Assegno unico 2021: cos’è e a chi spetta, tutte le novità previste nel decreto Sostegno di Draghi

Ne ha già dato conferma anche la ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, che ha ricordato che oltre al bonus Baby sitter, confermato per il 2021 con un importo extra di 100 euro a settimana per personale sanitario e delle forze dell’ordine, e ai congedi parentali destinati ad aiutare le famiglie con figli in età scolastica minori di 16 anni, entro il mese di luglio arriverà l’assegno Unico.

La misura dell’assegno unico per i figli sarà inserita insieme agli altri aiuti destinati a famiglie, lavoratori e imprese, all’interno del decreto Sostegno che il governo guidato da Mario Draghi emanerà nei prossimi giorni.

Per quel che riguarda l’assegno unico per i figli a carico è anche arrivato l’ok della Commissione Lavoro del Senato, dopo che la proposta ha incassato il via libera dalla Camera, con l’introduzione della misura che dovrebbe avvenire entro il 1° luglio 2021.

Si era temuto un ulteriore slittamento per l’assegno Unico 2021, visto che la proposta sembrava essersi arenata per alcuni mesi, ma alla fine la situazione si è poi sbloccata ed ora la misura di un assegno unico per i figli potrebbe effettivamente vedere la luce entro la fine del primo semestre dell’anno.

Molti dettagli riguardanti il funzionamento di questa misura non sono stati ancora resi noti. Sappiamo che la squadra di governo di Mario Draghi ha apportato delle modifiche alla misura inizialmente concepita dal governo di Giuseppe Conte, ad esempio per quel che riguarda gli importi e la platea di beneficiari.

Il nuovo Assegno Unico per i figli dovrebbe infatti avere una platea più estesa, con importi maggiorati nel caso di figli portatori di disabilità gravi o per quelle famiglie in cui vi sia più di un figlio a carico.

Cos’è e a chi spetta l’assegno unico per i figli 2021?

È da un anno ormai che si parla dell’assegno unico per i figli a carico, infatti la misura era stata inserita dal primo governo Conte all’interno del testo del Family Act che fu approvato dal Consiglio dei Ministri l’11 giugno 2020.

La misura prevedeva un contributo mensile che sarebbe stato erogato sotto forma di credito di imposta oppure con assegno destinato alle famiglie con figli a carico a patto che risultassero soddisfatti determinati requisiti.

Lo stesso importo dell’assegno dipende dai requisiti reddituali, infatti si terrà conto della certificazione Isee, ed è prevista una maggiorazione per l’eventuale presenza di figli disabili.

L’introduzione dell’assegno Unico dovrebbe portare alla cancellazione di un’altra misura, quella dei vecchi Assegni al Nucleo Familiare, ma anche di altri bonus come il bonus Bebè e il bonus Mamma domani. L’assegno unico 2021, la cui introduzione è prevista per il mese di luglio, dovrebbe infatti sostituire questi bonus in qualche modo inglobandoli.

L’assegno Unico 2021 verrà introdotto a luglio

Sebbene la misura sia contenuta nel testo del decreto Sostegno di prossima emanazione, non entrerà in vigore da subito, bensì a luglio 2021. L’ok della Camera è già arrivato la scorsa estate, poi l’iter ha subito dei rallentamenti, fino ad arrivare in questi giorni, l’11 marzo per l’esattezza, al via libera da parte della Commissione Lavoro del Senato.

L’ok del Senato riguarda l’introduzione del nuovo sussidio per il 1° luglio 2021, data entro la quale dovranno essere emanati i decreti attuativi di altri due ministeri, vale a dire il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed il ministero per la Famiglia.

Per l’introduzione dell’Assegno Unico sono stati stanziati con la Legge di Bilancio 2021 fondi per un totale di 3 miliardi di euro per l’anno in corso, che diventano 5/6 miliardi a partire dal 2022 quando la misura dovrebbe ormai essere a regime.

Inoltre andranno a confluire tra le risorse per l’Assegno Unico anche quelle derivanti dalla cancellazione dei vecchi bonus (bonus Bebè, bonus Mamma, Assegno al Nucleo Familiare ANF) pari a circa 125 miliardi di euro.

Chi può ricevere l’assegno Unico 2021?

Come accennato, con l’introduzione dell’assegno Unico si estende la platea di beneficiari di misure come l’Assegno al Nucleo Familiare, e dal momento che questo bonus andrà a sostituire misure come il bonus Bebè e il bonus Mamma domani, è chiaro che il numero degli aventi diritti sarà piuttosto ampio.

Secondo le stime l’Assegno Unico sarà destinato a circa 11 milioni di nuclei familiari, per un totale di 12,5 milioni di beneficiari tra bambini e ragazzi, dei quali circa 10 milioni sono minori di anni 18.

L’Assegno Unico per i figli a carico viene riconosciuto alle mamme a partire già dal settimo mese di gravidanza, e fino al raggiungimento dei 21 anni di età. A partire dal raggiungimento della maggiore età però l’assegno potrebbe essere erogato direttamente al figlio ormai maggiorenne, questo quantomeno ciò che troviamo nel disegno di legge approvato dalla Camera e dalla Commissione Lavoro del Senato.

