Il Senato approva il disegno di legge delega per l’assegno unico per i figli con 227 sì e 4 astenuti

Il disegno di legge per l’introduzione dell’Assegno Unico per i figli è stato approvato anche dal Senato. Il testo ha ottenuto un’approvazione quasi unanime con 227 Sì, 4 astenuti e nessun No ed ora non resta che attendere che vengano pubblicati i decreti attuativi.

L’approvazione del disegno di legge alla Camera aveva visto passare il testo sull’Assegno Unico con 452 Sì ed un solo astenuto, ed ora dopo il passaggio a Palazzo Madama la ministra della Famiglia Elena Bonetti (Italia Viva) parla di “un provvedimento importante perché inizia un tempo nuovo, del futuro, della ripartenza. Confermo a nome del governo l’impegno di dare seguito alla delega attuando l’assegno entro il termine del primo luglio come previsto”.

L’assegno Unico infatti dovrebbe scattare dal 1° luglio 2021 quando giungeranno a scadenza alcune delle attuali misure a sostegno del reddito delle famiglie con figli a carico, le quali verranno rimpiazzata appunto della nuova misura.

Per i prossimi tre mesi il governo dovrà però lavorare ai decreti attuativi, che devono ancora essere scritti e varati affinché l’Assegno Unico diventi realtà.

Del risultato ottenuto con l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge per l’Assegno Unico per i figli ha parlato con orgoglio anche il deputato del Pd, Stefano Lepri, che già nel 2014 aveva presentato una proposta di legge sull’assegno universale. “Finalmente anche l’Italia avrà una misura semplice, equa, continua, robusta e per tutti a sostegno dei figli” ha dichiarato il deputato dem.

Il deputato Lepri ha anche parlado di “una riforma epocale, che permetterà di far ripartire la natalità, sostenere le famiglie, contrastare le disuguaglianze e la povertà minorile, tutelare i servizi di welfare e la previdenza, stimolare i consumi. Una riforma votata da tutto il Parlamento, quindi di tutto il popolo italiano”.

Nannicini: “non nascondo l’orgoglio e la soddisfazione del Pd”

Grande soddisfazione per l’approvazione del testo di legge per l’introduzione dell’Assegno Unico per i figli è stata espressa anche dal senatore dem Tommaso Nannicini, che ha rivendicato per il Partito Democratico la paternità della misura.

“Non nascondo l’orgoglio e la soddisfazione del Pd perché un pezzo del programma elettorale del 2018, che metteva il contrasto alla denatalità e il sostegno all’occupazione femminile al centro della nostra proposta politica diventata legge dello Stato” ha dichiarato Nannicini annunciando poi: “da domani il Pd metterà tutte le sue energie perché non prevalgano superficialità e autocompiacimento, perché nella fase di attuazione si faccia bene e si faccia in fretta l’assegno unico universale per i figli”.

Il senatore del Partito Democratico ha spiegato che per quel che riguarda i decreti attuativi attesi nei prossimi mesi si dovranno operare “tre scelte politiche” e ha quindi specificato: “fare bene l’assegno, investire in infrastrutture sociali per l’infanzia, investire più risorse: servono un miliardo, forse 2 perché nessuno ci rimetta e 2 miliardi per i contributi ai datori di lavoro”.

“Per rimuovere gli ostacoli al desiderio di avere figli bisogna superare la logica della conciliazione in favore di politiche di condivisione delle esigenze di cura dei figli e della carriera dei genitori, con congedi di paternità paritari, congedi genitoriali estesi, part time agevolato di coppia e aiuti alle imprese per il grande sforzo di sostenere le politiche contro la denatalità” ha spiegato ancora Nannicini.

Il ‘merito’ però potrebbe non essere tutto quanto del Pd, perché a rivendicare la paternità della misura spunta fuori anche Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha infatti commentato l’approvazione al Senato del disegno di legge per l’introduzione dell’Assegno Unico per i figli rivolgendosi alla ministra per la Famiglia Elena Bonetti.

“La Leopolda del 2019 è stato dove lei ministro ha presentato una proposta organica che ha permesso in 16 mesi la prima vera risposta. Le diamo atto di aver fatto un grande lavoro. Questo dare atto voglio condividerlo con il presidente Draghi e il presidente Conte, perché entrambi hanno avuto l’intelligenza di credere in questo provvedimento”.

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