Elezioni Usa 2020, per l’economia il rischio maggiore “è non sapere chi ha vinto” ecco perché

Manca appena una settimana al giorno del voto per le presidenziali Usa 2020, ma con l’approssimarsi della data del 3 novembre non cambia molto la situazione di incertezza riguardante l’esito delle elezioni, infatti il distacco tra l’attuale presidente Donald Trump e lo sfidante Democratico Joe Biden non sembra essersi particolarmente accentuato stando agli ultimi sondaggi.

Lo scenario di un esito incerto insomma si affaccia sempre più nitido all’orizzonte, e questo non è un contesto favorevole ai mercati.

“Non escludiamo che, a meno che non ci sia una chiara vittoria di uno dei due candidati, il riconteggio potrebbe trascinarsi fino alla Corte Suprema per decidere il vincitore, in un processo che si trascinerebbe nel tempo e porterebbe indubbiamente grande volatilità e incertezza ai mercati” fanno sapere infatti da Renta 4.

La stessa preoccupazione è stata espressa anche da John Emerson, vicepresidente di Capital Group International, e il fatto che un’ampia fetta dell’elettorato si trovi ad esprimere la preferenza per posta non fa che peggiorare il quadro in quanto a torto o a ragione non può che nutrire dubbi circa eventuali irregolarità specie se la vittoria di uno o dell’altro dovesse risultare di misura.

Se non dovesse esserci una vittoria netta, dell’attuale presidente o del suo sfidante “l’esito delle elezioni presidenziali porbabilmente non sarà reso noto per diversi giorni o addirittura settimane” dice Emerson che poi sottolinea come “questo periodo di incertezza sarà probabilmente accompagnato da un’elevata volatilità del mercato”.

Secondo gli esperti di Bankinter ci sono tutte le premesse perché ci si trovi un uno scenario di grande incertezza politica negli Usa che si ripercuoterà sui mercati azionari, obbligazionari e sul dollaro per un po’ di tempo. “Tutte le indicazioni affermano che questo è ciò che accadrà nelle prossime settimane” affermano da Bankinter.

Gli esperti spiegano anche che “la vittoria democratica, apparentemente molto probabile, i crescenti problemi nel controllo della diffusione del virus, la sospensione temporanea della sperimentazione di alcuni vaccini e una macro difficile da migliorare rispetto alla situazione attuale coincidono”.

Non solo il distacco tra Biden e Trump, attualmente stimato intorno agli 8 punti percentuale, non è particolarmente elevato per le elezioni presidenziali americane, ma non si può non tener conto del fattore ‘Trump’, e quindi del ripetersi di ciò che accadde in occasione della precedente tornata elettorale, quando il tycoon si affermò su una Hillary Clinton ampiamente favorita dai sondaggi.

E gli esperti di Bankinter sottolineano che “se Biden vince è logico che i mercati azionari si fermino in vista della probabile rotazione del settore che sta arrivando (peggiori compagnie petrolifere, aziende agricole, tecnologia… e migliori infrastrutture, imprese di costruzioni) e prendano un po’ di profitti in anticipo”.

“Le obbligazioni americane potrebbero continuare a scendere con l’aumento dell’inflazione e delle aspettative di spesa pubblica e il dollaro indebolirsi ancora di più” dicono da Bankinter “questo potrà essere temporaneo o meno, a seconda delle prime decisioni che Biden prenderà a partire da gennaio”.

Secondo Jack Janasiewicz, gestore del portafoglio di Natixis IM, ed Esty Dwek, responsabile delle strategia di mercato globale di Natixis IM Solutions “uno dei rischi principali da qui alla fine dell’anno” rimane quello di un esito elettorale incerto delle elezioni presidenziali Usa. Gli stessi esperti inoltre fanno notare che “è interessante osservare come la curva di volatilità dei mercati abbia iniziato a scendere”.

Questo indicherebbe che lo scenario di un esito incerto della tornata elettorale è tutt’altro che scontato. Questi esperti infatti ipotizzano che il mercato stia “lentamente valutando le probabilità sempre più basse di un’elezione controversa. Al momento, i sondaggi indicano che Biden ha già circa 216 voti assicurati dai collegi elettorali e deve arrivare a 270 per vincere”.

Ciò significa che l’esito sarà deciso negli otto o nove Stati chiave, nei quali l’esito non è ancora certo. In alcuni di questi Biden secondo i sondaggi ha un vantaggio che si aggira intorno ai 5 punti percentuale, sono il Minnesota, il Michigan, la Pennsylvania e il Wisconsin, che gli permetterebbero di ottenere altri 56 voti nel conteggio dei grandi elettori, e questi lo porterebbero oltre quota 270.

Gli analisti di Natixis IM spiegano poi che “affinché Trump possa arginare questa marea ha bisogno di vincere altri quattro o cinque Stati in gioco e soprattutto la California e la Florida. È proprio in questi due Stati, che sono fondamentali per il loro numero di voti nel Collegio elettorale che determineranno l’esito nazionale. Pertanto, le possibilità di avere un’elezione contestata, in cui il risultato non è noto, scendono ancora di più”.

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