Qual è l’obiettivo di Renzi? Lo ha detto chiaramente alla Leopolda

Sono passati solo pochi giorni dall’incontro alla ex stazione Leopolda di Matteo Renzi con il popolo di Italia Viva, la sua nuova formazione politica, eppure alcuni dettagli sembrano essere già passati in secondo piano. Messaggi arrivati in sordina e dimenticati subito, primo tra tutti il vero obiettivo di Renzi all’interno dell’esecutivo giallo-rosso.

Quello che abbiamo subito memorizzato è che Renzi ha aperto ai delusi del centrodestra, specialmente agli elettori di Forza Italia, che ne sono diventati un po’ gli esodati. Renzi, in alcune occasioni già soprannominato Renzusconi, sembra proprio voler occupare con Italia Viva, il vuoto in buona parte già lasciato da Forza Italia, e di Berlusconi divenire così il degno erede.

Abbiamo notato che Renzi si pone in modo piuttosto critico nei confronti dell’attuale esecutivo, quasi fosse all’opposizione si direbbe. Eppure di privare il governo del supporto di Italia Viva non se ne parla, lo ha detto lui stesso. Quello che cerca di fare è trainare questo esecutivo almeno fino all’elezione del presidente della Repubblica, poi, se i tempi saranno maturi per il suo partito, staccare la spina e tornare al voto.

Nel tempo che intercorre dovrà raggranellare il maggior numero di consensi, e per meglio riuscire nell’impresa continuerà a criticare qualsiasi misura, contenuta nella manovra economica, che rischi di essere impopolare, ergendosi a paladino ora di questa ora di quest’altra porzione dell’elettorato.

Una specie di finta opposizione fatta dall’interno della maggioranza, che se tutto va bene gli permetterà di racimolare ancora un paio di punti percentuale prima della fine dell’anno. Ma facciamo un passo indietro, perché quello di incrementare i consensi al suo partito è senza dubbio un obiettivo importante, ma è una cosa che si può fare in molti modi, specie stando all’opposizione per davvero invece che per finta.

Ma Renzi il lusso di passare all’opposizione non può proprio permetterselo, perché se il governo cade, le ripercussioni sul responsabile della seconda crisi in meno di un anno sarebbero l’ultimo dei suoi problemi. Il compito affidato al leader di Italia Viva infatti, quello che ha la massima priorità se non altro, è quello di evitare che si torni alle elezioni, con conseguente vittoria inevitabile della destra salviniana, e l’elezione del primo presidente della Repubblica euroscettico. Questo sarebbe quanto preme alla cosiddetta élite economico-finanziaria, alla BCE e a gruppi di potenti apolidi come il Bilderberg.

Il mini conflitto d’interessi del premier Conte

Più che di un conflitto di interessi, in questo caso si tratta in realtà di una cattiva pubblicità che arriva dalla sua sfera privata, qualcosa su cui il presidente del Consiglio a tutti gli effetti non può esercitare un controllo.

Proprio in questo periodo in cui si parla molto di onestà a trasparenza, e il premier Conte punta il dito contro gli evasori fiscali promettendo un giro di vite senza precedenti nella manovra economica in cantiere, ecco che scoppia una scomoda polemica che lo riguarda abbastanza da vicino.

Il “suocero” di Giuseppe Conte, che è di fatto solo il padre della compagna in realtà visto che il premier non è sposato, è il proprietario dell’hotel di lusso “Plaza” di Roma e ha di recente patteggiato poco più di un anno di reclusione (che per la cronaca non ha scontato in carcere) per essersi messo in tasca la tassa di soggiorno pagata dai clienti dell’albergo dal 2014 al 2018 invece di versarla, come previsto dalla legge, al Comune di Roma.

La cifra di cui si è indebitamente appropriato ammonta alla bellezza di oltre 2 milioni di euro, ma nonostante questo i media mainstream non hanno dedicato alla vicenda molto spazio. Vicenda che non si è ancora neppure conclusa, visto che il Comune di Roma, quindi l’amministrazione Raggi, ha richiesto il pagamento delle somme più i dovuti interessi che da soli si aggirano intorno ai 400mila euro.

Nessuna conseguenza penale invece per l’Amministratrice del “Plaza Hotel”, cioè la compagna del premier appunto. Vista l’impossibilità di accertare se fosse a conoscenza o meno del reato commesso dal padre infatti, non è andata incontro ad alcuna ripercussione legale.

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