Nove Italiani su dieci vivono già in un’ottica di green economy

Il 90% degli Italiani, secondo l’indagine portata avanti da Coldiretti/Ixè, è consapevole di quanto sia importante agire in un’ottica green, anche se si tratta solo di piccoli gesti quotidiani. Un risultato che non può essere ascritto al peso politico degli ambientalisti, che nel nostro Paese segna in questo periodo i suoi minimi storici, ma ad una spiccata sensibilità green ormai acquisita e divenuta parte integrante di un elevato numero di profili.

Nove Italiani su dieci ritiene infatti che ognuno possa fare molto per difendere l’ambiente, e non si tratta neppure di un “effetto Greta” visto che le statistiche mostrano un misero 51% di simpatizzanti della giovane attivista svedese in Italia.

A dipingere un quadro dalle tinte spiccatamente green, è un’indagine condotta da Coldiretti/Ixè, dal titolo “La svolta green degli Italiani”, presentata al Forum internazionale dell’agricoltura a Cernobbio (Como). Lì è stato aperto in quei giorni il primo “Salone dell’Economia Circolare”, e nell’occasione è stata presentata anche una stima del valore dell’economia circolare nel nostro Paese, che ammonterebbe approssimativamente a 88 miliardi di euro.

Con l’inaugurazione del Salone dell’Economia Circolare sono state illustrate e spiegate nel dettaglio alcune delle esperienze più innovative delle imprese legate al Green New Deal, uno dei punti focali della finanziaria 2020, contenenti gli interventi salva-clima.

Cosa stanno facendo gli Italiani per salvare l’ambiente

Grazie all’indagine di Coldiretti/Ixè è stato possibile conoscere quali sono i principali comportamenti virtuosi che gli Italiani hanno già imparato ad adottare in chiave ambientale.

La maggior parte degli intervistati segue le ‘direttive’ Coldiretti più o meno inconsapevolmente, prediligendo l’acquisto di prodotti a km zero. Vale a dire prodotti che passano dal produttore al consumatore senza dover percorrere centinaia di chilometri, con tutto ciò che ciò comporterebbe quanto a emissioni di gas serra. La percentuale che pratica questa scelta è dell’85% circa, che dichiara di consumare esclusivamente “prodotti a chilometro zero o ortaggi e frutta di stagione”.

Una percentuale sicuramente interessante è poi quella degli Italiani che riferiscono di impegnarsi a ridurre l’uso di mezzi di trasporto privati quali auto, moto, scooter. In questo caso si parla del 75% degli intervistati, mentre una percentuale del 64% circa dichiara di ridurre l’uso dell’aria condizionata durante la calda stagione.

“Il 44% degli Italiani si impegna nella lotta al cambiamento climatico anche riducendo gli acquisti di prodotti con imballaggi eccessivi contro i quali la Finanziaria prevede un bonus per i negozianti che attrezzano spazi dedicati alla vendita di prodotti sfusi o alla spina, alimentari e per l’igiene personale” riferiscono dalla Coldiretti.

Spiegando poi che “oltre metà dello spazio della pattumiera nelle case è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa con l’agroalimentare che è la maggior responsabile delle produzione di rifiuti da imballaggio che oltre all’impatto ambientale ha una incidenza notevole sui prezzi”.

L’indagine di Coldiretti/Ixè rivela che la sensibilità ambientale degli Italiani è in evidente crescita, ma al contempo è ben radicata la consapevolezza che non tutti hanno lo stesso livello di premura verso l’ambiente e la natura. E’ questa la convinzione del 36% degli intervistati, i quali ritengono che in genere le altre persone siano poco attente all’ambiente, mentre un altro 8% è convinto che le persone non siano affatto attente alle problematiche ambientali.

E se è apparsa evidente la predisposizione degli intervistati a ridurre i propri spostamenti con mezzi inquinanti o ad usare meno l’aria condizionata, l’inclinazione dunque ad agire in maniera individuale, “sul fronte della gestione dei territori il 52% degli intervistati ritiene urgente potenziare la raccolta differenziata che sarebbe la scelta preferita da 8 Italiani su 10 (80%) rispetto alla presenza di un termovalorizzatore”.

Per il 59% degli Italiani sono necessari interventi radicali sullo stile di vita delle persone, in primis attraverso una rimodulazione delle fonti di energia del Paese. Per il 70% degli intervistati si dovrebbe puntare di più sull’energia solare, il 32% scommetterebbe sull’idrogeno e il 10% sulle biomasse. Complessivamente il 61% degli intervistati si dice favorevole alla sovvenzione delle fonti di energia rinnovabili, dal fotovoltaico al biogas.

“Gli incentivi al biometano dovrebbero prevedere bonus o meccanismi in grado di premiare l’origine agro-zootecnica della materia prima e tenere in debito conto le differenze, in termini di costi di gestione, rispetto all’impiego dei rifiuti” spiegano dalla Coldiretti “anche l’applicazione delle tecnologie in grado di facilitare il trasporto del biocarburante dal luogo di produzione al luogo di distribuzione (liquefazione), da parte delle imprese agro-zootecniche che operano distanti dalla rete o dagli impianti di distribuzione, dovrebbe essere sostenuta”.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini ha messo in evidenza che “sfuttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti, i mini impianti per il biometano possono arrivare a coprire fino al 12% del consumo di gas in Italia“.

“E’ necessario passare da un sistema che produce rifiuti e inquinamento a un nuovo modello economico circolare in cui si produce valorizzando anche gli scarti con una evoluzione che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea, orientandola verso una direzione più sostenibile in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambientale”.

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