Governo, Conte a Zingaretti: “fino al 2023” e chiede una “verifica del programma a gennaio”

Ultimamente se ne sente parlare spesso della tenuta vacillante del Governo, d’altra parte di ostacoli sul cammino dell’esecutivo se ne vedono molti, così è lo stesso Giuseppe Conte a chiarire che il programma prevede un “orizzonte ampio”, insomma si deve andare avanti fino al 2023, per questo serve una “verifica del programma a gennaio”.

Cosa vuol dire? Fonti da Palazzo Chigi spiegano: “quando il presidente del Consiglio parla di una verifica del programma a gennaio, intende dire che è necessario tracciare una roadmap di governo chiara con le priorità e un cronoprogramma di riforme strutturali condiviso da tutte le forze di maggioranza fino alla fine naturale della legislatura”.

E ancora: “l’impegno preso dalle forze di maggioranza è governare fino al 2023, le riforme si potranno mettere a punto e realizzare in un orizzonte temporale ampio, non certo in pochi mesi“. E’ chiaro quindi il messaggio alle forze politiche che questa maggioranza, almeno in teoria dovrebbero sostenerla.

Quindi in primis un messaggio al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che delle mosse dell’esecutivo sembra il meno entusiasta? In realtà il messaggio del premier sarebbe diretto prima di tutto al segretario dem, perché proprio nella mattinata aveva usato l’espressione: “Agenda 2020”.

Ultimatum nella maggioranza di Governo?

Non si tratta dei toni ai quali ci si era abituati durante il primo governo Conte. Nessun ultimatum da parte del premier dunque, in una maggioranza che, pur claudicante, sembra avere la consapevolezza che si deve andare avanti. Tuttavia sempre più spesso il passo si fa incerto, e ogni tanto c’è qualcuno che sembra incline a cambiare direzione.

La linea del Pd, che sembra essere quella più vicina al presidente del Consiglio ultimamente, non piace molto a Italia Viva, e ancor meno al Movimento 5 Stelle e a una sua parte in particolare. Così è proprio il Pd che per primo avverte le altre due forze di governo, con un ultimatum che viene lanciato dal segretario Nicola Zingaretti e da Goffredo Bettini, esponente di spicco del partito, nonché uomo politico vicino all’area veltroniana.

Chiudiamo bene la manovra economica. Poi con il presidente Conte lavoriamo ad una nuova Agenda 2020 per riaccendere i motori dell’economia, per creare lavoro, per sostenere la rivoluzione verde, per rilanciare gli investimenti, per semplificare lo Stato, per sostenere la rivoluzione digitale, per le infrastrutture utili, per investire su scuola, università e sapere” scrive su Facebook Zingaretti, che poi chiude il suo messaggio così: “alleanza vuol dire condivisione e avere a cuore gli interessi dell’Italia”.

Ed ecco a cosa sarebbe riferita la replica del presidente del Consiglio. L’espressione “Agenda 2020” sembra indicare appunto un orizzonte temporale breve, del tutto insufficiente per il premier se si punta a riforme importanti per il Paese.

“Una verifica di governo a gennaio, dopo l’approvazione della Legge di Bilancio e una volta smaltite le festività natalizie” ha detto Conte a margine di un convegno Eni, e ha poi scandito che serve “un cronoprogramma fino al 2023”.

A gennaio quindi “sarò io per primo che inviterò tutte le forze politiche a fare chiarezza sugli obiettivi” ha chiarito il premier che ha poi aggiunto: “attenzione, non è solo un problema di cosa fare a febbraio e a marzo, non è solo un problema del 2020. Noi abbiamo preso l’impegno di governare questo Paese fino al 2023. Alcune urgenze che il Paese ci chiede sono riforme strutturali e non possiamo prendere in giro i cittadini dicendo che le facciamo in due o tre mesi”.

E se qualcuno tra i 5 Stelle in questi giorni aveva accennato alla necessità di far firmare al Pd un contratto di governo per portare avanti nel futuro questa collaborazione, Conte sembra essere di un altro avviso. “Non è necessario un nuovo contratto di governo” ha detto il premier “è necessario chiarire il cronoprogramma”.

