Carcere per grandi evasori, Commissione finanze dà ok alle norme ma Renzi vota no

Ci sono volute 14 ore per giungere ad un accordo nella riunione della Commissione Finanze della Camera, ma la maggioranza è rimasta spaccata fino alla fine. Il via libera alle norme sul carcere per i grandi evasori fiscali arriva, ma tra le forze che sostengono il governo Conte bis, il partito di Matteo Renzi Italia Viva rimane contrario.

“Sempre contrari” ha dichiarato il deputato di Iv Mauro Del Barba, ma anche senza l’ex ‘ala renziana’ gli emendamenti dei relatori e del governo sono riusciti comunque ad incassare l’OK. Un accordo quindi raggiunto in qualche modo, tuttavia non si può far finta di nulla, e resta di fatto il valore politico del dissenso di uno dei partiti che compongono la maggioranza.

Se tra le forze politiche di maggioranza Matteo Renzi non ha trovato appoggio, lo trova invece in Confindustria, che esprime un parere in tutto simile. Secondo Confindustria infatti combattere evasione e illegalità significa “criminalizzare le imprese” in quanto si sarebbe in presenza di un “approccio iper repressivo”.

Consensi arrivano anche dall’opposizione, con una linea simile sposata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che hanno abbandonato per protesta i lavori della Commissione Finanze della Camera. Inoltre il deputato leghista Massimo Bitonci fa sapere che l’azione di protesta è motivata anche dalle norme sugli appalti.

La Commissione Finanze della Camera ci ha lavorato per tutta la notte al dl Fisco, ben 12 ore prima della pausa, per poi proseguire con il dibattito e quindi con la votazione. Sono stati approvati tra gli altri emendamenti, quello che prevede lo slittamento della scadenza del 730, e le multe per l’assenza dei seggiolini per bambini coi sensori anti abbandono.

E’ stato altresì stabilito che “le imprese avranno la possibilità di compensare eventuali debiti fiscali con i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione” si legge su IlFattoQuotidiano, con l’estensione al 2019 e 2020 della “compensazione dei crediti commerciali e professionali certificati nei confronti della pubblica amministrazione, con cartelle esattoriali affidate agli agenti della riscossione entro il 31 ottobre 2019”.

Non è passata invece in Commissione la proposta di Italia Viva con la quale si chiedeva di sopprimere la confisca per sproporzione prevista dalle nuove norme sul carcere per gli evasori. Bocciato quindi anche l’emendamento identico presentato da Forza Italia.

In realtà pare che nemmeno al Movimento 5 Stelle siano piaciute alcune novità proposte ed inserite nel decreto fiscale dal Pd, ma alla fine il compromesso è stato trovato. Niente da fare però con Italia Viva di Renzi, che ha votato contro le norme sul carcere per i grandi evasori, ma anche contro il rinvio dell’applicazione della legge spazzacorrotti, che avrebbe equiparato le regole di trasparenza tra partiti e fondazioni.

Nella mattinata Matteo Renzi ha infatti attaccato il governo su questo tema. “Di giorno sui social fanno i moralisti, di notte in commissione salvano le loro fondazioni: questa notte in commissione alla Camera gli stessi che hanno fatto a noi la morale sulla Fondazione Open, che ha tutti i dati trasparenti e pubblica i bilanci, hanno votato per rinviare l’equiparazione tra fondazioni e partiti prevista dalla legge spazzacorrotti”.

A Renzi sembra proprio che la cosa non sia andata giù, e aggiunge: “tutto questo lo fanno in silenzio, alla chetichella. Italia Viva ha votato contro, la maggioranza di Governo ha votato a favore”. Ma il rinvio dell’applicazione della legge spazzacorrotti non è andato a genio nemmeno al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio che lo ha definito una “porcheria che va tolta” e ha aggiunto: “il decreto torni subito in Commissione”.

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