Le mozioni sul Tav al voto al Senato. La prima mozione presentata è quella del M5s

Alcuni mesi fa, il premier Conte aveva lasciato in sospeso la questione del Tav, ma poi ha rotto gli indugi, e ha dato il suo sì formale all’opera. La linea alta velocità Torino-Lione si farà perché non farla costerebbe più che completarla, o iniziarla in realtà, visto che del traforo ancora nemmeno l’ombra.

Ma iniziata o no, per il presidente del Consiglio l’opera deve andare avanti: “Alla luce degli investimenti comunitari, non realizzare il Tav costerebbe più che completarlo” ha affermato a fine luglio “e soltanto il Parlamento può recedere unilateralmente dal contratto.” 

Tralasciando le perplessità del Movimento 5 Stelle e dello stesso vicepremier Luigi Di Maio, in merito alla veridicità dell’affermazione del premier, la palla è di fatto passata al Senato, dove i 5 Stelle hanno da subito promesso battaglia. Questo è un tema sui quali non sono disposti a fare nessun passo indietro, ed il rischio che la Lega causi una crisi di governo non sono affatto poche.

Le mozioni sul Tav si votano nella mattinata di oggi, e delle 6 che verranno presentate, quella del Movimento 5 Stelle è la prima ad affrontare il verdetto dell’Aula. Al Senato sarà presente, tra gli altri, lo stesso vicepremier Matteo Salvini, che essendo anche senatore ha diritto di voto, mentre dall’altra ci sarà il Ministro dei Trasporti del M5s Danilo Toninelli, da sempre strenuo oppositore dell’opera e naturalmente Luigi Di Maio.

“Per noi è una battaglia importante ed è ovvio che Di Maio ci sarà” dicono all’Ansa i grillini “sarà bello veder votare la Lega insieme al sistema, come ha già fatto su Radio Radicale.”. Ed è proprio questo il punto. Mentre fino ad ora in Parlamento nonostante i malumori e le differenze tra le due forze politiche al governo, i numeri non sono mai mancati alla maggioranza, in questa occasione l’ingranaggio potrebbe spezzarsi.

Opposizioni: Lega e Movimento 5 Stelle votino da soli

Il fatto che la prima mozione ad essere votata sarà proprio quella del Movimento 5 Stelle, significa che in caso di approvazione, le rimanenti 5 mozioni, cioè quelle di Pd, Più Europa, Liberi e Uguali, Forza Italia e Fratelli d’Italia, non avrebbero alcuna ragione di essere presentate. Ed è per questo che tutta la tensione della giornata è concentrata sulla mozione dei 5 Stelle.

Dai banchi delle opposizioni arrivano sempre più numerose le esortazioni a lasciare le forze di maggioranza sole a votare l’una la mozione dell’altra. In questo modo metterebbero a nudo le enormi divergenze di pensiero, e le distanze incolmabili tra le due forze di governo.

Se effettivamente Lega e Movimento 5 Stelle venissero lasciati soli al voto, la mozione a passare sarebbe quella dei pentastellati, e lo farebbe senza alcuna difficoltà. Ma questo vorrebbe dire che vincerebbe in Parlamento il No al Tav, e che verrebbe smentita la posizione assunta dal premier Conte che si era invece espresso favorevolmente. 

E anche se da Palazzo Chigi assicurano: “il voto sul Tav non è un giudizio sul governo o su Conte”, è evidente che all’interno dell’esecutivo qualcosa ha probabilmente smesso di funzionare. La crisi di governo, viste le premesse, appare vicinissima, ed il rischio è che arrivi proprio ad un giorno dalla pausa estiva del Parlamento, e proprio nelle settimane in cui si sta preparando la manovra di bilancio, che tra le altre misure prevedrebbe il taglio del cuneo fiscale e la cancellazione della Tasi promessa dal leader della Lega.

Lega: il voto non cambierà nulla e il Tav si farà 

La posizione della Lega è chiara con il suo Sì al Tav, anche se un tempo la posizione di Salvini era tutt’altra, ma ora se non altro sembra che il Carroccio abbia deciso che il Tav è di importanza fondamentale per il Paese e che debba essere fatto. Non solo, secondo la Lega la votazione delle mozioni di oggi non ha alcun significato se non quello politico.

“Si ricorda” dicono fonti vicine al premier “che il tentativo di revisione del progetto Tav si è rivelato infruttuoso per la determinazione della Francia di proseguire nella realizzazione dell’opera e per la disponibilità della Commissione Europea a integrare il finanziamento già stanziato” ma precisano poi che, come anticipato dallo stesso Conte, il Parlamento “potrà valutare diversamente, assumendosi la responsabilità di intraprendere un percorso finalizzato a impedire, in maniera unilaterale, la realizzazione dell’opera”.

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