Il premier riferisce in Aula sul Mes: “sempre trasparente con il Parlamento”

Non erano stati solo esponenti di partiti dell’opposizione a chiedere al presidente del Consiglio di riferire in Parlamento sulla vicenda del Meccanismo Europeo di Stabilità, ma anche alcuni deputati dello stesso Movimento 5 Stelle, e così Conte ha parlato in Aula nella giornata di ieri per chiarire tutti i punti più critici che riguardano il fondo salva-Stati.

Sono qui per l’informativa sulle modifiche al Mes anche perché ho sempre cercato di assicurare una interlocuzione chiara e trasparente con il Parlamento” ha detto il premier in Aula alla Camera, e ha poi attaccato con fermezza il leader della Lega, ma anche Giorgia Meloni, accusando le opposizioni di “scarsa cultura delle regole e mancanza di rispetto per le istituzioni”.

Il presidente del Consiglio, nel corso del suo discorso che si è tenuto in un clima di forte tensione, ha infatti spiegato in modo chiaro: “né da parte mia né da parte di alcun membro del mio Governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto”.

Conte: “notizie allarmistiche palesemente false”

“Pur di attaccare la mia persona e il governo non ci si è fatti scrupolo e mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui ‘disinvoltura’ a restituire la verità, e la cui ‘resistenza’ a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni” ha detto il premier in Aula riguardo alla questione del Mes “mi sono sorpreso del suo coportamento perché non ci si è fatti scrupolo di diffondere notizie allarmistiche palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e in particolare nei risparmiatori”.

Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto: “è stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte. Anche chi è all’opposizione ha compiti di responsabilità” e ha ricordato che “una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall’accusa di aver commesso errori politici o di aver fatto cattive riforme”.

E sempre su tale accusa mossa in particolare da Matteo Salvini ha continuato poi: “è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse”.

Salvini: “o sta mentendo il presidente Conte o il ministro Gualtieri”

La replica all’informativa del premier da parte del leader della Lega è stata dura. Salvini ha iniziato a parlare chiarendo che non avrebbe risposto agli insulti, e ha poi ricordato le varie dichiarazioni fatte da esponenti del Movimento 5 Stelle relativamente al Mes. Nelle dichiarazioni che vengono citate da Salvini i 5 Stelle esprimevano dubbi e perplessità in merito all’approvazione delle modifiche al trattato.

“Sui banchi del governo c’è qualcuno che mente” inizia a dire poi Salvini “io condivido le richieste espresse alla Camera dal gruppo dei 5 Stelle, lo stesso Luigi Di Maio ha detto: ‘non accettiamo nulla al buio’. Delle due l’una, presidente Conte, o non capisce o capisce fin troppo bene” poi cita alcune fonti ANSA secondo le quali l’eurogruppo avrebbe detto che il Mes è già approvato.

“Quando il ministro Gualtieri dice: ‘non è emendabile’ a quei banchi c’è qualcuno che mente” accusa Salvini “decidete voi se sta mentendo il presidente Conte o se sta mentendo il ministro Gualtieri. Io spero solo che voi non siate complici di questa menzogna che ricadrà sulla testa e sui risparmi dei cittadini italiani”.

Matteo Salvini fa poi notare le assenze tra i parlamentari 5 Stelle in particolare (30 assenti) e tra i banchi del centrosinistra (20 assenti). “Mentre lei parlava mancavano 60 parlamentari della sua maggioranza, neanche i suoi senatori erano qua ad ascoltarla” ha detto Salvini, applaudito poi a lungo dai parlamentari del centro destra.

L’Italia e il Mes, ecco come stanno le cose

Erano molto attese le dichiarazioni di Giuseppe Conte sul Meccanismo Europeo di Stabilità, proprio perché ci si aspettava che facesse finalmente chiarezza su una vicenda che ha scatenato un accesissimo dibattito politico e mediatico, che tuttavia lasciava molti suoi tratti avvolti in una fitta foschia, almeno in parte diradata appunto dall’informativa fatta ieri in Aula dal presidente del Consiglio.

“Posso dunque affermare che, poco meno di un anno fa l’Italia, da me rappresentata, si è espressa in sede europea in maniera perfettamente coerente con il mandato ricevuto in questo Parlamento” ha spiegato il premier “su tali basi è stato dato l’incarico all’Eurogruppo di procedere alla predisposizione di una bozza di revisione del Trattato Mes”.

