Quale rialzo dei tassi di interesse visto il crollo delle banche USA? Attesa per le dichiarazioni di Lagarde

L’aumento previsto per i tassi di interesse era di 50 punti base alla vigilia della riunione della BCE di oggi, ma ora Christine Lagarde si trova a prendere una decisione difficile.

Il crollo delle grandi banche Usa, Silicon Valley Bank (SVB) e Signature, impone infatti di adottare maggior prudenza nell’ambito degli interventi volti a ridurre il tasso di inflazione.

La crisi dei grandi istituti di credito Usa, che ha poi colpito anche Credit Suisse, indica che senza un rallentamento della politica di rialzo dei tassi di interesse si rischia di andare incontro ad ulteriori turbolenze finanziarie, ed è per questo che molti analisti ritengono che il rialzo dei tassi sarà meno significativo del previsto.

Gli investitori hanno iniziato a prezzare un aumento più cauto, vicino ai 25 punti base, e ci si aspettano rassicurazioni circa la stabilità finanziaria dell’Eurozona. Nel frattempo in mattinata, in attesa dell’avvio della riunione della BCE e quindi della decisione sui tassi di interesse, i principali indici europei hanno aperto in rialzo.

Di quanto verranno aumentati i tassi di interesse?

Di recente la presidente della BCE, Christine Lagarde, aveva fatto sapere che un rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base sarebbe stato molto probabile, ma tutto è cambiato in seguito al crollo delle grandi banche Usa, SVB e Signature, seguito dalla crisi di Credit Suisse e dalle difficoltà di molti altri istituti di credito.

Se prima non vi erano dubbi in merito al rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, ora molti osservatori hanno pochi dubbi sul fatto che ciò non avverrà in quanto si ritiene sia necessario adottare maggiore cautela dopo le recenti turbolenze nel sistema bancario occidentale.

Ma la posizione in cui si trova oggi la BCE è tutt’altro che semplice, in quanto ridurre l’impegno sull’aumento di mezzo punto percentuale sui tassi di interesse rischia di avere ricadute sulla credibilità della banca centrale. Allo stesso tempo restare su questa linea nonostante gli evidenti segnali di pericolo rischia di essere una scelta poco accorta.

Frederik Ducrozet, economista presso la Pictet Wealth Management svizzera, ha spiegato che “il crollo di SVB potrebbe rivelarsi un catalizzatore per un approccio più cauto da parte delle banche centrali” ed è per questo che si prevede che “Lagarde assumerà un tono da falco ma non impegnativo” in occasione della riunione della BCE di oggi.

La possibilità di un rialzo di 50 punti base però non viene del tutto esclusa. Ne parla Holger Schmieding, capo economista della banca d’investimento tedesca Berenberg, il quale ha dichiarato: “la BCE non si ritirerà dall’aumento del tasso di 50 punti base che prevede di fare questa settimana. Probabilmente suggeriranno che ci saranno altri aumenti dei tassi senza dire se saranno di 25 o 50 punti base per darsi il tempo di vedere come andrà a finire”.

Tra i pareri raccolti nelle ultime ore a ridosso della riunione della BCE di oggi, anche quello di Steven Barrow, responsabile della strategia del Gruppo dei 10 di Standard Bank, il quale ha evidenziato che “la BCE si trova in un problema complicato in quanto potrebbe essere costretta a revocare il suo ‘promesso’ aumento dei tassi di 50 punti base per questa settimana. Se lo facesse dimostrerebbe, ancora una volta, che non vi è alcun vantaggio per le banche centrali di preannunciare i futuri movimenti dei tassi”.

Infine, il consigliere capo per l’economia presso la banca italiana UniCredit, Erik Nielsen, ha ricordato che non esiste “nessuna ragione ovvia per cui il pasticcio degli Stati Uniti dovrebbe diffondersi in Europa”. L’esperto ritiene quindi che la BCE proseguirà sulla linea del rialzo dei tassi definita prima della crisi delle banche Usa.

Attesa per le dichiarazioni di Lagarde in conferenza stampa

In questa particolare situazione, con la crisi delle grandi banche Usa e il timore che crolli simili si replichino anche in Europa, le parole di Christine Lagarde in conferenza stampa saranno ascoltate indubbiamente con molta attenzione.

