Nel nuovo decreto obbligo mascherine, proroga app Immuni a fine 2021 e meno potere alle regioni

Da oggi, 8 ottobre, è obbligatorio portare con sé la mascherina quando si esce di casa, “con la possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo anche all’aperto allorché si sia in prossimità di altre persone non conviventi” recita il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri di ieri, 7 ottobre 2020.

Conte: “mascherina fortemente raccomandata anche dentro casa”

Il premier Giuseppe Conte ha poi parlato ai giornalisti spiegando le misure imposte con il decreto, a cominciare proprio dall’uso della mascherina anche all’aperto. “La mascherina va indossata, non possiamo più entrare nell’ottica che in una strada non affollata la si toglie. Dobbiamo essere più rigorosi perché vogliamo in tutti i modi evitare altre misure restrittive per le attività produttive, per le attività sociali” ha spiegato il presidente del consiglio.

Conte ha poi fatto alcuni esempi per spiegare meglio in che modo bisogna comportarsi con l’uso della mascherina. “le mascherine d’ora in poi bisogna portarle con sé quando si esce di casa e indossarle, indossarle in ogni caso a meno che non ci si trovi in una situazione di continuativo isolamento. Faccio un’ipotesi: si vive in campagna isolati, in questo caso è irragionevole indossare la mascherina”.

“Per il resto la mascherina comunque va non solo portata ma anche indossata” e sarebbe per evitare nuove misure restrittive che penalizzerebbero ulteriormente una economia già in ginocchio, che “non facciamo distinzioni tra luoghi aperti al pubblico, all’aperto, luoghi privati”.

“L’unica eccezione è consentita per le abitazioni private. Lo Stato non può chiedere ai propri cittadini, al chiuso delle proprie abitazioni, di tenere una mascherina, sarebbe anche irragionevole tenere una mascherina tra persone che convivono sotto lo stesso tetto tutto il giorno” spiega Conte.

In realtà lo Stato non può imporre la mascherina nemmeno fuori dalle abitazioni private, almeno stando a quanto stabilito dalla Costituzione, in quanto viola le libertà individuali del cittadino, e al contempo viola la legge n. 152 del 22 maggio 1975, che vieta di circolare in luoghi pubblici con il viso coperto. Ma pare che in Italia la libertà sia stata barattata per avere in cambio una parvenza di sicurezza.

Il premier si rende conto se non altro di non poter imporre la mascherina nelle abitazioni, ma non esita a suggerire caldamente di indossarla ugualmente. “Mi permetto di dire, abbiamo qui una forte raccomandazione a tutti i cittadini. Noi anche in famiglia dobbiamo stare attenti, rispettiamo anche in famiglia, nelle abitazioni private, la distanza, proteggiamo anche loro con le mascherine se ci avviciniamo”.

Le misure contenute nel nuovo decreto in breve

Lo Stato di emergenza che sarebbe terminato il 15 ottobre viene invece prorogato fino al 31 gennaio 2021. Si estende quindi la validità del Dpcm con scadenza 7 ottobre fino al 15 ottobre, data per la quale dovrebbe essere emanato il nuovo Dpcm contenente le nuove norme anti-contagio.

Da oggi diventa effettivo l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto se ci si trova in prossimità di persone non conviventi. Ci sono alcune eccezioni, in quanto le mascherine non sono obbligatorie per i bambini di età inferiore ai 6 anni, per i soggetti che stanno praticando attività sportiva, per i soggetti con patologie o disabilità che sono incompatibili con l’uso della mascherina e chi per interagire con detti soggetti abbia la stessa incompatibilità.

Si vieta al contempo alle Regioni di adottare norme meno restrittive di quelle imposte dall’esecutivo, salvo specifiche eccezioni che devono però essere concordate con il ministro della Salute. I governatori possono invece emettere ordinanze contenenti misure più restrittive.

Il decreto legge che è stato approvato dalla Camera con i voti favorevoli dei partiti che compongono la maggioranza e l’astensione di quelli di opposizione stabilisce sanzioni che vanno da 400 euro a 1.000 euro per chi non rispetta le nuove imposizioni.

Alle regioni poteri limitati

Con il decreto legge approvato ieri ed entrato in vigore oggi, le regioni possono adottare misure anti contagio più restrittive rispetto a quelle disposte dal governo centrale, ma non possono introdurre ordinanze che allarghino la maglia delle restrizioni con misure più permissive.

Le regioni possono adottare misure “ampliative” solo nei casi in cui ciò sia espressamente previsto dai Dpcm e sempre che si abbia il parere favorevole del Comitato Tecnico Scientifico.

Sono altresì ammesse le eccezioni, a patto che siano concordate con il ministero della Salute, e in tutti i casi le regioni devono “informare contestualmente” la struttura ministeriale nel momento in cui intervengono in materia di contenimento del Covid-19.

App Immuni prorogata fino a fine 2021

Sarebbero dovuti essere tutti cancellati, i dati personali degli utenti raccolti dalla app Immuni, o comunque resi definitivamente anonimi, entro la data del 31 dicembre 2020, ma con il nuovo decreto la data slitta di un anno esatto.

La piattaforma Immuni che serve per tracciare i contatti nella prospettiva di un maggior controllo della diffusione del coronavirus, potrà restare operativa fino al 31 dicembre 2021. Sarà solo allora che tutti i dati personali saranno “cancellati o resi definitivamente anonimi”. Fino ad allora la app continuerà a funzionare regolarmente, anche all’estero, comunicando con le altre piattaforme europee.

Proroga dei termini per richiedere la cassa integrazione

I termini per poter inviare le domande di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga collegati all’emergenza Coronavirus vengono prorogati con il nuovo decreto fino al 31 ottobre 2020.

Slittano anche i termini per la trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo dei trattamenti sopra descritti, compreso quelli differiti in via amministrativa, che sarebbero dovuti scadere a fine luglio o agosto e che sono già stati prorogati con il decreto Agosto.

Smart working e limiti per spettacoli al chiuso, cinema e teatri

La proroga dello stato di emergenza, come leggiamo su IlFattoQuotidiano, implica anche la sopravvivenza dell’incentivo allo smart working per tutti quei lavori che possano ricorrervi.

Si conferma anche l’obbligo di rispettare i protocolli di sicurezza per tutti gli ambienti di lavoro, per i ristoranti e per i locali. Per quel che riguarda gli spettacoli restano i limiti fino ad ora in vigore, vale a dire per cinema, teatri e concerti, massimo 200 spettatori se al chiuso, e fino ad un massimo di 1000 spettatori se all’aperto.

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