Nuova legge elettorale, approvato in commissione il testo base ma LeU e Italia Viva non partecipano

Il primo passo verso la nuova legge elettorale è stato compiuto con l’approvazione, da parte di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, del testo base in Commissione Affari Costituzionali. Un risultato che non sarebbe stato raggiunto però senza l’astensione di Italia Viva e Liberi e Uguali, il che indica se ce ne fosse ancora bisogno, la sostanziale debolezza dell’attuale esecutivo.

Un esecutivo che non ha i numeri nelle Commissioni, non li ha in Parlamento, e non li ha nemmeno in fatto di consensi elettorali stando agli ultimi sondaggi politici, che mostrano in maniera evidente che se si andasse a votare domani a vincere sarebbe la coalizione di centrodestra.

Una debolezza, quella del secondo governo Conte che è stata immancabilmente evidenziata in particolare dai partiti all’opposizione, che hanno colto l’occasione per ribadire qualcosa che ormai è sotto gli occhi di tutti.

Approvato in Commissione Affari Costituzionali il testo base del Germanicum

La Commissione Affari Costituzionali ha approvato il testo base della nuova legge elettorale, che sarà strutturata come un proporzionale sul modello tedesco, con soglia di sbarramento fissata al 5%.

Il nome della nuova legge elettorale sarà quindi Germanicum, o Brescellum (dal nome del presidente della Commissione del M5s Giuseppe Brescia).

A favore del testo base in Commissione hanno votato solo il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico, mentre Italia Viva e Liberi e Uguali ha deciso di astenersi, rendendo di fatto possibile l’approvazione del testo che altrimenti non ci sarebbe stata.

Se Iv e LeU hanno preferito non prendere parte al voto, il centrodestra ha invece scelto la strada della protesta, decidendo alla fine di uscire dall’aula. Quello della legge elettorale è uno dei nodi più importanti per l’attuale esecutivo, e l’accordo raggiunto con i dem arriva all’indomani dell’annuncio del voto a favore della riforma costituzionale che prevede il taglio dei Parlamentari.

Il Pd ha infatti dato il proprio sostegno per il Sì al referendum a patto che si proceda con le riforme a cominciare proprio dalla nuova legge elettorale. L’esito positivo indica che l’accordo, almeno per il momento, sta in piedi.

Al contempo però mostra la fragilità della maggioranza, visto che senza l’astensione di Iv e LeU l’iter non sarebbe partito. La debolezza del governo è stata sottolineata anche dall’azzurro Sisto, che in Commissione ha dichiarato: “siete un governo di minoranza perché senza i nostri voti, né quelli di LeU, né quelli di Italia Viva, né dei Radicali non avete la maggioranza per approvare questa legge”.

In Commissione momenti di tensione e proteste

Non sono mancati i momenti di tensione e le proteste durante la discussione del testo della nuova legge elettorale, con il presidente della Commissione, Giuseppe Brescia (M5s) che si è trovato costretto prima a togliere la parola, e poi a far spegnere il microfono del deputato leghista Igor Iezzi.

Gli attriti in aula sono iniziati dopo che il presidente ha respinto la richiesta presentata dal centrodestra di sospendere la seduta e convocare l’ufficio di presidenza. A quel punto i deputati del centrodestra hanno iniziato a chiedere la parola per richiami al regolamento, e non per intervenire nel merito della proposta di legge.

Quando ha chiesto la parola il deputato Iezzi, il presidente della Commissione glie l’ha negata, e il deputato ha continuato ugualmente a parlare tenendo il microfono acceso. A quel punto è stato dato ordine di spegnere il microfono, cosa di cui sono stati incaricati i commessi che hanno raggiunto la postazione del deputato leghista.

È stato lo stesso Iezzi poi a spegnere il microfono seppur con non poca riluttanza, affermando di averlo fatto “per rispetto delle signore”. Le commesse intervenute erano infatti due donne.

