I decreti di Conte sono incostituzionali, lo dice il presidente emerito della Corte Costituzionale Baldassarre

Sono passati pochi giorni dall’emanazione dell’ennesimonuovo Dpcm, con il quale ancora una volta si prolungano le misure restrittive per il contenimento dell’emergenza coronavirus. Uno strumento, quello utilizzato dal premier, che però convince sempre meno per la sua possibile incostituzionalità.

A tal proposito si è espresso in questi giorni sia l’attuale presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, che il presidente emerito, Antonio Baldassarre, ed entrambi hanno confermato i dubbi di molti cittadini, bollando come incostituzionale l’uso che il premier Conte sta facendo dei Dpcm.

Il presidente emerito Antonio Baldassarre ne ha parlato in una intervista concessa a Radio Radio, nel corso della quale spiega: “anche di fronte a fatti come una pandemia che comporta una serie di limiti forti anche alle libertà fondamentali dell’individuo stabilite dalla Costituzione, ci vuole una legge, quindi il Parlamento deve dire in che modo vanno limitate queste libertà e dà i poteri al Governo”.

“Invece in questo caso sono stati fatti sì, a monte, dei decreti legge, però a maglie molto larghe, e di fatto i limiti alle libertà, tra l’altro anche libertà importanti come quella di movimento, sono stati fatti con un dpcm che è un atto amministrativo, che viene preso dal presidente del Consiglio dei Ministri da solo, senza alcun controllo, non passa per il presidente della Repubblica per la promulgazione, non passa per il Consiglio dei Ministri, cioè i ministri vengono esautorati, compreso il ministro della sanità e tutto questo è contro la Costituzione“.

La stessa Marta Cartabia, attuale presidente della Corte Costituzionale, si è espressa su questa linea, affermando che “la piena attuazione della Costituzione richiede un impegno corale, con l’attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, compresi Parlamento, Governo, Regioni, giudici. Questa cooperazione è anche la chiave per affrontare l’emergenza”.

La presidente ha poi sottolineato che la Costituzione è la “bussola” che il legislatore e le istituzioni in generale devono adottare come punto di riferimento, non solo in situazioni di normalità ma anche in situazioni di emergenza come quella in cui ci troviamo e nella fase forse ancora più critica del graduale ritorno alla normalità.

“La Costituzione non contempla un diritto speciale per tempi eccezionali” spiega la presidente Cartabia “e ciò per una scelta consapevole. Ma offre una bussola per ‘navigare in alto mare’ nei tempi di crisi, a cominciare proprio dalla leale collaborazione tra le istituzioni, che è la proiezione istituzionale della solidarietà tra i cittadini”.

A proposito della dichiarazione dell’attuale presidente, Antonio Baldassarre ha espresso soddisfazione, affermando che “era ora che un’alta autorità dello Stato si facesse sentire, visto che gli altri hanno taciuto finora, lo ha fatto la presidente della Corte Costituzionale, e questo è un buon segno di vitalità democratica del nostro Paese”.

La presidente Cartabia tra l’altro è stata ella stessa colpita dal Covid-19, sottolinea il presentatore del programma di Radio Radio nel corso dell’intervista al presidente emerito, elemento che non può che deporre a sostegno delle sue parole, che saranno anche per questo dettate senza dubbio dalla massima prudenza, e da una maggiore consapevolezza del pericolo sanitario rappresentato dal Coronavirus.

“Essere passati attraverso il Covid e dire: ‘attenzione però bisogna rispettare la Costituzione’ credo sia importante” sottolinea infatti il presentatore, mentre Baldassarre osserva poi che “è veramente strano che a parte il professor Cassese e chi le sta parlando in questo momento, prima della presidente della Corte Costituzionale, nessuna autorità, e soprattutto pochissimi costituzionalisti hanno fatto osservazioni su questo modo, abbastanza disinvolto, e che comporta una implicita curvatura autoritaria delle nostre istituzioni

E ancora “ci lamentiamo che Orban fa il dittatore all’interno di un Paese della Comunità europea, ma se noi facciamo la stessa cosa poi non possiamo dire che Orban è un autoritario ed è contro la democrazia, perché se si fa la stessa cosa che fa Orban evidentemente noi dobbiamo solo stare zitti“.

Insomma lo strumento scelto dal premier Conte non può essere usato in questo modo, nemmeno in casi di emergenza, checché ne dica ‘l’avvocato del popolo’. Una scelta che non può nemmeno essere giustificata dall’urgenza, dal fatto che si impone un intervento rapido attraverso misure immediate per contenere il pericolo del contagio.

Non la si può giustificare in questo modo perché lo stesso decreto legge è uno strumento rapido, e vi si può ricorrere, la differenza è che in questo caso si impone il passaggio dalle Camere, e quindi il premier non può fare ‘di testa sua’.

Infatti, sottolinea Baldassarre “il Parlamento in questa vicenda è stato sempre messo fuori”. Si poteva agire diversamente, spiega ancora, ma più che altro si doveva agire diversamente. “Poteva essere sufficiente anche un decreto legge. Il Governo lo preparava, lo faceva tutto, e poi il Parlamento se voleva lo correggeva”.

“Però in questo modo il legislatore non è intervenuto per nulla, il parlamento è stato messo totalmente fuori e decide soltanto un uomo: il presidente del Consiglio, con una pletora di comitati e comitatini di esperti o sedicenti tali che gli danno dei consigli, e mi pare che non è quello che prevede la nostra Costituzione“.

Ma “allora perché il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non interviene?” è la domanda che viene posta da un ascoltatore. Tristemente impeccabile la risposta dell’ex presidente “questa domanda la deve fare al presidente della Repubblica”.

D’altra parte quando si tratta di un Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), come chiariscono in trasmissione, l’intervento del Capo dello Stato non è richiesto. Ed è ancora Baldassarre a evidenziare come si tratti di una soluzione che coinvolge solo e soltanto il premier “il presidente del Consiglio lo scrive, lo emana e lo manda in Gazzetta Ufficiale, e nessun altro interviene”.

Ma se da una parte il presidente dalla Repubblica dal canto suo non ‘deve’ intervenire in alcun modo in questo processo, dall’altra però potrebbe e tuttavia non lo fa, o quantomeno non lo ha ancora fatto.

Come si fa allora per tornare sul binario del rispetto della Costituzione? La domanda viene posta ancora una volta al presidente emerito Baldassarre, che spiega: “io credo che dopo le parole della Presidente della Corte Costituzionale qualche cosa succederà, perché non si può far finta che non ha detto nulla“.

“Come ha riportato lei” espone l’ex presidente “ha detto chiarissimamente che ‘le situazioni eccezionali non richiedono un diritto speciale’, il che vuol dire che si devono applicare le norme della Costituzione per quello che dicono. E allora credo che qualche cosa succederà, perché di fronte ad una presa di posizione così chiara, qualcuno dovrà correggere i propri comportamenti”.

Dopodiché ipotizza: “o il presidente del Consiglio attiva un processo di coinvolgimento del Parlamento e del legislatore, o se no se non lo fa lui penso che qualcuno dovrebbe indurlo a farlo” e spiega poi su chi ricade l’onere in questo caso ed elenca le autorità dello Stato: “presidente della Repubblica, presidente del Senato, presidente della Camera e presidente della Corte Costituzionale (che ha già parlato)”.

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