Riforma fiscale: la Flat Tax in Aula il 28 gennaio? M5s propone però la Easy Tax, cos’è e come funziona

La riforma fiscale resta al centro del dibattito politico e l’accordo su Flat Tax (o Easy Tax nella proposta del M5s) tarda ad arrivare. Il dibattito parlamentare sarebbe in programma per il 28 gennaio ma rischia di slittare ancora perché non vi è ancora una linea condivisa tra le variegate forze che compongono la maggioranza.

Il governo di Mario Draghi va avanti sulla riforma fiscale ma sul percorso non mancano gli ostacoli e diventa difficile rispettare le scadenze del programma. La maggioranza, sulla riforma del fisco, si trova in disaccordo su quasi tutti gli elementi della tassazione dei redditi e del patrimonio, cosa che si era già ampiamente notata con la riforma del catasto.

Flat Tax e Easy Tax: qual è la situazione attuale

Dopo gli “incontri tecnici” al Ministero del Tesoro l’esame della delega fiscale ha subito un brusco rallentamento, e ancora non è stato possibile calendarizzare la nuova riunione della maggioranza con cui si dovrebbe finalmente raggiungere un accordo e far partire quindi l’esame degli emendamenti in Commissione.

Il presidente della Commissione Finanze, Luigi Marattin ha infatti chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di concedere più tempo rispetto alla data inizialmente fissata per il dibattito parlamentare che era quella del 28 marzo.

Il provvedimento insomma dovrebbe arrivare in Aula lunedì ma sulla Flat Tax in particolare non è stata raggiunta ancora nessuna intesa politica. In testo del governo prevede un regime forfettario fino ai 65 mila euro di reddito, con un periodo transitorio di due anni per ricondurre l’impresa che supera questo tetto al regime ordinario Irpef, ma la parte difficile è quella di stabilire le aliquote per chi supera la soglia.

E qui ci sono posizioni diverse tra le varie forze che sostengono il governo dell’ex presidente della BCE. La Lega chiede che venga innalzato il tetto del regime forfettario da 65 mila a 100 mila euro, e in ogni caso spinge perché si applichi un’aliquota fissa del 20% fino alla soglia che verrà infine fissata.

Per il Partito Democratico l’ideale sarebbe un rientro “agevolato” dal regime forfettario al regime Irpef ordinario, però chiede che il regime forfettario sia transitorio e soprattutto non ne vuole sapere di concedere l’innalzamento della soglia fino a 100 mila euro come chiesto dal Carroccio.

Infine c’è il Movimento 5 Stelle che propone la Easy Tax, vale a dire un’uscita graduale dal regime forfettario con un 20% di aliquota nel primo e secondo anno, per poi passare al regime ordinario dal terzo. In questo modo si potrebbe evitare lo “scalone” che si avrebbe nel momento in cui si supera la soglia dei 65 mila euro.

Cashback fiscale, rateizzazione Irpef e abolizione Irap

Ha trovato spazio tra le proposte accolte dall’esecutivo quella del cashback fiscale, che permette di beneficiare di detrazioni per l’acquisto di farmaci, spese mediche, assistenza e altre spese in ambito socio-sanitario. Il rimborso sarà accreditato direttamente sul conto corrente del beneficiario che paga con metodi di pagamento tracciabili.

E nel contesto della riforma fiscale si colloca anche la proposta della Lega della rateizzazione del secondo acconto Irpef di novembre 2022, con pagamento nel corso del semestre gennaio-giugno 2023, e riduzione della ritenuta d’acconto. Infine con l’appoggio di Forza Italia la Lega propone di estendere l’abolizione dell’Irap anche alle società di persone e agli studi associati.

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