Procedura Ue, i giornali annunciavano una catastrofe che non è arrivata

Doveva arrivare una tremenda stangata, ma a quanto pare le previsioni dell’intero panorama italiano dell’informazione erano esageratamente pessimistiche. Qualcuno potrebbe pensare che più o meno tutte quante le testate giornalistiche sono contro questo esecutivo, ma non sta a noi dirlo. Noi ci limiteremo a dare una lettura ai titoloni che hanno occupato ampio spazio sulle pagine dei quotidiani a partire dal mese di maggio.

“L’Ue gela l’Italia, Manovra bis da 18 miliardi” si leggeva su alcuni giornali, oppure “la Commissione vede la fine del governo”. Insomma non esattamente le migliori prospettive per il futuro, secondo alcuni dei più importanti giornali italiani, ma alla fine questa fantomatica resa dei conti sul debito pubblico italiano non è mai arrivata.

L’Europa ha deciso che non avvierà alcuna procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia. L’esecutivo ce l’ha fatta e sapeva di farcela. Lo sapeva il premier Giuseppe Conte, che ha trattato con Bruxelles, e lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alcuni giorni fa aveva dichiarato di non vedere per quale ragione l’Europa avrebbe dovuto aprire una procedura contro l’Italia.

Ma cosa più importante di tutte, la Commissione Europea ha ritenuto che la procedura di infrazione non avesse alcun motivo per essere aperta nei confronti dell’Italia, smentendo così tutte le previsioni dei grandi giornali. Proprio come continuava a dire il premier Conte che vedeva nel negoziato con la Ue la possibilità di aprire spiragli. “L’economia non arranca” diceva Conte, ma i giornali prevedevano il peggio sempre e comunque.

Era il 4 maggio quando Repubblica titolava: “Pil in calo e debito. L’Ue vede nero sull’Italia ed è pronta alla stangata” e il primo giugno rincarava la dose “l’Italia rischiatutto” si leggeva sull’apertura, e venivano accomunate le critiche del governatore di Bankitalia Ignazio Visco allo spread e al rendimento dei titoli di stato italiani. Passano due giorni e la situazione veniva descritta così: “L’Italia ha una settimana per evitare l’infrazione.”

Continuano le brutte notizie il 5 giugno: “dall’Europa arriva la bufera. Ecco il documento che inchioda il governo: tutto da rifare. La Ue boccia il reddito di cittadinanza e quota 100. Il debito italiano pregiudica il futuro delle nuove generazioni.” Conferme di quanto prospettato il 5 del mese giungono 10 giorni dopo: “deficit, l’Europa presenta il conto: nove miliardi in sette giorni” una sorta di missione impossibile per il governo, e infatti si legge poi: “la pazienza dei governi dell’Unione è finita.” “Le previsioni economiche della primavera toglieranno ogni alibi al gabinetto di Conte.”

Secondo La Repubblica, nella migliore delle ipotesi l’Italia sarebbe andata incontro ad una “Maxi stangata per il 2020, ultimo tentativo per tenere in carreggiata i conti di un Paese ormai considerato un rischio per la moneta unica.” Nella peggiore invece “l’Italia sarà messa immediatamente sotto procedura sul debito: una limitazione alla sovranità economica che peserà sulla nazione per anni, a prescindere da chi la governerà in futuro.” Sfuggiva però agli autori la possibilità che la procedura d’infrazione non venisse applicata affatto.

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