In caso di erogazione direttamente al ragazzo dal raggiungimento dei 18 anni, l’importo dell’assegno potrebbe essere ridimensionato. In ogni caso sarà condizionato alla presenza di alcuni requisiti, come eventuale impiego lavorativo, attività di studio o tirocinio.

Tra i beneficiari dell’assegno unico troviamo sia i lavoratori dipendenti che i lavoratori autonomi e con partita Iva. Si parla infatti in questo caso di un beneficio di carattere universale, tant’è che fanno parte della platea dei beneficiari anche gli incapienti e coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, sempre a patto che sussistano i requisiti.

Quali sono i requisiti per ricevere l’Assegno Unico?

Per poter aver diritto all’erogazione dell’assegno Unico devono risultare soddisfatti alcuni requisiti, ed in particolare possono ricevere il sussidio solo coloro che soddisfano le seguenti condizioni:

  • Sono cittadini italiani o cittadini dell’Ue, o ancora cittadini extracomunitari a condizione che siano in possesso di regolare permesso di soggiorno di lungo periodo
  • Sono genitori con figli a carico di età fino a 21 anni, oppure donne incinte a partire dal settimo mese di gravidanza
  • Risultano residenti o domiciliati in Italia da un minimo di due anni e restano tali per l’intera durata del beneficio.

Più in generale si ipotizza che potranno ricevere l’assegno Unico anche i cittadini che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, ma non vi è alcuna certezza in merito in quanto si tratta solo di una proposta contenuta nel disegno di legge che dovrà eventualmente essere recepita anche dai decreti attuativi del Ministero del Tesoro e del Ministero per la Famiglia.

Nel caso di assegnazione dell’assegno unico ai beneficiari del RdC si dovrà procedere con la determinazione dell’importo del reddito di cittadinanza secondo criteri ad hoc che dovranno prendere in considerazione l’importo dell’Assegno Unico riconosciuto.

Nel caso di famiglie con genitori separati si è pensato poi alla possibilità di un’equa ripartizione dell’assegno unico, così pure per i casi di annullamento o cessazione del matrimonio.

Quali sono gli importi dell’Assegno Unico 2021?

Dal momento che il testo della legge con cui verrà introdotto l’assegno Unico non è definitivo, non è ancora possibile conoscere con esattezza gli importi. Si tratta ancora di un disegno di legge, pertanto sappiamo con certezza solo che l’importo dell’assegno varierà in base al reddito Isee familiare, risultando tanto più consistente quanto più basso l’Isee.

Una parte dell’Assegno Unico comunque sarà ad importo fisso, mentre un’altra parte sarà ad importo variabile. L’importo minimo dell’assegno sarà di 40 euro, mentre l’importo massimo sarà di 200 euro sempre su base mensile.

La quota fissa dell’assegno unico dovrebbe andare dai 50 ai 100 euro, mentre la quota variabile dell’importo dipende dal valore dell’Isee e si si azzera di fatto al raggiungimento dei 50 o 60 mila euro di reddito.

Per i nuclei familiari che presentano alcune particolari condizioni per quel che riguarda la loro composizione poi sono previste delle maggiorazioni. Una maggiorazione dell’importo dell’assegno unico pari al 20% è prevista per nuclei con più di un figlio a carico, mentre nel caso di famiglie in cui vi sono ragazzi portatori di disabilità si prevede un incremento dell’importo nella misura del 30% fino al 50%.

Anche i figli maggiorenni possono ricevere l’Assegno Unico, ecco quando

Le disposizioni contenute nel Family Act stabiliscono che l’assegno unico spetta alle famiglie a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 18esimo anno di età del figlio. In alcuni casi l’assegno può essere erogato anche successivamente fino al 21esimo anno di età, ma solo se sussistono determinate condizioni.

Anche in questo caso parliamo ancora soltanto di ipotesi, ma nel disegno legge si propone di erogare l’assegno unico direttamente al figlio una volta raggiunta la maggiore età e fino al compimento dei 21 anni, in modo tale da garantirgli un minimo di autonomia economica.

Il beneficiario dell’assegno unico, in questo caso qiundi parliamo del ragazzo di età compresa tra i 18 e i 21 anni, deve però soddisfare uno o più dei seguenti requisiti:

  • risultare iscritto all’università e frequentare regolarmente
  • risultare iscritto ad un corso di studi professionale
  • svolgere un tirocinio
  • prestare servizio civile universale
  • avere un impiego con reddito basso (i requisiti relativi all’importo sono da definire)
  • essere disoccupato e in cerca di occupazione

L’assegno unico anche per i figli a carico con più di 21 anni

Ad oltre una settimana dall’approvazione al Senato con 227 voti favorevoli, nessun contrario e 4 astenuti, sul disegno di legge per l’introduzione dell’assegno unico a partire dal 1° luglio 2021 è intervenuta con alcune precisazioni il ministro per le Pari opportunità e per la Famiglia Elena Bonetti.

