Giocatori acquistano giochi che non giocheranno mai
Steam - Borsainside.com

Nonostante tutti gli sforzi di Epic Games negli ultimi anni, Steam rimane indiscutibilmente il re degli store digitali per PC. E la cosa sorprendente è che, pur trattenendo il 30% dei ricavi dei giochi venduti, continua ad attrarre più sviluppatori rispetto alla concorrenza, come Epic, che chiede solo il 12% e, dal mese scorso, non applica alcuna commissione sui primi 1.000.000 di dollari incassati.

Perché allora Steam è ancora il preferito dagli sviluppatori? Secondo Chris Zukowski, analista di settore, Valve ha costruito una base di utenti composta da veri e propri accumulatori seriali, gamer che acquistano centinaia di giochi… per non giocarli mai.

Steam ha risolto il “problema Netflix”

Zukowski fa un parallelo interessante: mentre Netflix si scontra con l’eccesso di contenuti e il tempo limitato dell’utente, Valve ha venduto ai giocatori una promessa: che un giorno avranno tempo per giocare a tutto. È un’illusione, certo, ma funziona. Il risultato? Migliaia di utenti riempiono le loro librerie di titoli a cui non dedicheranno mai neanche un’ora.

Anche se i developer cedono il 30% dei ricavi, ricevono in cambio visibilità su un marketplace iperattivo, popolato da gamer che aggiungono titoli alle wishlist e approfittano delle offerte anche senza la reale intenzione di giocare. Durante lo Steam Next Fest, per esempio, molti utenti non hanno nemmeno provato le demo gratuite dei giochi che avevano salvato tra i preferiti.

L’esempio di Chris Wray: 6.062 giochi, solo il 20% avviati

Un caso eclatante è quello di Chris Wray, redattore che possiede oltre 6.000 giochi su Steam. Secondo i dati di SteamDB, ha avviato solo il 20% di essi. Certo, una parte gli è stata fornita per lavoro, ma la maggior parte è stata acquistata di tasca propria. È il perfetto esempio di quel “super gamer” descritto da Zukowski: spende tanto, gioca poco.

Offerte irresistibili e backlog infiniti

La forza di Steam non è solo nel catalogo: è nelle promozioni continue, come i saldi estivi in corso (che terminano domani). Sconti aggressivi, bundle e raccomandazioni personalizzate sono leve potentissime per spingere gli utenti ad acquistare “per il futuro”, alimentando il mito del backlog infinito.

Ironia della sorte, questo comportamento è ormai visto quasi come un “disturbo del collezionismo digitale”. In molti casi non si tratta di un vero desiderio di giocare, ma di un bisogno compulsivo di possedere, alimentato dalla paura di “perdersi qualcosa”. E tu? Sei anche tu un collezionista cronico di giochi non giocati?

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