Sondaggi politici: dopo l’Emilia Romagna impennata del Pd. Stabile la Lega, ed M5s scende ancora

Il primo dato che risulta evidente all’indomani delle elezioni regionali in Emilia Romagna, riguarda l’impennata dei consensi verso il Partito Democratico. Un secondo dato, altrettanto significativo, è che la Lega non ha accusato il colpo, infatti nonostante la sconfitta della senatrice leghista Lucia Borgonzoni, il Carroccio resta stabile, anzi registra persino una lieve crescita rispetto a due settimane fa.

Il Pd a un passo dal 20%

Non ci sono dubbi sul fatto che la vittoria del governatore uscente del Pd, Stefano Bonaccini, confermato alle regionali in Emilia Romagna, ha dato una forte spinta propulsiva al partito, che ora si trova a un passo dal 20%. Secondo gli ultimi sondaggi realizzati da SWG per il TgLa7, il partito di Nicola Zingaretti ha guadagnato 2,2 punti percentuale in una settimana appena, passando quindi dal 17,5% al 19,7%.

Lega sconfitta ma non nei sondaggi

I sondaggi di SWG che indicano le percentuali di consenso della Lega al 26 gennaio 2020, mostrano un 33% per il partito di Matteo Salvini, che all’indomani della sconfitta subita in Emilia Romagna invece di arretrare, ricomincia ad avanzare.

La Lega infatti, stando a quanto rilevato da SWG, passa dal 33% al 33,3%, guadagnando uno 0,3% che non solo rappresenta un segnale di ripresa rispetto ad un periodo di costante, seppur lieve, calo, ma anche il fatto che il partito di Salvini non ha risentito dell’esito delle regionali in Emilia Romagna.

Sempre più in basso il M5s

Una sconfitta annunciata invece per il M5s, che in Emilia Romagna aveva deciso di correre da solo ma senza alcuna velleità di vittoria. Tuttavia è nei sondaggi che i 5 Stelle continuano a raccogliere sempre meno consensi, mostrando un calo che sembra sempre più inesorabile.

Una situazione critica quella in cui si trovano i 5 Stelle, che ad oggi sono anche senza una guida politica dopo le dimissioini di Luigi Di Maio. Per trovare la sua identità ed un capo (o un ‘direttorio’?) il MoVimento dovrà attendere metà marzo, data per la quale si svolgeranno gli Stati generali e si potrà iniziare a capire cosa diventerà da grande la creatura di Beppe Grillo.

Intanto però, stando ai sondaggi di SWG, il Movimento 5 Stelle ha perso altro terreno, e dal 14,9% è sceso al 13,9%, perdendo un punto percentuale in sette giorni, risultando ora decisamente più vicino a Fratelli d’Italia che non agli alleati di Governo del Pd.

Il centrodestra rimane intorno al 50%

Quanto alle altre forze politiche, secondo gli ultimi sondaggi fatti da SWG, è in ripresa Forza Italia, probabilmente anche grazie alla vittoria conseguita alle regionali in Calabria con l’affermazione della candidata forzista Iole Santelli. Il partito di Silvio Berlusconi è cresciuto dello 0,3% in una settimana, raggiungendo il 6,3%.

Lieve inflessione invece per Fratelli d’Italia, che sebbene risulti ormai stabilmente oltre il 10%, ha perso circa mezzo punto percentuale rispetto agli ultimi rilevamenti. Il partito di Giorgia Meloni ora si attesterebbe quindi sul 10,2% contro il 10,6% di una settimana fa.

Complessivamente la coalizione di centrodestra trainata da una Lega apparentemente inaffondabile raccoglie poco meno del 50% dei consensi, sempre in base ai sondaggi, che danno le forze di opposizione al 49,8%.

Italia Viva sempre più distante dalla soglia di sbarramento

Non è andata affatto bene la settimana per il partito di Matteo Renzi, che rispetto alle ultime stime ha perso mezzo punto percentuale, passando dal 4,6% al 4,1%. In questo modo Italia Viva rischia di non superare la soglia di sbarramento al 5% prevista dal sistema proporzionale della nuova legge elettorale su cui Pd e M5s sembrano aver raggiunto l’accordo.

Perde terreno anche l’area di sinistra nella quale confluiscono Sinistra Italiana e Articolo 1, che oggi si attesta sul 3,1% contro il 3,5% della stima precedente.

Stabile invece il partito di Carlo Calenda, Azione, che si attesta intorno al 2,6%, leggermente al di sopra dei Verdi (2%) e di +Europa (1,9%) in calo quest’ultimo di 0,3 punti percentuale, ad indicare forse un timido ritorno del bipolarismo, con un elettorato che potrebbe aver già iniziato a ragionare in quest’ottica. Infine il partito di Giovanni Toti, Cambiamo! fermo poco al di sopra dell’1%.

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