Il presidente del Consiglio ha anche puntualizzato sul fatto che la Lega, quando era alleata di governo del primo governo Conte, aveva epsresso posizioni in linea con quelle dell’attuale maggioranza. “Nelle comunicazioni rese il 27 giugno 2018, benché tema centrale fosse quello dell’immigrazione, ho voluto affrontare in modo esplicito anche la questione relativa alla riforma del Mes” ha iniziato a spiegare Conte.

“Al riguardo ho affermato: ‘non vogliamo un Fondo monetario europeo che, lungi dall’operare con finalità perequative, finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci'” ha chiarito Conte “nel corso del conseguente dibattito alla Camera, la maggior parte dei deputati intervenuti non ha affrontato l’argomento, ad eccezione dell’onorevole Gelmini (Forza Italia) e dell’onorevole Molinari (Lega). Entrambi si sono limitati a esprimere valutazioni di principio, peraltro coerenti con l’indirizzo espresso sul punto nel mio intervento”.

La riforma del Mes inserita in una “logica di pacchetto”

Il presidente del Consiglio ha tenuto a precisare anche il suo impegno, profuso in Europa in più circostanze, al fine di inserire la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità all’interno di una “logica di pacchetto”.

“In coerenza con le risoluzioni parlamentari approvate il 19 giugno, facendo valere l’impegno del Governo a rispettare la posizione espressa dal Parlamento sovrano” spiega ancora Conte “ho chiesto e ottenuto, nel corso dell’Euro-Summit del 21 giugno, l’inserimento nella dichiarazione del vertice del riferimento all”approccio di pacchetto’ sui tre pilastri che tutti ormai ben conosciamo”.

Tra le accuse che sono state mosse contro il premier dall’opposizione, quella relativa al rischio per l’Italia di trovarsi a dover affrontare un problema di sostenibilità del debito pubblico. A tal proposito il premier ha chiarito che “il nuovo trattato lascia a una valutazione tutt’altro che automatica la verifica della sostenibilità del debito e delle condizioni macroeconomiche dei Paesi beneficiari dell’intervento del Mes, coerentemente con quanto preteso dall’Italia che si è opposta ad altri Paesi che avrebbero invece voluto maggiori automatismi”.

E per ulteriore chiarezza il presidente del Consiglio ha voluto ribadire che “il nostro Paese ha un debito pubblico pienamente sostenibile” e che non si “intravede all’orizzonte nessuna necessità di attivare il Meccanismo Europeo di Stabilità”.

Meloni: “se non ci fossero di mezzo i soldi degli Italiani mi sarei quasi divertita”

Molto dura anche la replica della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che avvia così la sua replica: “presidente Conte, se non ci fossero di mezzo i soldi degli Italiani mi sarei quasi divertita ad ascoltarla”.

“Ci legge 44 minuti di resoconti parlamentari sostanzialmente per smentire il suo governo” dice ancora la Meloni “mi sarei aspettata che dicesse anche che c’è un partito che ha votato contro la legge di delegazione europea che prevedeva al suo interno il Mes, e che quel partito era Fratelli d’Italia, unico partito del Parlamento che ha votato contro”.

“Perché il suo ministro dell’Economia la settimana scorsa ci ha detto che il Trattato non è emendabile?” chiede la Meloni nel corso della sua replica all’infromativa di Conte “perché delle due l’una: o il trattato è emendabile e siamo ancora di fronte a un dibattito in itinere, e quindi vedremo se nei prossimi giorni riusciremo, anche sulla base delle indicazioni che arrivano dal suo partito di maggioranza a modificare il trattato sul quale state lavorando, oppure ha ragione il ministro Gualtieri e il trattato non è modificabile e vuol dire che lo avete sottoscritto e avete dato un accordo che non eravate autorizzati a dare su questo trattato dal parlamento italiano”.

Giorgia Meloni conclude il suo intervento accusando il governo di non poter “dire la verità” sul fondo salva-Stati, che in realtà sarebbe, sempre secondo Lega e Fratelli d’Italia, un fondo salva-banche. “La verità è che l’Italia non ha alcuna ragione al mondo per sottoscrivere questo trattato così come ci viene proposto” dice quindi la Meloni.

“La verità è che io temo che il presidente del Consiglio Conte abbia dato l’ok di fatto ad una riforma in cui l’Italia ha tutto da perdere, in cambio della benedizione delle consorterie europee” conclude, e poi si rivolge al leader del Movimento 5 Stelle “se ritenete come io ritengo che questo trattato così com’è non si possa sottoscrivere, dimostratelo quando arrivano in Aula gli atti parlamentari che possono chiedere al Governo di non sottoscrivere il trattato perché il trattato è perfettamente emendabile e l’Italia lo può ancora fermare dicendo: ‘no’ ed è lei che lo decide Luigi Di Maio“.

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