Draghi “decapitato” in piazza a Torino. Il fantoccio con il volto del premier finisce sotto la ghigliottina

Un clima così teso non si respirava in Italia da molti anni, e la situazione non sembra andare a migliorare con il passare delle settimane e dei mesi. I segnali di allarme ci sono tutti, e continuano ad essere sempre più evidenti giorno dopo giorno in tutto il Paese, lo sbaglio della politica è probabilmente quello di perseverare sulla strada imboccata senza tener conto del crescente disagio che la popolazione sta vivendo.

Le macabre immagini del fantoccio con il volto di Mario Draghi e il simbolo dell’Europa sul petto finito sotto la ghigliottina sono rappresentative della situazione drammatica che si sta vivendo, con uno strappo che tende a farsi via via più ampio tra cittadini e istituzioni.

Mario Draghi “decapitato” in piazza insieme a Letta e Landini

È successo in occasione delle manifestazioni per il 1° maggio in piazza Castello a Torino, sotto la sede della Regione Piemonte. Tra i manifestanti, secondo quanto riportato dai maggiori media italiani, vi erano i centri sociali, gli anarchici del Fai, i No Tav ma non solo, perché a quanto pare prendevano parte all’evento anche esponenti del Partito Democratico e di Liberi e Uguali.

Il corteo era partito da piazza Vittorio per poi ricongiungersi con altri manifestanti in piazza Castello, ed è qui che la situazione si è fatta più tesa con momenti in cui le forze di polizia hanno fatto ricorso alla violenza per costringere il corteo ad arretrare.

Ed è sempre in piazza Castello che a un certo punto è spuntato fuori questo fantoccio di Mario Draghi, posizionato sotto una ghigliottina di fortuna per essere giustiziato dalla folla. Non era quello del premier comunque l’unico fantoccio a finire decapitato, vi erano infatti anche quello di Enrico Letta e di Maurizio Landini.

Stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, gli organizzatori della messinscena della decapitazione dei suddetti esponenti politici e di governo avrebbero spiegato il gesto affermando: “i soldi del così tanto decatanto Recovery Fund si dimostano poche briciole e uno specchietto per le allodole: debiti contratti a lungo termine con l’Unione europea e finanziamenti per le imprese”.

In un volantino realizzato dal gruppo gioanile “Cambiare rotta” si leggeva: “Draghi non sei dalla nostra parte. Il Recovery Fund è un’ipoteca sul nostro futuro!”.

Una situazione esplosiva che continua ad essere ignorata

Si tratta naturalmente di un rituale simbolico che però non poteva certo lasciare indifferente lo spettatore, e che dovrebbe se non altro indurre il mondo politico ad una riflessione su quale sia la reale situazione che il Paese sta vivendo.

Assistiamo infatti da ormai troppo tempo ad una crisi dei valori democratici cari al mondo occidentale. Il 25 aprile si festeggiava la Liberazione, eppure le libertà individuali garantite dalla Costituzione sono state drasticamente limitate negli ultimi 14 mesi.

Il 1° maggio era la festa del Lavoro, eppure del diritto al Lavoro di cui si legge nel primo articolo della Costituzione è rimasto ben poco, con migliaia di imprese costrette a restare chiuse fino al fallimento, e secondo quanto evidenziato dal rapporto dell’Ufficio Studi Confcommercio, 1,5 milioni di posti di lavoro persi.

Il malcontento che sta montando in Italia a causa della drammatica situazione che si sta vivendo, situazione alla quale la politica continua a dare risposte del tutto insoddisfacenti, rischia di tradursi in una situazione potenzialmente esplosiva.

Su uno striscione che reggevano i manifestanti prima di essere caricati dalla Polizia si leggeva: “crisi sanitaria, crisi sociale, crisi ecologica. Per salvarci dobbiamo cambiare sistema”. La risposta è arrivata ancora una volta attraverso il manganello.

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