L’Ue pronta a investire 150 miliardi di euro nelle tecnologie emergenti tra cui anche la blockchain

Si sta muovendo verso i settori più innovativi l’Unione Europea che, secondo quanto riferito da Bloomberg, si prepara a rafforzare lo sviluppo tecnologico dell’area stanziando a questo scopo risorse per 150 miliardi di euro.

I funzionari dell’Ue, secondo la nota agenzia di rating, prevedono di finanziare investimenti diretti in blockchain, infrastrutture dati, 5G e informatica quantistica.

I 150 miliardi di euro del fondo peraltro rappresentano solo il 20% dell’intero pacchetto di incentivi che complessivamente ammonta a 750 miliardi di euro ed era già stato concordato dai leader Ue nel luglio 2020. Queste risorse dovrebbero essere utilizzate nell’ambito della ripresa economica per il dopo-pandemia.

Il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel corso del suo intervento di mercoledì ha evidenziato quanto sia importante investire nella tecnologia digitale. Una parte delle risorse stanziate servirà per finanziare la produzione di processori ad alta efficienza energetica in modo tale da prevenire in futuro quella carenza di semiconduttori che diverse industrie in tutto il mondo stanno riscontrando.

Se è vero che l’Ue ha reso noto il progetto nel suo complesso, è anche vero che non vi sono informazioni più approfondite sulla base delle quali sia possibile stabilire quali sono le somme stanziate per ciascun setture sul quale si intende puntare.

A dare un contributo nelle fasi iniziali dello sviluppo dell’infrastruttura europea dei servizi blockchain troviamo la Iota Foundation già dall’inizio di questo mese e con essa altre sei società che sono state selezionate per questo progetto tecnologico di contabilità distribuita.

L’Unione Europea ha lanciato nell’aprile del 2019 l’International Association of Trusted Blockchain Applications che dovrebbe servire per sostenere e promuovere l’adozione delle DLT in tutto il Vecchio Continente.

Attualmente la blockchain è considerata una delle più importanti tecnologie emergenti attraverso le quali sarà plasmato il futuro dell’Unione, ed è per tale ragione che i funzionari dell’Ue chiedono standard legali a livello regionale in grado di evitare la frammentazione normativa.

Secondo un recente sondaggio però la maggior parte dei Paesi dell’Ue preferisce le normative nazionali per criptovalute e blockchain invece di standard normativi europei. La stesura di una regolamentazione comune potrebbe comunque prendere il via per criptovalute e blockchain nell’ambito di una collaborazione in tal senso tra Unione Europea e Stati Uniti.

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