In particolare ci si aspetta che arrivino delle rassicurazioni in merito allo stato di salute delle banche europee, e delle conferme circa il fatto che quanto visto negli Usa non accadrà nel Vecchio Continente.

D’altra parte è questo che molti analisti si aspettano, e le parole della presidente della BCE dovrebbero offrire un sostegno determinante in tal senso.

Intanto però i supervisori della Bce stavano controllando l’esposizione delle banche al rischio dei tassi di interesse, e la Bundesbank ha convocato quel team di crisi che aveva creato dopo il crollo della Lehman Brothers del 2008.

Insomma è chiaro che in una situazione come questa la prudenza non è mai troppa, ed è all’insegna della massima cautela che saranno le prossime mosse della banca centrale e gli annunci stessi di Lagarde. Difficilmente infatti verranno ancora preannunciati gli interventi sui tassi di interesse, il che significa che non conosceremo in anticipo le mosse di maggio.

Jamie Rush, capo economista di Bloomberg Economics, ha osservato che “l’incertezza che circonda SVB ridurrà l’attrattiva del pre-impegno a un aumento di 50 punti base a maggio. Ora ci aspettiamo che la Bce eviti di inviare un segnale concreto”.

Proiezioni economiche e andamento dell’inflazione nell’Eurozona

Mentre si attende la decisione della BCE sull’aumento dei tassi, vi è grande interesse anche per la pubblicazione delle ultime previsioni trimestrali.

Le proiezioni, che dovrebbero essere rilasciate proprio nella giornata di oggi, indicano le previsioni della banca centrale rispetto alla crescita e all’inflazione complessiva del 2023, del 2024 e del 2025.

Nel mese di dicembre 2022 dalla Bce hanno fatto sapere che si aspettano un tasso di inflazione nell’Eurozona intorno al 6,3% per il 2023, con la previsione di un calo al 3,4% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. L’obiettivo fissato era però ben al di sotto di queste soglie, essendo del 2%, e questo lasciava pochi dubbi sul fatto che ci sarebbe stato un ulteriore rialzo deciso dei tassi di interesse.

Secondo l’economista di Morgan Stanley, Jens Eisenschmidt, la Bce taglierà le previsioni di inflazione per il 2023 al 5,8%, ma al tempo stesso ha osservato che un’inflazione core più forte nel 2023 potrebbe significare un aumento della previsione di crescita dei prezzi per il 2024. Invece l’impatto dei recenti aumenti dei tassi sulla riduzione dell’attività determinerebbe una cifra più bassa per il 2025.

Infine ci sono alcuni segnali che lascerebbero pensare una revisione al rialzo delle previsioni di crescita per il 2023.

Aggiornamento a riunione terminata: tassi di interesse e proiezioni di crescita

Alla fine Christine Lagarde ha comunicato la decisione della Bce di confermare il rialzo previsto dei tassi di interesse di 50 punti base, una scelta che si sarebbe resa necessaria per una inflazione che dovrebbe rimanere “troppo elevata” per un periodo di tempo “troppo prolungato”.

La Bce ha quindi deciso di portare i tassi al 3,50%, 3,75% e 3,00% con effetto a partire dal 22 marzo rispettivamente per le operazioni di rifinanziamento principali, per le operazioni di rifinanziamento marginale e per i depositi presso la banca centrale.

Quanto ai timori che le banche europee possano ritrovarsi a fronteggiare crisi simili a quelle che hanno travolto Silicon Vally Bank e Signature Bank, dalla Bce sono arrivate rassicurazioni in merito al fatto che il settore bancario dell’eurozona “è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità”.

Infine, per quel che riguarda le proiezioni economiche, la Bce ha anzitutto precisato che sono state ultimate “prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari” che inevitabilmente portano con sé “ulteriore incertezza riguardo alle valutazioni dello scenario di base per l’inflazione e la crescita”.

Ciò detto, gli esperti della Bce hanno previsto un’inflazione al 5,3% per il 2023, al 2,9% per il 2024 e al 2,1% per il 2025. L’inflazione core per il 2023 dovrebbe attestarsi intorno al 4,6%, mentre per quel che riguarda la crescita economica, c’è una correzione al rialzo all’1,0%. Per il 2024 e per il 2025 dovremmo avere invece un PIL all’1,6%.

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