Col nuovo governo addio al reddito di cittadinanza? Ecco cosa ha in mente il centrodestra

Non sono certo mancate le occasioni in cui i partiti di centrodestra hanno espresso parere ampiamente contrario alla sopravvivenza del Reddito di Cittadinanza, ed ora che si apprestano a formare il nuovo governo uno dei nodi che dovranno sciogliere per primo sarà proprio quello del RdC.

La misura cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2018 rischia infatti di essere cestinata dopo quattro anni appena. In realtà però non sarà così facile, neppure per un governo come quello che sta nascendo sotto la guida di Giorgia Meloni, che gode di una maggioranza così ampia, di mettere in soffitta il reddito di cittadinanza.

L’ottimo risultato elettorale raggiunto da Giuseppe Conte, che ha sempre continuato a difendere il sussidio, accende un campanello d’allarme, e la dice lunga su quanto una parte dei cittadini tiene alla soprattivenza del reddito di cittadinanza.

A percepire il sussidio sono circa 2,5 milioni di persone, ed ignorare del tutto le loro esigenze, specie in una fase critica come questa per via dei rincari sulle bollette di gas e luce, gli aumenti dei prezzi generalizzati e l’inflazione ormai intorno al 9%, potrebbe non essere una mossa saggia.

Reddito di cittadinanza sarà cancellato o modificato?

Se partiamo dal programma di Fratelli d’Italia il destino del sussidio grillino sembra essere già segnato, visto che esso prevede la sua sostituzione “con misure più efficaci di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”.

In realtà però sembra che i partiti di centrodestra stiano valutando soluzioni meno drastiche, e questo potrebbe portare ad una modifica del Reddito di Cittadinanza invece che alla sua cancellazione.

Ma in che modo allora il nascituro governo di centrodestra potrebbe andare a modificare la misura introdotta dal primo governo di Giuseppe Conte? Secondo alcune indiscrezioni raccolte da La Stampa, potrebbe essere abolita per sempre la possibilità di rifiutare un’offerta di lavoro.

Se la prima offerta di lavoro “non piace” oppure è distante oltre 100 chilometri dalla residenza del beneficiario del RdC, non ci sarà più la possibilità di optare per la seconda (eventuale) offerta di lavoro. In tal caso rifiutando la prima offerta si finirebbe immediatamente col perdere il diritto al beneficio.

Non è detto però che una soluzione di questo tipo non sia comunque troppo drastica. Attualmente, lo ricordiamo, il percettore del RdC ha la possibilità di rifiutare fino a “due offerte di lavoro congrue” al suo curriculum e in linea con le sue aspettative prima di perdere il sussidio.

Si potrebbe andare quindi verso una sorta di nuovo reddito di cittadinanza, e lo stesso Francesco Lollobrigida, deputato di Fratelli d’Italia ritenuto molto vicino a Giorgia Meloni, ha spiegato che “il reddito è fallito e va cancellato, ma questo non significa lasciare i deboli senza sostegno. Poi dobbiamo lavorare per politiche attive sull’occupazione”.

Il Movimento 5 Stelle però farà tutto il possibile per difendere la misura introdotta a fatica dal governo giallo-verde, e promette una battaglia “dura e intransigente”.

Anche Giuseppe Conte è intervenuto sull’argomento in questi giorni. “Non è pensabile cancellare uno strumento di sostegno alle famiglie che non ce la fanno più mentre aumentano le bollette del 60%” ha infatti affermato il nuovo leader dei 5 Stelle.

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