Al termine dei lavori in commissione, il presidente Brescia ha commentato: “sulla legge elettorale non può mai essere una passeggiata. Anche noi siamo stati opposizione e abbiamo fatto anche di peggio” ha poi aggiunto il deputato pentastellato “è normale, è il gioco delle parti. Non c’è nulla di grave. Da gennaio ci sono stati continui rinvii per andare incontro alle opposizioni”.

Quanto alla decisione di non prendere parte al voto di Italia Viva, a spiegarne le ragioni è stato il renziano Marco Di Maio. “Non condividiamo un percorso accelerato sulla legge elettorale, che ha bisogno di condivisione anche con le opposizioni, tanto più nella delicata fase che l’Italia sta attraversando” ha dichiarato il deputato di Iv.

LeU invece non l’ha presa così larga. A motivare l’astensione è stato Fornaro, che è andato dritto al punto spiegando che non ha partecipato al voto per dissenso sulla soglia di sbarramento al 5% che secondo Liberi e Uguali deve essere “significativamente rivista” in quanto impedisce ad oltre 1 milione e mezzo di elettori di avere i propri rappresentanti in Parlamento.

Non ha preso parte al voto nemmeno +Europa. “Non partecipo al voto non ritenendo questo modo di procedere adeguato a una riforma elettorale” ha spiegato il deputato radicale Riccardo Magi.

Cos’è e come funziona il Germanicum o Brescellum

Le principali forze di maggioranza erano da tempo giunte ad un accordo sulla nuova legge elettorale, che sarebbe stata strutturata su un proporizionale sul modello tedesco con soglia di sbarramento al 5%. Da cui il nome Germanicum, mentre il nome Brescellum deriva dal presidente della Commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Brescia, che lo ha proposto.

L’iter per l’approvazione della nuova legge elettorale si avvia di fatto con l’approvazione in Commissione del testo base, ma cosa prevede all’atto pratico? Si tratta come anticipato di un proporizionale sul modello tedesco con soglia di sbarramento al 5% e “diritto di tribuna” per i piccoli partiti.

Con il Germanicum si elimina la quota maggioritaria del Rosatellum, quindi si cancellano i collegi uninominali. Con la vecchia legge elettorale infatti il 36% dei seggi veniva assegnato con sistema maggioritario, e il restante 64% con il sistema proporzionale.

La soglia di sbarramento che lascia fuori i partiti più piccoli, attualmente fissata al 3% verrà alzata al 5%. Vi sarà poi una seconda soglia di sbarramento impostata al 15% che varrà solo a livello regionale per la Camera dei Deputati per le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, come il Svp. Nessun cambiamento invece per quel che riguarda il numero delle circoscrizioni, che restano 28.

Con la nuova legge elettorale vengono assegnati in tutto 391 seggi proporzionali alla Camera ai quali si vanno ad aggiungere 8 seggi che vengono assegnati agli eletti nelle circoscrizioni estere, più un collegio uninominale per la Valle d’Aosta. Al Senato invece si assegnano complessivamente 195 seggi proporzionali; a questi si aggiungono 4 seggi per gli eletti all’estero ed un seggio per la Valle d’Aosta.

La nuova legge elettorale introduce anche il cosiddetto “diritto di tribuna”, vale a dire un meccanismo che garantisce la rappresentanza anche a forze politiche minori, cioè quei partiti che non riescono a superare la soglia di sbarramento al 5%.

Tra le novità che verranno introdotte con il Germanicum c’è anche l’eliminazione dei collegi uninominali e del ‘collegamento’ tra liste. Viene soppresso quindi il concetto delle alleanze prima del voto, e si elimina così il numero massimo di quattro candidati che vige con l’attuale legge elettorale. Si consente invece un numero di “candidati pari al numero dei seggi assegnati nel collegio plurinominale”.

Nel testo base approvato dalla Commissione Affari Costituzionali è prevista anche una delega al governo che può essere esercitata entro 60 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge elettorale per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali.

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