Al Senato “non parteciperemo al voto” e il governo Draghi vacilla. Lega: “senza M5s voto subito”

La linea che il M5s intende seguire era già stata ampiamente preannunciata coi fatti, nel momento in cui alla Camera dei Deputati hanno deciso di non votare la fiducia al governo Draghi sul testo del decreto Aiuti. Il leader del M5s Giuseppe Conte ha fatto sapere infatti che “con le medesime lineari, coerenti motivazioni” di quanto fatto alla Camera, al Senato “non parteciperemo al voto”.

Le misure inserite nel testo del decreto Aiuti dal governo di Mario Draghi non sono in grado di dare le risposte necessarie in questa fase, si tratta di interventi inadeguati alla preoccupante situazione in cui il Paese versa in particolar modo all’indomani della decisione di imporre sanzioni contro la Russia nell’ambito della crisi ucraina.

Giuseppe Conte ha fatto notare che “Draghi ha annunciato un corposo decreto a fine luglio, questo è uno snodo politico importante, ammette indirettamente quello che il M5s diceva da tempo, che gli aiuti stanziati non sono sufficienti. Sono una soluzione tampone. Da oggi famiglie e imprese potranno sperare in un corposo aiuto a fine mese, e questo lo si deve al Movimento 5 Stelle”.

Il governo di Mario Draghi vacilla, serve una verifica della maggioranza

Il segretario del Pd, Enrico Letta, nella tarda serata di ieri ha fatto il punto della situazione, indicando la necessità di una verifica della maggioranza che dovrebbe chiarire se ci sono ancora le basi perché il governo di Mario Draghi prosegua nel suo lavoro oppure no.

Chiederemo di fare una verifica per capire se questa maggioranza c’è ancora o no” ha detto infatti il segretario dem, secondo il quale appare “evidente che la scelta annunciata da Conte e dal M5s rimette in discussione molte cose, e in una maggioranza così eterogenea ci sono dei distinguo. Ma io non mi preoccupo, esiste il voto di fiducia che è fondamentale”.

Un voto di fiducia che ha di fatto permesso all’attuale esecutivo di bypassare il Parlamento più e più volte, in evidente contraddizione con una delle condizioni poste, in particolare dalle forze di centrosinistra, per il sostegno all’allora nascituro governo Draghi: la centralità del Parlamento. Mai era accaduto in passato che un esecutivo facesse un così ampio ricorso al voto di fiducia.

Per la Lega senza M5s al governo si deve andare subito al voto

Se, come appare ormai evidente, il Movimento 5 Stelle non prenderà parte al voto al Senato negando di fatto la fiducia al governo di Mario Draghi, significherebbe che l’attuale esecutivo non ha più l’appoggio del principale partito di maggioranza.

Per la Lega di Matteo Salvini ciò significherebbe che è necessario ridare la parola agli elettori. “Se i 5 Stelle escono dall’Aula la maggioranza non c’è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani” dicono fonti del Carroccio.

Nel frattempo da Forza Italia arrivano rassicurazioni in merito al fatto che la linea del centrodestra sarà condivisa. “A maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni” confermano infatti i due partiti.

Fratelli d’Italia invece, unico partito che ufficialmente si trova all’opposizione, non ha problemi a sbilanciarsi maggiormente, con Giorgia Meloni che dalla sua pagina Facebook attacca: “guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo ‘dei migliori’ è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!”.

Su posizioni diametralmente opposte invece Luigi Di Maio, che si mostra preoccupato per la decisione del M5s di non votare la fiducia al governo. “Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, è doverosa una verifica di maggioranza. Una crisi di governo nel bel mezzo di una guerra è un chiaro atto di irresponsabilità, così si condanna il Paese al baratro” ha dichiarato infatti il ministro degli Esteri.

Draghi: “senza M5s non ci sarà altro governo”

Tutto sembra far pensare che il governo di Mario Draghi non possa superare questo ostacolo, e se il M5s effettivamente confermerà la propria decisione di non dare la fiducia all’esecutivo al Senato sul decreto Aiuti, il ritorno alle urne anticipato (seppur di una manciata di mesi) potrebbe essere inevitabile.

A confermare questo possibile scenario sono poi le parole dello stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che stando a quanto riportato oggi dall’Ansa avrebbe affermato che “senza i 5 Stelle non ci sarà un altro governo” una dichiarazione ricalcata anche da Matteo Salvini: “se i 5 Stelle faranno una scelta, parola agli italiani”.

Sulla posizione della Lega in merito alla possibile crisi di governo si è espresso anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha dichiarato: “il dibattito è il sale della democrazia, ma in questo momento particolare c’è bisogno di un governo per prendere decisioni strategiche. Io spero che non ci siano motivi perché questo governo cada, perché entreremmo in un limbo pericoloso”.

“Noi della Lega abbiamo un ruolo e possiamo giocarcelo fino in fondo, abbiamo le nostre istanze a partire dall’autonomia. Se si può andare avanti anche senza M5s? Giro la domanda al presidente Mattarella che, come prevede la Costituzione, sentirà le forze politiche, vedrà i numeri e deciderà”.

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