
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una somma di denaro accantonata obbligatoriamente durante il rapporto lavorativo e corrisposta al dipendente alla cessazione del contratto. Questo fondo viene accumulato nel corso della vita lavorativa del dipendente, destinato ad essere erogato al momento della cessazione del rapporto di lavoro, fungendo come sorta di “ammortizzatore economico”.
Il TFR è costituito da una quota della retribuzione annua lorda del dipendente, accantonata ogni anno dall’azienda, calcolata nella misura del 6,91% della retribuzione annua per i dipendenti pubblici, mentre per i privati rappresenta circa 1/13,5 della retribuzione annua.
Le principali situazioni che danno diritto alla liquidazione del TFR includono:
- Dimissioni volontarie del lavoratore
- Licenziamento (giustificato o meno)
- Pensionamento per raggiunti limiti di età
- Decesso del dipendente (liquidato agli eredi)
- Risoluzione consensuale del rapporto
- Inabilità al lavoro
Tempistiche per i dipendenti del settore privato
Per i lavoratori del settore privato, le tempistiche di liquidazione del TFR sono più rapide rispetto ai dipendenti pubblici. Normalmente, le organizzazioni, salvo problemi di liquidità, versano il TFR in concomitanza con l’ultima busta paga o al massimo entro i successivi 30-45 giorni.
In linea generale, il datore di lavoro ha l’obbligo di corrispondere il TFR entro 30 giorni dalla fine del rapporto di lavoro. Questa normativa è prevista dal Codice Civile Italiano per garantire ai lavoratori la giusta remunerazione per i servizi resi durante l’impiego.
Tuttavia, è importante precisare che non esiste una scadenza ufficiale dettata dalla legge, pertanto bisogna sempre far riferimento alle eventuali indicazioni del proprio CCNL o contratto individuale. In caso di ritardo, il datore di lavoro può incorrere in sanzioni e il lavoratore ha diritto al pagamento di interessi legali.
Tipologia Cessazione | Tempi di Liquidazione | Note Particolari |
---|---|---|
Dimissioni volontarie | 30-45 giorni | Insieme all’ultima busta paga |
Licenziamento | 30-45 giorni | Possibili controversie allungano i tempi |
Pensionamento | 30-45 giorni | Procedura più snella |
Decesso dipendente | 15 giorni dalla richiesta | Liquidato agli eredi legittimi |
Tempistiche per i dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici devono affrontare tempistiche decisamente più lunghe per la liquidazione del TFR o TFS (Trattamento di Fine Servizio). La somma viene pagata almeno 12 mesi dopo la fine del servizio in caso di pensionamento o scadenza del contratto. In caso di inabilità al lavoro o decesso, la liquidazione deve avvenire entro 105 giorni.
Per i dipendenti pubblici la tempistica varia a seconda delle cause di cessazione del rapporto di lavoro. Nello specifico, il TFS/TFR verrà liquidato trascorsi: 90 giorni, per le pensioni di inabilità o per decesso del lavoratore; 12 mesi dalla data in cui si è cessati dal servizio per raggiungimento dei limiti di età e di servizio; 24 mesi, per tutti gli altri casi di cessazione.
La liquidazione può avvenire in forma diversa a seconda dell’importo: in unica soluzione, se l’ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro; in due rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo è superiore.
Modalità di destinazione del TFR
La scelta della destinazione del TFR influisce sui tempi di liquidazione. I lavoratori del settore privato hanno sei mesi dall’assunzione per decidere dove destinare il proprio TFR:
- TFR in azienda: resta accantonato presso il datore di lavoro fino alla cessazione
- Fondo pensione complementare: versato mensilmente a un fondo previdenziale
- Fondo Tesoreria INPS: per aziende con più di 50 dipendenti che scelgono di non aderire alla previdenza complementare
Quando il TFR è destinato alla previdenza complementare gestita dall’INPS, l’iter burocratico prevede un’attesa che può andare dai 60 ai 90 giorni dalla presentazione della domanda.
Casi particolari e situazioni di emergenza
Esistono situazioni specifiche che possono influenzare le tempistiche di liquidazione del TFR. In caso di fallimento dell’azienda, il lavoratore mantiene il diritto a ricevere il TFR attraverso il Fondo di Garanzia INPS, anche se i tempi si allungano considerevolmente.
Nella sfortunata ipotesi in cui l’azienda dovesse fallire, i tempi necessari per ricevere la buonuscita si allungano. Il lavoratore può ottenere il TFR direttamente dall’INPS grazie al fondo di garanzia a tutela dei dipendenti privati, ma le tempistiche possono protrarsi per alcuni anni.
È importante ricordare che il diritto al TFR si prescrive dopo cinque anni dal momento in cui è sorto, salvo interruzione della prescrizione con atto interruttivo formale.
Anticipo del TFR: quando è possibile
I lavoratori possono richiedere un anticipo del TFR in specifiche circostanze, senza attendere la cessazione del rapporto lavorativo. L’anticipo è concesso fino al 70% del TFR maturato per spese sanitarie gravi, acquisto prima casa per sé o per i figli, o ristrutturazioni edilizie.
Una volta inviata la domanda, l’azienda ha l’obbligo di procedere al pagamento entro 60 giorni, pena sanzioni previste dalla legge italiana.
Per i dipendenti pubblici, dal 2023 è possibile richiedere l’anticipo del TFS direttamente all’INPS con un tasso di interesse fisso dell’1%, rappresentando una novità importante per velocizzare l’accesso a questa prestazione.
In conclusione, conoscere i tempi di liquidazione del TFR è fondamentale per una corretta pianificazione finanziaria, considerando le significative differenze tra settore pubblico e privato nelle tempistiche di erogazione.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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