Di Maio: “doveroso stilare una lista di priorità”

Non tarda ad arrivare una nota del leader del Movimento 5 Stelle. “La condivisione interna di dover stilare un’agenda con precise priorità per il Paese, come chiesto già settimane fa dal M5S, dimostra che ci sono le basi per fare ancora meglio” si legge nella nota di Luigi Di Maio “in questa cornice, di condivisione e convergenza di vedute, il governo deve andare avanti su temi fondamentali per gli Italiani, come la casa, la sanità, il lavoro”.

“Penso sia dunque doveroso stilare una lista di priorità andando anche a individuare le tempistiche per l’approvazione di importanti provvedimenti, vale a dire un cronoprogramma da gennaio, per portare avanti con trasparenza le cose che abbiamo promesso agli Italiani” conclude la nota del leader 5 Stelle.

Zingaretti: “dobbiamo dare agli Italiani sicurezza”

Soddisfatto del messaggio mandato dal presidente del Consiglio, il segretario del Pd. “Noi dobbiamo dare agli Italiani sicurezza e ricostruire la fiducia” ha replicato Nicola Zingaretti “ha fatto bene il premier Conte a rilanciare questa sfida per costruire un’agenda del 2020 fondata sullo sviluppo, sul lavoro, sulla rivoluzione verde, su quei pilastri che possono riaccendere l’economia italiana”.

“Questo è il modo giusto per guardare al futuro, lo abbiamo detto da tempo, e per ridare sicurezza e speranza a chi vive in questo Paese” ha concluso il segretario dem a margine di un incontro per la presentazione di un libro nella sede dell’Enciclopedia italiana.

Italia Viva, Rosato: “disponibili al confronto in maggioranza”

Meno entusiasta la replica del partito di Matteo Renzi, che però indica un’apertura al dialogo e al confronto da parte di Italia Viva. “Bene l’apertura di Conte che accoglie la nostra richiesta di lavorare sullo sblocco dei 120 miliardi di euro sulle opere pubbliche” replica Ettore Rosato, capogruppo di Iv “e se c’è una richiesta di confronto in maggioranza noi siamo disponibili. Naturalmente non per riti da prima repubblica ma per una rapida revisione dell’agenda che per noi vuol dire innanzitutto piano shock da 120 miliardi di investimenti e revisione dell’Irpef per abbassare la pressione fiscale”.

Speranza: “va nella direzione giusta”

Esprime un parere positivo in merito alle parole del premier, il ministro della salute Roberto Speranza, esponente di Liberi e Uguali, ma ha da eccepire sul termine seppur non sul concetto. “La parola ‘verifica’ sincermante non mi convince, ma credo che sia assolutamente opportuno immaginare a gennaio un grande momento in cui definiamo insieme l’agenda 2020” ha dichiarato Speranza da Bruxelles, dove si trovava per il Consiglio Salute dell’Ue.

In sostanza quindi il premier Conte riceve l’approvazione da parte del ministro che conferma: “va nella direzione giusta, l’idea che dopo la Legge di Bilancio ci si rimetta tutti insieme e si definisca un’agenda per il 2020”.

Speranza si mostra quindi fiducioso e soddisfatto dell’operato del governo giallo-rosso. “Io credo molto in questo governo. Sono convinto che aver fatto cadere il muro di incomunicabilità tra 5 Stelle e centro sinistra sia stata la scelta giusta. Dobbiamo continuare a investire, parlando il meno possibile di noi e il più possibile delle cose fatte”.

E ha aggiunto ancora: “io rivendico le cose che abbiamo fatto finora nel comparto salute: 2 miliardi di euro in più sul fondo sanitario nazionale, 2 miliardi di euro in più sull’edilizia e l’ammodernamento tecnologico, l’abolizione del superticket che nessun cittadino pagherà più in Italia dal primo di settembre. Abbiamo alzato i tetti per le assunzioni, per assumere nuovo personale”.

Dobbiamo parlare il più possibile delle cose che riguardano la vita delle persone e il meno possibile delle questioni interne che non interessano a nessuno” ha poi concluso il ministro della Salute.

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