Nei piani del governo Draghi tra il 20 aprile e il 2 giugno si dovrà riaprire tutto o quasi tutto

Non sono solo i comuni cittadini a domandarsi quando sarà finalmente possibile tornare alla propria vita e alle proprie attività, dai semplici spostamenti allo sport, ma sono soprattutto i titolari di attività commerciali a chiederselo, in particolare quelle che operano nel turismo e nella ristorazione che inevitabilmente sperano nella stagione estiva per ripartire.

Dal governo Draghi non sono ancora arrivate date certe, ma qualche data è pur venuta fuori. L’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce sta mettendo a punto infatti un piano per riaprire tutto o quasi tutto tra il 20 aprile ed il 2 giugno, e di questo piano ne ha parlato con La Stampa il ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

In zona rossa restano solo 4 Regioni

A partire da oggi, lunedì 12 aprile, sono rimaste solo in 4 le Regioni in zona rossa, tutte le altre sono in zona arancione solo perché la zona gialla è stata sospesa almeno fino al 30 aprile, senza contare che anche quando verrà ripristinata le soglie per accedervi sono state modificate già da metà gennaio e rese più stringenti.

In zona gialla attualmente dovremmo avere almeno 5 o 6 Regioni, ma quel che viene evidenziato è soprattutto il fatto che l’andamento del contagio sta migliorando. Esattamente come accadde un anno fa, quando con l’arrivo della stagione calda il virus – come naturale che sia – tende a ‘sparire’ per poi rifare la sua comparsa con l’autunno.

Restano in zona rossa almeno fino alla fine di questa settimana solo Valle d’Aosta, Sardegna, Puglia e Campania. Per tutte le altre è scattata la zona arancione ma per la ripartenza vera e propria delle attività bisogna aspettare ancora.

Il piano del governo per le riaperture dal 20 aprile al 2 giugno

Il ministro Garavaglia nel corso della sua intervista a La Stampa ha spiegato che la cabina di regia sta iniziando a pianificare le riaperture in vista dell’arrivo della stagione estiva. Le riaperture, viene sottolineato, saranno sempre definite sulla base dei dati scientifici e dell’andamento del contagio, anche se non vi è in realtà nulla di scientifico in decisioni di carattere prettamente politico.

Il ministro Garavaglia ha sottolineato l’importanza di stringere i tempi. “Ogni settimana che passa perdiamo pezzi di Pil e non ce lo possiamo permettere” dice il ministro, come se il problema non fosse invece il disastro sociale che questa politica di chiusure ha provocato, come se a determinare l’urgenza di procedere con le riaperture non sia invece la disperazione di intere famiglie ridotte sul lastrico.

Tutto questo evidentemente ce lo possiamo permettere, o quantomeno il ministro sembra concentrarsi principalmente sull’aspetto del PIL, ed è in quest’ottica che prospetta la necessità di far ripartire la stagione turistica “a maggio, almeno per le spiagge, con protocolli rafforzati all’inizio”.

Il ministro del Turismo tiene comunque a precisare: “ovvio che sarei più contento se le spiagge, come l’anno scorso, aprissero a metà maggio”, ma tutto sommato il ritardo non sarà che di un paio di settimane a quanto pare, visto che il governo conta di riaprire tutto o quasi tutto entro la festa della Repubblica.

Il 2 giugno la “data finale entro la quale sarà aperto tutto o quasi tutto”

Non si tratta di una certezza, ma di un augurio del ministro del Turismo che spiega: “quando ho parlato del 2 giugno facevo riferimento alla più importante festa nazionale, ossia quella della Repubblica. In Francia ad esempio hanno indicato il 14 luglio. Mi riferivo a una data finale entro la quale mi auguro sia aperto tutto o quasi tutto“.

“Ovviamente dipende dal piano vaccinale” precisa però il ministro leghista “da tempo diciamo che dobbiamo programmare. Sappiamo che finché i numeri non lo consentono, bisogna essere molto prudenti. Ciò non vuol dire che non si deve programmare. Ci sono attività che puoi aprire il giorno dopo” ha detto il ministro facendo l’esempio dei parrucchieri, evidenziando che invece per altre è indispensabile programmare la riapertura con settimane se non mesi di anticipo.

Il ministro Garavaglia ha quindi annunciato la stesura di un vero e proprio cronoprogramma delle aperture. Inizialmente il governo prevede di stabilire dei protocolli più stringenti, per poi allentare in modo graduale fino ad un certo livello di normalità.

Entro aprile riparte la ristorazione “se ci sono le condizioni”

Tra le prime attività a poter riaprire dovrebbero esserci quelle che lavorano nel settore della ristorazione, per le quali si potrebbe ripartire già entro la fine del mese di aprile “se ci sono le condizioni” precisa però il ministro.

In vista dell’inizio della stagione turistica il governo conta di istituire anche delle isole Covid free e il green pass, quello stesso green pass cui l’Oms si è recentemente dichiarata apertamente contraria, fornendo tra le ragioni del suo no il fatto che non vi sia letteratura scientifica che dimostri l’efficacia del vaccino nel fornire una protezione concreta dal Covid-19. 

