
Una nuova fase potrebbe aprirsi nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina: secondo quanto riportato dal Financial Times, l’amministrazione americana sarebbe pronta a sospendere – almeno temporaneamente – il blocco all’esportazione di tecnologie sensibili verso la Cina. La mossa avrebbe un obiettivo ben preciso: creare un clima più disteso in vista di colloqui bilaterali ad alto livello e, potenzialmente, facilitare un incontro tra il presidente americano e il leader cinese Xi Jinping entro la fine dell’anno.
Washington prova a rilanciare il dialogo: stop alle misure più dure
Fonti vicine all’amministrazione hanno riferito che il Dipartimento del Commercio USA – in particolare l’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza, responsabile del controllo delle esportazioni – avrebbe ricevuto precise indicazioni: evitare nuove strette contro Pechino, almeno per ora. L’obiettivo è di non ostacolare i negoziati in corso e di mantenere aperti canali di dialogo in un momento in cui le tensioni su dazi e tecnologia rischiano di sfociare in una nuova fase di scontro.
Reuters, per il momento, non ha potuto confermare in modo indipendente queste indiscrezioni. Tuttavia, il segnale politico appare chiaro: Washington sta cercando di alleggerire la pressione per riportare la Cina al tavolo delle trattative su basi più collaborative.
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Vertice a Stoccolma: USA e Cina tornano a parlarsi
Il possibile congelamento delle restrizioni arriva in un momento strategico. A Stoccolma, proprio in queste ore, è in corso il terzo round ufficiale di negoziati tra le due potenze economiche, focalizzato sul commercio e sulle barriere tariffarie. A rappresentare gli Stati Uniti ci sono il segretario al Tesoro Scott Bessent e il consigliere per il commercio Jamieson Greer, mentre la delegazione cinese è guidata da He Lifeng, figura chiave nella politica economica di Pechino.
Lo scopo dell’incontro è chiaro: rafforzare la fragile tregua commerciale siglata nei mesi scorsi e preparare il terreno per un’intesa più ampia. In quest’ottica, l’attenuazione delle restrizioni sull’export tech appare come un gesto distensivo e una leva negoziale.
Nvidia riprende le vendite: un primo segnale concreto
Un indizio significativo del cambio di rotta si è già manifestato nel comportamento delle big tech statunitensi. Nvidia, colosso dei processori grafici, ha annunciato che riprenderà la commercializzazione in Cina dei suoi chip H20, altamente performanti e legati all’intelligenza artificiale. Questi componenti erano stati esclusi dall’export a partire da aprile, nell’ambito di un pacchetto di misure volute dalla precedente amministrazione per frenare lo sviluppo tecnologico cinese.
La riapertura delle vendite in Asia potrebbe non restare un caso isolato: se la linea morbida di Washington dovesse confermarsi, anche altre aziende statunitensi potrebbero tornare ad operare sul mercato cinese, in particolare nei settori dei semiconduttori, del cloud computing e dell’intelligenza artificiale.
Strategia americana: rallentare Pechino senza rompere i ponti
Il quadro che si delinea è quello di una strategia più flessibile, in cui l’obiettivo resta quello di contenere l’ascesa tecnologica cinese, ma senza ricorrere a misure unilaterali troppo rigide che potrebbero ritorcersi contro l’economia americana stessa. Dopo anni di escalation, le relazioni tra le due superpotenze potrebbero dunque entrare in una fase più pragmatica, dove la diplomazia economica torna al centro della scena.
Tuttavia, molto dipenderà dall’esito dei colloqui in corso e dalla capacità di trovare un equilibrio tra interessi strategici, sicurezza nazionale e competitività globale. Per il momento, il segnale è lanciato: gli USA non chiudono del tutto le porte alla Cina.
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