
Nel 2022, poco dopo il debutto pubblico di ChatGPT, il professore di Stanford Jeff Hancock si accorse di qualcosa di insolito nei compiti dei suoi studenti: testi scorrevoli, ma privi di reale sostanza, con lo stesso stile prolisso e inconcludente. Non era un caso isolato. Hancock e la ricercatrice Kate Niederhoffer hanno poi dato un nome a questo fenomeno: workslop.
Il termine indica la produzione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale che sembrano lavoro ben fatto, ma in realtà sono vuoti, confusi o incompleti, costringendo chi li riceve a spendere ulteriore tempo per interpretarli o rifarli da capo.
Cos’è il workslop e perché è dannoso
Secondo una ricerca condotta da BetterUp e dallo Stanford Social Media Lab, il workslop è percepito come uno dei nuovi problemi organizzativi più rilevanti. Il 40% dei lavoratori intervistati afferma di aver ricevuto contenuti di questo tipo nell’ultimo mese. In media, stimano che il 15% delle informazioni ricevute a lavoro sia di scarsa qualità e riconducibile all’uso improprio dell’IA.
Gli esempi spaziano da email troppo verbose che non comunicano nulla, a codice incompleto, fino a presentazioni piene di frasi altisonanti ma prive di dati concreti. L’effetto immediato è un aumento del carico di lavoro: chi riceve workslop deve decidere se rifarlo, chiedere al collega di rifarlo o “accettarlo” come sufficiente, con un inevitabile calo di efficienza e fiducia.
Il costo nascosto del workslop
Lo studio stima che i lavoratori impieghino in media quasi due ore al mese per gestire le conseguenze del workslop, con un costo invisibile di circa 186 dollari per dipendente. In un’azienda di 10.000 persone, questo si traduce in una perdita di produttività vicina ai 9 milioni di dollari l’anno.
Ma oltre al danno economico, il workslop genera frustrazione, sfiducia e perdita di tempo. Più della metà dei lavoratori dichiara di sentirsi infastidita o confusa quando lo riceve, mentre circa un terzo tende a non voler più collaborare con i colleghi che lo producono.
Come ridurre il workslop
Secondo gli studiosi, la soluzione sta nella gestione consapevole dell’IA in azienda. I leader devono fornire linee guida chiare, spiegare quando e come utilizzare gli strumenti di generazione automatica e incoraggiare i team a discutere apertamente delle pratiche migliori.
Inoltre, è fondamentale dichiarare quando un contenuto è stato creato con l’aiuto dell’IA, così da permettere a chi lo riceve di comprenderne il contesto e integrare eventuali parti mancanti.
Come sottolinea Niederhoffer, l’IA può essere uno strumento straordinario, ma solo se usata per valorizzare le competenze umane, non per sostituirle con testi vuoti e copiati.
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