Dopo TikTok, finisce nel mirino del presidente Trump anche Alibaba il colosso cinese dell’e-commerce

Sono da tempo ai ferri corti Stati Uniti e Cina, con una vera e propria guerra fredda che si sta consumando a colpi di ordini esecutivi emanati dal presidente Usa Donald Trump. Dopo la vicenda che ha visto coinvolta la nota casa Huawei ormai diversi mesi orsono, la situazione sembrava esseresi stabilizzata, almeno fino all’esplosione della pandemia di coronavirus.

Con l’arrivo del virus negli Stati Uniti infatti i rapporti tra le due superpotenze sono notevolmente peggiorati, con Washington che accusa Pechino di avere delle pesanti responsabilità per quel che riguarda la diffusione del Covid-19. Da quel momento i rapporti tra Pechino e la Casa Bianca non sono più migliorati.

Lo scontro si è spostato nuovamente sul mercato tech, con il presidente Donald Trump che ha recentemente annunciato l’intenzione di bandire la popolare app cinese TikTok, di proprietà della ByteDance, dal mercato Usa.

Nei giorni scorsi inoltre è emerso che nello stesso ordine esecutivo il tycoon colpiva anche WeChat, di proprietà della Tencent. Azione quest’ultima che peraltro rischia di produrre pesanti effetti negativi anche sul fatturato di importanti società a stelle e strisce, come Apple in primis, ma anche Ford, Disney ed altre ancora, che verrebbero pesantemente penalizzate in maniera più o meno diretta.

Nel mirino del presidente Usa anche il colosso cinese dell’e-commerce Alibabà

E dopo Huawei, TikTok e WeChat, a pagare il prezzo della guerra tech tra Usa e Cina potrebbe essere il colosso cinese dell’e-commerce, Alibaba.

È stato lo stesso presidente Usa Donald Trump a confermare la possibilità di limitare anche l’attività di questo colosso dell’e-commerce, quando nel corso di una conferenza stampa ha risposto alla domanda di un giornalista sulla questione della cessazione delle attività di TikTok e WeChat quantomeno negli Stati Uniti.

“Sì, stiamo considerando altre cose, è vero” ha confermato il tycoon al giornalista. Quanto alle motivazioni, pare siano sempre le stesse, e siano quindi legate ad una questione di sicurezza nazionale. Ricordiamo infatti che sia per TikTok che per WeChat la Casa Bianca ha parlato di operazioni di spionaggio condotte da Pechino.

Della possibilità che nel vortice della guerra tech Usa-Cina finisse per essere risucchiato anche il colosso dell’e-commerce Alibabà, aveva fatto cenno anche la CNN. “Gli Stati Uniti hanno preso di mira alcuni dei più grandi campioni della tecnologia cinese, da Huawei e TikTok di ByteDance, a WeChat di Tencent” spiegano dall’emittente americana.

“Alibaba, uno dei più grandi conglomerati di vendita al dettaglio e internet del mondo, potrebbe essere il prossimo” ipotizzano dalla CNN.

Alex Capri, ricercatore presso la Hinrich Foundation e senior Fellow e docente presso la National University di Singapore ha osservato che “Alibaba non ha avuto molto successo espandendosi nei mercati occidentali ma il fatto che sia un campione tecnologico nazionale in Cina potrebbe essere una ragione sufficiente per Washington per prenderlo di mira”.

Le entrate che Alibaba genera negli Stati Uniti tutto sommato non sono poi così consistenti, fanno notare ancora dalla CNN, ma poi spiegano che “il Paese è ancora un mercato importante. L’anno scorso, la società ha aperto la sua attività di e-commerce alle piccole imprese statunitensi e ha lanciato per la prima volta una versione in lingua inglese della sua piattaforma Tmall, cercando di raddoppiare il numero di marchi stranieri su Tmall portandoli a 40.000 in tre anni. Molte grandi aziende statunitensi vendono già prodotti su Tmall, tra cui Apple, Nike, Johnson & Johnson.

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