Caso Oms: Ranieri Guerra indagato diffida Report: “non pubblicate le chat su di me”

La trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, Report, ha ricevuto una diffida da parte del numero due dell’Oms, Ranieri Guerra, che attraverso i suoi legali ha chiesto di non divulgare le chat in cui si fa riferimento al rapporto dell’Oms opportunamente fatto sparire a suo tempo.

La notizia viene data direttamente attraverso la pagina Facebook del programma condotto da Ranucci, dove si legge che “Ranieri Guerra diffida Report dal pubblicare le chat sul rapporto dell’Oms” nella giornata in cui andrà in onda la puntata che tra le altre cose riguarda appunto l’esperto italiano dell’Oms che attualmente risulta indagato dalla procura di Bergamo per false dichiarazioni sul caso del mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale.

Nel post pubblicato sulla pagina Facebook di Report si legge ancora: “tramite il suo legale prof. Roberto De Vita, Ranieri Guerra diffida Report dalla pubblicazione di atti e documenti ritenuti ‘gravemente lesivi dei diritti del Dr. Ranieri Guerra, della sua reputazione personale e professionale e del suo ruolo quale funzionario dell’Oms”.

Giletti minacciato si sfoga a Non è l’Arena “ma che Paese è questo?”

A subire pressioni per non divulgare informazioni riguardanti il caso Oms che vede coinvolto il vicedirettore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Ranieri Guerra non è stato solo Sigfrido Ranucci di Report, ma anche lo stesso Massimo Giletti.

Il conduttore di Non è l’Arena in onda su La7 ha mandato in onda la chat tra Ranieri Guerra e l’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro nella quale i due parlavano del rapporto dell’Oms censurato che riguardava la gestione italiana dell’emergenza Coronavirus.

In studio era presenta anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che appare chiaramente in imbarazzo quando Giletti sbotta: “lei ha chiesto le dimissioni del direttore generale. Paragone dice che non rispondono alle domande, e non si muove niente”.

“Ma che Paese è questo?” dice Giletti “Ma che Paese è? Che fa cacciare una persona onesta come il dottor Francesco Zambon, che ha scelto con dignità di andarsene e rinunciare a milioni di dollari perché se stava dentro e resisteva non potevano cacciarlo. Ma lui per dignità se n’è andato”.

Era stato infatti proprio Zambon che, da dirigente dell’Oms, aveva redatto l’ormai celebre rapporto “compromettente” nel quale si evidenziava che l’Italia non disponeva di un piano pandemico aggiornato. Ed era stato poi Ranieri Guerra, come egli stesso ammette nelle chat ‘incriminate’, ad attivarsi per far sparire quel report.

Ora Ranieri Guerra risulta indagato dalla procura di Bergamo ma nel frattempo i giornalisti che tentano di far luce su queste vicende a quanto pare subiscono ogni genere di pressione finanche vere e proprie minacce stando a quanto lo stesso Giletti riferisce.

“Che Paese è, un Paese in cui i giornalisti che fanno le domande vengono minacciati, questa è la verità, io sono stato minacciato anche su questa storia, perché quando si chiamano i vertici di questo gruppo sono minacce. E chi sa e ci sta guardando sa a chi mi riferisco. Quando mi occupo di strutture commissariali e si ricevono avvocati ogni giorno, ogni settimana, solo perché si ha il coraggio di porre domande nel silenzio degli altri, questo non lo posso accettare” dice Giletti “non lo posso più accettare!”.

E il conduttore di Non è l’Arena ricorda anche un altro episodio, quello che vedeva il commissario all’Emergenza Covid, Domenico Arcuri ora rimosso dal suo incarico da Mario Draghi, avvertire in conferenza stampa i giornalisti del programma di Giletti che “molti sono già stati querelati”.

Il caso Oms e l’indagine della procura di Bergamo su Ranieri Guerra

Il 9 aprile scorso la procura di Bergamo ha aperto un’indagine a carico del direttore aggiunto dell’Oms ed ex direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Ranieri Guerra, nell’ambito dell’inchiesta sull’applicazione del piano pandemico nazionale dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva lanciato l’allarme sul rischio pandemia il 5 gennaio 2020. 

Il reato che viene contestato a Ranieri Guerra dal procuratore Antonio Chiappani è quello di false informazioni rese ai pubblici ministeri che lo hanno ascoltato come persona informata sui fatti durante l’audizione sul piano pandemico del 5 novembre 2020.

In particolare l’inchiesta aperta dalla procura riguarda la gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19 nel bergamasco in occasione della prima ondata, ma il procuratore non si è dilungato nel fornire dettagli e ha invece tagliato corto dichiarando che “sul punto c’è stretto riserbo”.

Su Il Giorno leggiamo che la dichiarazioni rese da Ranieri Guerra il 5 novembre riguardavano la questione del mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale e regionale che, stando a quanto ricostruito nell’ambito dell’indagine tuttora in corso, risalirebbe al 2006.

Nel 2017 avrebbe dovuto essere aggiornato, ma quel che fu fatto fu solo un lavoro di copia e incolla che di fatto lasciava il piano pandemico sostanzialmente invariato. I magistrati nei giorni scorsi hanno inviato una rogatoria a Ginevra (dove si trova la sede europea dell’Oms) destinata ai rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ai funzionari viene chiesto in particolare di fornire maggiori dettagli su come venissero accolte, quando Ranieri Guerra era responsabile della Prevenzione nel Ministero della Salute tra il 2014 e il 2017, le autovalutazioni italiane di eccellenza nella capacità di prevenire un’eventuale pandemia.

Uno dei tasselli più interessanti di questa vicenda è quello delle dimissioni di Francesco Zambon, ormai ex funzionario dell’Oms. Zambon si era dimesso dalla sede di Venezia e aveva poi denunciato di aver subito delle pressioni attraverso delle email che sono agli atti dell’inchiesta, da parte proprio di Ranieri Guerra nelle vesti di direttore aggiunto.

Ma cosa voleva Guerra da Zambon? Secondo quanto emerso dalle indagini chiedeva di postdatare il Piano Pandemico per farlo sembrare aggiornato al 2016, mentre nel rapporto sulle falle del sistema italiano che era apparso sul sito dell’Oms emergeva quanto ora è agli atti circa il mancato aggiornamento del Piano. Il report sul sito dell’Oms però sparì dopo appena 24 ore dalla sua pubblicazione.

Ranieri Guerra tuttavia nei giorni scorsi si è difeso dalle accuse dichiarando all’Agi: “mi auguro che l’Oms possa rispondere con tutti i dettagli, le spiegazioni e i chiarimenti necessari, dato che la mia posizione è cristallina nonostante le insinuazioni di alcuni”. Ora tuttavia, nonostante la sua “posizione cristallina”, attraverso i suoi legali Guerra diffida Report dal divulgare il contenuto delle chat.

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