La ministra ha confermato l’intenzione del governo di non lasciare fuori dall’assegno unico quei nuclei familiari in cui vi sono figli a carico di età superiore ai 21 anni. In tal senso quindi potrebbero essere introdotte prossimamente delle modifiche in quanto per come si presenta attualmente la legge il beneficio spetterebbe solo per figli a carico fino ai 21 anni di età, a patto naturalmente che siano soddisfatti gli altri requisiti previsti.

Dal 1° luglio prossimo inizieranno ad essere inoltrate le domande per l’Assegno Unico attraverso il portale dell’Inps, e questo vuol dire che i tempi stringono per estendere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli a carico di età superiore ai 21 anni.

Dinanzi al progetto di estendere l’assegno unico per figli a carico ad un maggior numero di beneficiari si para tuttavia un ostacolo costituito dalla scarsità di risorse. Questo quantomeno viene fatto notare dagli addetti ai lavori, che parlano di risorse limitate, non sufficienti a garantire una somma mensile pari a 250 euro a figlio.

Per venirne a capo l’esecutivo sta valutando diverse ipotesi, tra le quali troviamo quelle elaborate dal gruppo di ricerca Arel, dalla Fondazione E. Gorrieri e da Alleanza per l’Infanzia.

Come fare per richiedere l’assegno Unico

Per quel che riguarda le modalità con cui può essere richiesto l’assegno unico si dovrà necessariamente attendere l’emanazione del decreto attuativo. Quel che sappiamo al momento è che sarà necessario, per poter accedere al beneficio, presentare la certificazione Isee, indispensabile per determinare l’importo dell’assegno.

Sappiamo anche che vi sarà una soglia di reddito oltre la quale la quota variabile dell’importo dell’Assegno Unico si azzera, e questa soglia dovrebbe essere tra i 50 mila ed i 60 mila euro di reddito Isee.

L’Assegno Unico dovrebbe essere erogato direttamente dall’Inps, il che significa che chi intendesse richiederlo dovrà con ogni probabilità seguire la procedura indicata sul sito ufficiale, per fare richiesta per via telematica o recandosi direttamente presso gli uffici dell’Inps.

L’assegno Unico produrrà un incremento medio del reddito del 68%

L’Inps ha già svolto alcune indagini per valutare l’impatto che l’introduzione dell’Assegno Unico avrà sulla situazione economica delle famiglie italiane. Le valutazioni fatte sia dall’Inps che dall’Associazione famiglie numerose indicano che questa agevolazione potrebbe però produrre anche degli effetti negativi invece che positivi per alcune categorie di lavoratori in particolare. Motivo per cui si sta già pensando ad alcune modifiche che potrebbe essere necessario apportare.

Secondo l’ISTAT con l’introduzione dell’assegno unico produrrebbe un incremento medio del reddito del 68% per le famiglie che ne beneficeranno. Tra coloro che ne trarranno i maggiori benefici troviamo i lavoratori autonomi che attualmente percepiscono gli Assegni al Nucleo Familiare (ANF) e tutti quei lavoratori che non raggiungono la soglia minima necessaria per accedere alle detrazioni per figli minori.

L’introduzione dell’assegno unico invece non andrebbe ad incidere affatto, o inciderebbe poco, per il 2,4% delle famiglie italiane, mentre per il 29,7% la novità porterebbe addirittura un peggioramento della situazione economica.

Ma a chi è che non conviene l’introduzione dell’Assegno Unico prevista con il decreto Sostegno del governo Draghi? Quelle che subirebbero un impatto negativo dalla misura sono:

  • le famiglie con figli a carico di età superiore ai 21 anni, che a partire dal mese di luglio non potranno più accedere alle detrazioni fiscali finora previste dalla normativa
  • le famiglie numerose, cioè con 4 o più figli a carico, per i quali gli importi dell’assegno unico sono particolarmente bassi
  • le coppie di fatto che fino ad oggi hanno ancora la possibilità di computare un solo reddito per gli Assegni al Nucleo Familiare, mentre con l’introduzione dell’Assegno Unico dovrebbero considerare l’Isee con entrambi i redditi dei genitori
  • le famiglie con reddito medio Isee oltre una certa soglia

Al momento comunque, è bene ricordarlo, le valutazioni e le considerazioni si basano su quanto emerso finora e per buona parte tengono conto di ipotesi che potrebbero non trovare alcuna attuazione pratica nella misura.

Ci sono inoltre buone probabilità che prima di approdare al testo definitivo la proposta di legge dell’assegno unico subisca non poche modifiche, che auspicabilmente andranno a correggere i difetti emersi in questa fase.

Per fare una valutazione più accurata dei pro e contro della misura che porterà all’introduzione dell’assegno unico il 1° luglio 2021 dovremo infatti attendere l’approvazione in Senato del testo definitivo, nonché l’emanazione dei due decreti attuativi del ministero dell’Economia e Finanza e del Ministero per la Famiglia.

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