Movimento 5 Stelle: slitta a data da destinarsi il voto su Rousseau, la base non può ancora pronunciarsi su Draghi

La democrazia partecipata tanto decantata dal Movimento 5 Stelle ai tempi in cui si faceva finta di andare a tutta velocità verso un cambiamento epocale nel modo di fare politica inizia ad essere piuttosto scomoda al 5 Stelle di oggi.

Già perché quelli di oggi non sono euroscettici, ma convinti europeisti. I grillini di oggi, quelli che siedono in parlamento se non altro, sono alleati del Partito Democratico, mentre quelli di un paio d’anni fa dicevano: “mai con il partito di Bibbiano”. I 5 Stelle di oggi trattano con Renzi, e magari ci prendono anche il caffè contrariamente a quanto declamato dal Dibba, mentre quelli di ieri, lo stesso Grillo in realtà, all’ex rottamatore non lo facevano nemmeno parlare.

Insomma qualche piccola differenza tra il Movimento 5 Stelle prima di andare al governo ed il Movimento 5 Stelle dopo, a meno di non avere delle fette di prosciutto piuttosto spesse sugli occhi, si nota eccome.

Eppure di quei pochi che ancora si prendono il disturbo di andare a votare sul blog delle Stelle attraverso la piattaforma Rousseau, parliamo quindi di quelli ‘meno malpancisti’ per usare un eufemismo molto generoso, rischiano di essercene un bel po’ che di appoggiare il governo di Mario Draghi non se la sentono proprio.

C’è il rischio che ormai persino loro abbiano raggiunto un tale livello di “bastitudine”, per usare il termine coniato da Stefano Massini, da arrivare finalmente a dire qualcosa tipo: “va bene tutto, ma arrivare anche ad appoggiare il governo di Mario Draghi è veramente troppo“.

E guarda un po’, la votazione su Rousseau per ora non si farà. La comunicazione arriva direttamente dal reggente del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, che sul blog annuncia la lieta decisione, che sarà lo stesso Grillo a prendersi la briga di spiegare con l’ennesima arrampicata sugli specchi.

Movimento 5 Stelle, sì a Draghi? Rinviato il voto su Rousseau

Gli iscritti hanno avuto la possibilità di votare su alcune questioni importanti come quella sulla nuova governance, che non prevede più la figura del capo politico ma una direzione a cinque membri. Il Sì alla nuova governance è arrivato dall’83,5% dei votanti, per un totale di 24.340 voti, contro i 4.793 no (16,5%). In tutto hanno votato solo 29.133 iscritti.

Per quanto riguarda invece la modifica dello Statuto del Movimento 5 Stelle “poiché non ha partecipato alle votazioni almeno la maggioranza assoluta degli iscritti, così come previsto dall’articolo 6 dello Statuto del MoVimento 5 Stelle, si procederà con la seconda convocazione dell’Assemblea degli iscritti dalle ore 12 di martedì 16 febbraio 2021 fino alle ore 12 di mercoledì 17 febbraio 2021” è l’annuncio che si legge sul blog.

Ma l’argomento più caldo è quello della decisione di appoggiare o meno il governo di Mario Draghi, e su questo ancora niente voto. “Il voto sul governo previsto dalle ore 13 di oggi è temporaneamente sospeso” dice Vito Crimi in un annuncio pubblicato sul Blog delle Stelle “i nuovi orari di inizio e termine votazione saranno successivamente comunicati”.

La sensazione è che questa cosa della democrazia partecipata rischi di diventare una bella spina nel fianco per il Movimento 5 Stelle. Certo non potrebbe rappresentare un problema se il MoVimento fondato da Grillo e Casaleggio avesse continuato a muoversi in modo coerente coi suoi valori fondanti, ma visto che poi si è deciso di imboccare tutt’altra strada, gestire quel poco consenso che rimane diventa difficile.

Secondo quanto riportato sull’ANSA è stato lo stesso Grillo a decidere per il rinvio del voto della base del Movimento 5 Stelle attraverso la piattaforma Rousseau, non fosse altro che per evitare una spaccatura “che può essere fatale al tentativo dell’ex presidente della Bce”.

“Aspettiamo a votare che Draghi abbia le idee chiare, un po’ di pazienza” dice il comico genovese “ho detto no alla Lega e lui mi ha risposto… Non lo so, vediamo”. Si vede proprio che l’ex presidente della BCE, ex governatore di Bankitalia, quello che Cossiga definì: “un vile affarista” a Grillo ha fatto proprio una buona impressione.

“Pensavo fosse un banchiere di Dio invece è un grillino” ha detto Beppe Grillo in un video in cui commenta l’incontro a tu per tu con Mario Draghi. Per lui insomma tutto sommato sostenere il governo di Draghi ‘ci sta’, ma se la base dovesse dire che invece non ci sta per niente? Difficile poi andare comunque in quella direzione.

Ma come si risolve questo problema? Intanto si sospende l’esercizio democratico anche su Rousseau, pare vada di moda, poi si vedrà. Il rischio comunque è alto, ne parlano gli stessi parlamentari pentastellati. “Se vince il no su Rousseau qui facciamo la scissione al contrario” dicono, lasciando intendere che questo esito potrebbe portare i favorevoli al governo Draghi a non rispettare il voto della base.

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