Sulla prescrizione Pd e M5s restano compatti, ma Italia Viva vota con il centrodestra

Hanno votato insieme per lo stop alla prescrizione dopo la condanna in primo grado il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico in Commissione Giustizia alla Camera. Con le due principali forze che sostengono il secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte anche Liberi e Uguali, ma non Italia Viva, che anche in questa occasione porta avanti la sua opposizione interna.

Compatti quindi Pd, M5s e LeU in difesa della riforma Bonafede sulla prescrizione, mentre Italia Viva vota insieme a Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia in difesa della proposta di legge Costa (Fi). Ed ecco che nella maggioranza giallo-rossa si va a formare un nuovo strappo che non promette nulla di buono.

La proposta di legge del senatore Costa mira a togliere lo stop alla prescrizione dopo la condanna in primo grado che è entrato in vigore a gennaio, e i renziani, come avevano già annunciato peraltro, hanno votato insieme all’opposizione. Il risultato della votazione è stato un 23 a 22 a favore dello stop alla prescrizione, con il voto determinante di Francesca Businarolo (M5S), presidente della Commissione.

Era stato Davide Faraone (Iv) a dire che la mediazione proposta dal Governo “non era sufficiente”, e mentre per il Pd l’alleanza coi 5 Stelle, anche grazie al tavolo di lavoro sul cosiddetto lodo Conte, sta funzionando, facendo apparire sempre più lontana la prospettiva di una spaccatura, Italia Viva ha deciso di votare con il centrodestra.

Lo aveva annunciato al termine dell’ultimo vertice di maggioranza, il renziano Faraone, e dalle parole si è subito passati ai fatti, con la votazione contraria in Commissione Giustizia, e poi ancora alle parole, quelle di accusa nei confronti degli alleati di Governo.

Michele Bordo, i renziani “dicano se vogliono rompere”

“Vanno a rimorchio dei 5 Stelle” ha dichiarato la capogruppo di Italia Viva Lucia Annibali “si stanno grillizzando”. La replica dal Pd arriva subito con le parole di Walter Verini “loro votano con le destre” accusa il responsabile Giustizia e Michele Bordo va dritto al sodo: “dicano se vogliono rompere” esorta.

Infatti la sensazione è proprio quella che i parlamentari di Italia Viva non siano così disposti a supportare ancora la maggioranza di Governo. “La legge Bonafede è un obbrobrio” ha poi aggiunto in serata proprio il leader di Iv Matteo Renzi che ha poi accusato i colleghi dem “noi siamo rimasti fedeli alla legge Orlando e il Pd sta inseguendo il populismo giudiziario di Bonafede e dei 5 Stelle“.

A completare il quadro della spaccatura nella maggioranza ed in particolare nel centrosinistra, l’annuncio dei renziani che non sosterranno il candidato Governatore del Pd Michele Emiliano alle elezioni regionali che si svolgeranno in Puglia presumibilmente tra fine maggio e inizio giugno.

Intanto all’interno della maggioranza si continua a lavorare sulla riforma dei tempi dei processi. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dopo aver ricevuto notizia del voto contrario alla proposta di legge Costa in Commissione ha dichiarato: “prendo atto che la proposta di Forza Italia è stata bocciata”.

“Continuo a lavorare per garantire processi con tempi brevi: nei prossimi giorni manderò il nuovo testo della riforma del processo penale, sulla base di quanto emerso nell’ultimo vertice di maggioranza” ha aggiunto Bonafede “i cittadini chiedono una giustizia più veloce ed efficiente e dopo l’ultimo vertice ci sono tutti i presupposti per dare finalmente una risposta concreta”.

La legge Costa non passa in Commissione Giustizia ma andrà in Aula il 27 gennaio

La proposta di legge del senatore Costa di Forza Italia, bocciata con 23 voti contrari e 22 favorevoli in Commissione Giustizia, sarà comunque votata dal parlamento approdando alla Camera il 27 gennaio.

La capigruppo a Montecitorio ha infatti stabilito che la legge Costa arriverà in Aula come proposta di legge in quota opposizioni, ma con parere negativo da parte della Commissione Giustizia della Camera. In quell’occasione quindi i deputati saranno chiamati a votare sulla richiesta di soppressione arrivata dalla Commissione Giustizia.

Il senatore Costa ha commentato così l’esito della votazione in commissione: “la maggioranza ha segnato un gol decisivo grazie all’arbitro, la presidente della Commissione, che finora non aveva mai votato. Ma è solo il primo tempo. Il secondo tempo si giocherà in Aula e siamo sicuri di poter ribaltare il risultato. Per noi è comunque un risultato politico significativo”.

Critiche prontamente respinte dalla presidente della commissione chiamata in causa. “A noi spetta il compito di portare avanti il lavoro della maggioranza” ha dichiarato la deputata del M5s Francesca Businarolo “e in questo senso ho ritenuto di partecipare alla votazione, una scelta coerente con il regolamento e già fatta dai miei predecessori e da altri miei colleghi attuali. Ricordo inoltre che il tema della prescrizione è alla costante attenzione del confronto costruttivo tra le forze di Governo ed è strettamente legato alle azioni positive intraprese per il rafforzamento degli uffici giudiziari”.

Partito Democratico e Italia Viva ai ferri corti

L’esito della votazione in Commissione Giustizia alla Camera ha evidenziato due elementi di riflessione: uno chiaramente positivo per l’esecutivo Conte, e uno invece preoccupante.

Da una parte abbiamo visto un consolidarsi dell’alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, con un asse che appare quanto mai solido. Dall’altra però vediamo una profonda spaccatura, apparentemente destinata ad allargarsi ulteriormente, tra il Pd e gli ex colleghi di Italia Viva.

A tal proposito il capogruppo dem in commissione Alfreto Bazoli ha spiegato che “la scelta è coerente con l’avvio del nuovo percorso per trovare un punto di equilibrio” e ha poi evidenziato un’apertura nella maggioranza. “Si è registrata la disponibilità del ministro a rivedere la sua riforma distinguendo tra sentenze di condanna e di assoluzione e una larga convergenza su una riforma più complessiva” ha sottolineato Bazoli.

Da parte renziana è stata Lucia Annibali a rilasciare una dichiarazione subito dopo la votazione in commissione. “Noi continuiamo il nostro percorso di coerenza” ha dichiarato la deputata di Italia Viva “spiace invece prendere atto che il Pd abbia deciso di recedere su principi come quelli del diritto e del giusto processo per andare a rimorchio del Movimento 5 Stelle anche sulla giustizia”.

“Il Pd mostra che si sta ‘grillizzando'” aggiunge la deputata “il problema non è, però, il futuro del Partito Democratico, ma il rischio di imbarbarimento giuridico perché un processo senza fine è la fine della giustizia”.

Arriva poi la replica del responsabile Giustizia del Pd Walter Verini che ha commentato: “siamo stupiti di due cose, la prima è l’atteggiamento di Italia Viva. Siamo andati a rimorchio della coerenza e del fatto che per la prima volta c’è l’occasione in questo Parlamento di discutere e di arrivare a tempi certi dei processi. Noi non andremo mai, a proposito di coerenza e di rimorchio, non voteremo mai con Salvini“.

“La nostra è una scelta di campo e su questo siamo davvero coerenti” continua poi Verini “respingiamo ogni maldestra accusa, in questo caso venuta da Iv, che oggi ha tenuto in Commissione un atteggiamento ambiguo”.

“Meno stupiti siamo dall’atteggiamento di alcune forze di opposizione, le quali strumentalmente hanno confermato di voler usare la giustizia per propri interessi di partito” ha poi concluso il deputato del Pd.

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