il futuro di Api – Anonima Petroli Italiana, storica compagnia della famiglia Brachetti Peretti che controlla oltre 4.500 distributori a marchio IP, sembra ormai scritto. Secondo fonti vicine al dossier, la società statale azera Socar (State Oil Company of Azerbaijan) sarebbe a un passo dalla firma per rilevare il 100% del gruppo, con una valutazione complessiva vicina ai 3 miliardi di euro.
La valutazione dell’operazione
Le indiscrezioni parlano di un accordo strutturato su circa 2,5 miliardi di euro, a cui si aggiungerebbero circa 500 milioni di cassa. Una cifra in linea con le stime circolate negli ultimi mesi. A supportare la trattativa ci sarebbero due grandi istituti italiani: Intesa Sanpaolo IMI CIB al fianco di Socar e UniCredit al fianco della famiglia Brachetti Peretti.
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Perché l’Italia è strategica per Socar
Con l’acquisizione della rete IP, Socar rafforzerebbe in maniera significativa la sua presenza nel Mediterraneo. Api non gestisce solo i distributori, ma anche raffinerie ad Ancona e Trecate, impianti di stoccaggio a Roma e un importante contratto di lavorazione a Ravenna. Nel 2023, inoltre, la compagnia ha già ampliato le proprie capacità rilevando asset italiani di Exxon Mobil.
Per Socar, che possiede una delle più grandi raffinerie del Mediterraneo in Turchia (con una capacità di oltre 200 mila barili al giorno), si tratterebbe di un consolidamento strategico. Una mossa che segue il recente passaggio della raffineria Saras, ceduta dalla famiglia Moratti al colosso Vitol, e che conferma il progressivo disimpegno delle famiglie private dalla raffinazione europea.
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Il nodo del golden power
Resta aperta la questione dell’approvazione da parte del governo italiano. Il settore energetico è considerato strategico e l’esecutivo potrebbe esercitare i poteri speciali previsti dal golden power. Tuttavia, i rapporti tra Italia e Azerbaijan sono solidi: il nostro Paese è il principale partner commerciale di Baku per quanto riguarda le forniture di gas.
Un passaggio storico per IP
L’eventuale firma dell’accordo segnerebbe la fine di un capitolo importante nella storia della distribuzione carburanti italiana. IP, marchio simbolo delle stazioni di servizio nel nostro Paese, passerebbe così sotto il controllo di un player internazionale, pronto a investire nel Mediterraneo e a rafforzare la propria influenza energetica in Europa.
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