Transizione energetica, il rapporto IEA esamina le tre sfide da affrontare

Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha pubblicato il nuovo rapporto sulla transizione del sistema elettrico mondiale spiegando che “l’elettricità è essenziale per il funzionamento delle società moderne, come ha evidenziato la crisi del Covid-19, e lo è anche per abbattere le emissioni globali“.

Il report, intitolato Power Systems in Transition, è il primo grande studio che indaga sulla futura sicurezza energetica basandosi sulle 3 principali sfide da affrontare, cioé:

  • la crescita delle fonti rinnovabili;
  • l’intensificarsi della potenza degli eventi meteorologici estremi;
  • le costanti minacce informatiche.

Al momento, il settore delle rinnovabili copre un quinto della domanda energetica mondiale, ma si stima che la sua quota sia destinata a crescere ulteriormente nel tempo.

Una delle principali leve della transizione del sistema elettrico è data proprio dal processo di elettrificazione dei consumi, infatti vi sono sempre più impianti di riscaldamento che abbandonano le fonti di combustione tradizionali, e i veicoli a batteria stanno conquistando via via fette sempre più grosse del mercato auto.

Questo seppur lento processo è aiutato molto dalla digitalizzazione, che sta attraversando diversi settori, tra cui quello della comunicazione e della sanità.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, questi processi possono addirittura accelerare sotto la pressione data dai nuovi obiettivi climatici, tanto da rendere l’elettricità la più grande “fonte di energia” entro il 2040 (in uno scenario del tutto sostenibile).

L’azienda quindi rimarca un pronostico già espresso più volte, secondo il quale il petrolio cederà il posto ad altre fonti di energia rinnovabile. Nel migliore dei casi, ciò avverrà sotto una crescente ondata verde.

Rispetto allo “Scenario Sostenibile“, la quota fotovoltaica ed eolica della produzione elettrica globale passerà dal 7% attuale, al 45% sempre entro il 2040. Data in cui si stima che le rinnovabili saranno in grado di generare almeno il 70% della produzione globale di energia. Ma in che modo risponderà il sistema a questi cambiamenti?

Birol ha affermato: “Molti Paesi oggi godono di un elevato livello di sicurezza elettrica grazie a sistemi controllati centralmente, catene di approvvigionamento relativamente semplici e centrali di picco. Ma i recenti sviluppi tecnologici e politici stanno cambiando radicalmente il settore e, con esso, il modello di sicurezza che ha prevalso nel secolo scorso”.

Ora tutta l’attenzione è concentrata sul calo dei costi delle rinnovabili non programmabili, la cui crescita potrebbe offrire non poche sfide alle reti attuali. Tuttavia, anche la generazione distribuita e la digitalizzazione hanno offerto e continuano tuttora a fornire dei grandi cambiamenti al sistema elettrico così come lo conosciamo.

Questi processi, assieme all’aumento dell’impatto sul clima e sull’ambiente, richiedono un approccio alla sicurezza elettrica più ampio e comprensivo. Si tratta quindi di un approccio, come sostenuto anche da IEA, che riunisce tutte le azioni intraprese a livello politico, tecnico ed economico, con l’obiettivo di massimizzare i risultati sia nel breve che nel lungo termine.

La IEA suggerisce di intervenire immediatamente sull’utilizzo delle risorse di flessibilità già esistenti, garantendo che queste siano a tutti gli effetti una priorità politica. Tutto ciò richiederà diverse riforme del mercato e delle normative per premiare tutti i meccanismi di flessibilità, e anche un’attenta analisi dei piani di disattivazione delle forniture dispacciabili.

Tra gli strumenti utilizzabili per raggiungere questi obiettivi, la IEA cita gli impianti di stoccaggio, le centrali a gas naturale e gli interconnettori. Birol infatti afferma: “Saranno inoltre necessari approcci aggiornati alla pianificazione, con analisi probabilistiche più avanzate che tengano conto e consentano i contributi di tutte le tecnologie disponibili“.

Come già sottolineato, anche la digitalizzazione offre molti vantaggi alla transizione dl sistema energetico mondiale e all’affermazione dell’energia pulita. Nonostante ciò, questa porta anche degli aspetti negativi, infatti offre il fianco a delle minacce informatiche, con il rischio della perdita di dati, interruzioni dei servizi e blackout.

“I governi di tutto il mondo possono migliorare la resilienza informatica attraverso una serie di approcci politici e normativi“, andando da quelli altamente prescrittivi, fino ad arrivare a quelli basati sulle prestazioni. “Le strategie di attuazione dovrebbero essere adattate ai contesti nazionali, considerando la natura globale dei rischi”.

Un altro fattore da considerre è l’impatto umano sull’ambiente e sul clima. L’aumento delle tempure dell’intero globo, i modelli di precipitazione più estremi e variabili, l’innalzamento del livello del mare e le grandi catastrofi naturali, dai tifoni agli incendi, rappresentano già da sè una vera e propria sfida per la sicurezza elettrica.

Nonostante ciò, la IEA spiega che solo 17 Paesi della “famiglia IEA” hanno intrapreso azioni concrete per la resilienza climatica.

“I vantaggi della resilienza e i costi degli impatti climatici tendono ad essere distribuiti in modo non uniforme lungo la catena del valore dell’elettricità. Ciò solleva inevitabilmente la questione di chi dovrebbe essere responsabile di queste misure e del loro finanziamento“.

Misure politiche in questo senso potrebbero incentivare le imprese ad intraprendere azioni e ad utilizzare strumenti di prevenzione, evitando in questo modo un “fallimento del mercato“.

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