Il governo italiano però sembra intenzionato a seguire comunque questa strada, sebbene non possa che risultare difficile a questo punto motivare questa scelta come una decisione dettata dalla scienza, visto il parere contrario dell’Oms.

L’Ue verso il Green Pass

Per quanto riguarda il cosiddetto Green Pass, il ministro Garavaglia ha comunque parlato di tempo non ancora certi. “Si parla di 15 giugno” ha anticipato il ministro, spiegando poi: “secondo noi bisogna anticipare un po’ per garantire la circolazione nei tempi giusti e per programmare la stagione estiva”.

Ed è sempre Garavaglia a spiegare in che modo dovrebbe funzionare il Green Pass che l’Ue sembra voler adottare prima dell’arrivo della stagione estiva. “Se sei vaccinato o no, se hai avuto il Covid e quindi hai gli anticorpi, se hai fatto il tampone” questo quanto dovrebbe essere attestato attraverso il passaporto sanitario.

“La condizione del tampone è la più semplice perché comunque, nelle more della vaccinazione, ti può consentire una circolazione e una mobilità in sicurezza” spiega ancora il ministro del Turismo “non è un caso che la sperimentazione dei voli che vengono da New York senza quarantena ponga questa regola. Sardegna sicura è sostanzialmente il lasciapassare europeo. Questo può garantire l’apertura di diverse attività e anticipare il periodo in cui saremo vaccinati e avremo l’immunità di gregge”.

Il Comitato Tecnico Scientifico pronto alla calendarizzazione delle riaperture

Il ministro Massimo Garavaglia ha parlato nel corso dell’intervista rilasciata a La Stampa del progetto di fissare un calendario delle riaperture, cosa di cui sarà il Comitato Tecnico Scientifico, riunendosi già a partire da oggi lunedì 12 aprile, ad occuparsi.

“Nel mese di marzo e aprile abbiamo scelto di non avere fasce gialle, perché la variante inglese ha una maggiore capacità di diffusione” ha detto poi il ministro della Salute Roberto Speranza, guardandosi bene dallo scendere nel dettaglio dei dati dai quali si evince l’andamento effettivo del contagio.

Speranza ha invece spiegato quali sono gli effetti su cui il governo punta per dare il via alle riaperture nelle prossime settimane. “Da un lato le misure che hanno piegato la curva, sono 3 settimane che l’Rt ha un segno meno; poi c’è la leva della vaccinazione, la vera chiava per provare a uscirne” dice il ministro che poi afferma di essere consapevole dei sacrifici che tutto ciò comporta per i cittadini. 

Già dal 20 aprile potrebbero essere ripristinate le zone gialle

Il ministro della Salute, parlando a Che Tempo che fa, ha spiegato che visto il miglioramento dell’indice Rt, la conferma del calo dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva e l’aumento delle somministrazioni dei vaccini con il raggiungimento della soglia delle 300 mila dosi al giorno, già dal 20 aprile potrebbero essere ripristinate le zone gialle.

Con il ritorno delle zone gialle potrebbero riaprire ad esempio i ristoranti, almeno per pranzo, ma anche musei, cinema e teatri con ingressi contingentati. In questa prospettiva però, stando a quanto una fonte qualificata di governo avrebbe riferito all’Ansa, servono i dati della prossima settimana. E in tutti i casi, precisa il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, se di deciderà di riaprire, saranno fatte delle scelte “selettive e ponderate”.

Sileri prevede la riapertura dei ristoranti per cena a maggio

Il calendario delle riaperture che il governo dovrebbe stabilire nei prossimi giorni sarà influenzato pesantemente dai dati riguardanti l’andamento della campagna di vaccinazioni, a proposito della quale è stato lo stesso Mario Draghi a precisare che chi prima vaccina gli anziani prima riparte.

Ma come si presenta oggi la situazione dal punto di vista delle vaccinazioni? In Italia circa il 68,20% dei quasi 4,6 milioni di ultra ottantenni hanno ricevuto almeno una dose del vaccino, ma se si prende in esame la fascia di età 70-79 la percentuale scende sotto il 20%.

La seconda dose è stata somministrata solo al 38,79% negli over 80 e solo al 2,48% degli over 70, il che significa che bisogna accelerare ancora, e stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, lo stesso premier Draghi si sta movendo in prima persona per ottenere dalle varie aziende garanzie sulle consegne dei vaccini.

E proprio per non rischiare di ritrovarsi senza scorte, dal ministero sarebbe arrivata l’indicazione di non superare la soglia delle 300 mila vaccinazioni al giorno.

Una serie di ostacoli che vengono annoverati tra le cause del ritardo nelle riaperture che difficilmente arriveranno prima del 25 aprile. Secondo il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, l’apertura dei ristoranti anche per cena non potrà avvenire prima del mese di maggio.

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