Covid, vaccino Pfizer: data e piano di distribuzione in Italia

Dopo la notizia rimbalzata su tutti i media sull’efficacia (del 90%) del vaccino prodotto dal colosso farmaceutico americano Pfizer, assieme alla tedesca BioNTech, in molti si stanno chiedendo quando il farmaco farà finalmente il suo arrivo in Italia.

Pfizer ha anche annunciato che 50 milioni di dosi potrebbero già essere distribuite in tutto il mondo entro la fine dell’anno, ma per dare inizio alla vaccinazione di massa occorrerà aspettare il 2021.

La Fase 3 di sperimentazione del vaccino di Pfizer e BioNTech è infatti agli sgoccioli e i risultati registrati fino ad ora sembrano promettenti. Tuttavia, i dati completi necessari per ottenere l’autorizzazione all’Uso di Emergenza (EUA) da parte della FDA non saranno rilasciati prima della terza settimana di novembre.

Tutti i Paesi sono ora in competizione per accaparrarsi le forniture del vaccino contro il Covid, ma ancora non è chiaro in che modo Pfizer distribuirà le prime dosi.

Ugur Sahin, fondatore e CEO di BioNTech, ha dichiarato al Financial Times che le due aziende farmaceutiche cercheranno di utilizzare un approccio equo, che potrebbe però dare priorità ai Paesi in cui le autorità di regolamentazione danno l’approvazione formale al suo lancio.

Lo scorso lunedì, Pfizer ha affermato che già entro la fine del 2020 potrebbero essere pronte circa 50 milioni di dosi, sufficienti quindi a coprire solo 25 milioni di pazienti, dato che il vaccino richiede una doppia somministrazione.

Secondo le stime attuali, l’azienda prevede di produrre circa 1,3 miliardi di dosi a livello globale nel 2021, che saranno sufficienti a vaccinare 650 milioni di persone.

Inoltre secondo alcune fonti il vaccino verrà da prima distribuito negli Stati Uniti, mentre nel resto del mondo, e quindi anche in Italia, dovremo attendere l’inizio del 2021.

Si tratta però solo di stime, in quanto nessuna delle due aziende ha ancora rivelato una data o un periodo certo per la distribuzione del farmaco, al contrario del vaccino di AstraZeneca che, come sostenuto dal ministro Speranza, dovrebbe arrivare “tra fine marzo e inizio aprile” del prossimo anno.

Su quale tecnologia è basato il vaccino?

Il vaccino prodotto da Pfizer è basato su una tecnologia innovativa utilizzata da altre due aziende, ossia la statunitense Moderna e la tedesca Curevac, infatti tutte e tre sono vaccini a RNA.

Farmaci di questo tipo utilizzano delle sequenze contenute nel RNA (acido ribonucleico), il messaggero molecolare che contiene tutte le informazioni per poter poi, attraverso delle operazioni che avvengono all’interno dei ribosomi, costituire le varie porzioni proteiche che compongono il virus stesso.

La scelta di utilizzare l’mRNA, ossia l’RNA messaggero (esistono anche altri tipi di RNA, come il tRNA, di trasferimento, e l’rRNA, che costituisce le subunità ribosomiali), è stata dettata in realtà dall’esigenza di creare un vaccino nel minor tempo possibile e di ottenere al tempo stesso una risposta immunitaria ottimale.

L’obiettivo, quindi, è quello di inserire nell’organismo la sequenza che codifica per una data proteina che consente di riconoscere il virus, in questo caso la proteina spike, in modo da facilitare l’attivazione della risposta immunitaria in caso di infezione.

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